Contatti

L'outlook per il prossimo anno

Ethenea: nel 2023 l'inflazione sarà ancora il problema principale

Andrea Siviero, Investment Strategist di Ethenea Independent Investors, analizza le prossime sfide per gli investitori e vede un traino per la crescita da emergenti asiatici e latino-americani

di Antonio Cardarelli 19 Dicembre 2022 14:35
financialounge -  Andrea Siviero Ethenea inflazione mercati

Sarà un 2023 ancora dominato dall'inflazione, che rimarrà il primo problema da combattere. Ne è convinto Andrea Siviero, Investment Strategist di Ethenea Independent Investors, che ha fatto il punto sui temi per il prossimo anno soffermandosi sul rischio recessione e sui Paesi che, nonostante le difficoltà, sosterranno la crescita globale nel 2023.

INFLAZIONE ANCORA PERSISTENTE


“Le pressioni sui prezzi continuano a rappresentare la più grande minaccia per l'economia mondiale nel 2023. L'inflazione primaria globale raggiungerà probabilmente il picco, tuttavia l'inflazione di fondo resterà ancora a lungo a livelli elevati e comincerà a muoversi in direzione dei target delle banche centrali solo nel 2024”, spiega l'esperto di Ethenea Independent Investors.

NEL 2023 INFLAZIONE AL 6,5%


Secondo Andrea Siviero, oltre all'inflazione, anche l'inasprimento della politica monetaria e la forte insicurezza generalizzata peseranno sulle prospettive economiche. Inoltre, permane una discrepanza tra dati dell'economia reale e gli indicatori anticipatori, ormai in calo da mesi. Pur essendo vicina al picco, l'inflazione secondo l'esperto di Ethenea continuerà a viaggiare a livelli elevati: nel 2023 scenderà al 6,5%, ma minaccia di consolidarsi in ambiti critici come salari, affitti e terziario.

FORTE RISCHIO DI ERRORI DI POLITICA MONETARIA


In un contesto del genere le banche centrali devono muoversi con cautela e secondo Siviero la politica monetaria rimarrà probabilmente restrittiva "al fine di ripristinare da un lato la stabilità dei prezzi e dall'altro per non alimentare le aspettative di tassi d'inflazione futuri ancora più alti". Contemporaneamente la politica finanziaria dovrebbe concedere sgravi volti ad attutire gli effetti del rincaro dei prezzi dell'energia. "Nel complesso, il rischio di errori politici è fortemente aumentato: le banche centrali rischiano di fare troppo o troppo poco. Un inasprimento eccessivo potrebbe precipitare l'economia mondiale in una grave recessione o innescare una crisi finanziaria, mentre una stretta troppo modesta porterebbe al consolidamento dell'inflazione, al disancoraggio delle aspettative di inflazione e all'aumento delle spese future per domare la dinamica dei prezzi", commenta Siviero.

RECESSIONE POCO PROFONDA IN VISTA


“I rischi di una grave recessione sono a nostro avviso moderati, giacché i mercati del lavoro restano solidi, i bilanci dei consumatori e delle aziende sono robusti, la situazione delle banche è molto migliore di com'era dopo la crisi finanziaria globale e gli istituti centrali procederanno con cautela nell'inasprire le proprie politiche per evitare il crollo dell'economia", spiega l'esperto di Ethenea. Secondo l'analisi di Siviero l'economia mondiale scivolerà in una recessione poco profonda con alcuni trimestri di crescita negativa, per poi entrare in un periodo di crescita debole, frenata dalla persistente inflazione e da un orientamento monetario più restrittivo. “Tuttavia si rilevano nette differenze tra le diverse regioni: l'Eurozona e il Regno Unito potrebbero già trovarsi in una recessione, mentre le future decisioni di politica monetaria della Fed potrebbero consentire agli Stati Uniti di salvarsi per un pelo. In Cina la crisi dipenderà in larga misura dall'allentamento delle restrizioni anti-Covid e dalla capacità del paese di gestire la crisi del mercato immobiliare. Mentre i paesi emergenti asiatici e latinoamericani sembrano avere sotto controllo i rischi di inflazione e nel 2023 potrebbero essere in grado di sostenere la crescita globale”, conclude Siviero.
Share:
Trending