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Le misure

Legge di bilancio 2023, ecco tutte le novità

Tra le misure più rilevanti: il Reddito di cittadinanza verrà abolito nel 2024, arriva Quota 103, aumenta il taglio del cuneo fiscale, la flat tax per i forfettari sale fino a 85mila euro di ricavi. Confermato il bonus contro il caro-bollette

di Fabrizio Arnhold 22 Novembre 2022 16:32
financialounge -  economia fisco flat tax legge di bilancio manovra

Il governo di Giorgia Meloni ha approvato la sua prima legge di bilancio. La discussione in Consiglio dei ministri è durata ore ma alla fine si è trovata una quadra. Adesso la manovra dovrà essere approvata dal Parlamento che ha tempi strettissimi per eventuali modifiche, visto che il testo dovrà essere spedito a Bruxelles entro il 30 novembre e la legge dovrà essere approvata in via definitiva da Camera e Senato entro il 31 dicembre. Tante le novità, tra pensione e flat tax per le partite Iva in regime forfettario. Scopriamo quali sono le principali.

REDDITO DI CITTADINANZA VIA DAL 2024


Il reddito di cittadinanza sarà abolito dal primo gennaio 2024. Il sostegno ai più poveri sopravviverà al massimo per un anno ma già nel 2023 non saranno più accettate nuove richieste. Dal 2024, al posto del Reddito, ci saranno due strumenti: uno per la lotta alla povertà, destinato a coloro che non possono lavorare; l’altro per le politiche attive, per le persone occupabili.

ARRIVA QUOTA 103


Capitolo pensione: arriva Quota 103. Si potrà andare in pensione nel 2023 con 62 anni di età e 41 di contributi. Si tratta di una norma-ponte, valida solo per l’anno prossimo, in attesa di una riforma più strutturale, che dovrà poi essere discussa con le parti sociali. In arrivo un piccolo aumento per le pensioni minime (oggi a 536 euro), ennesima proroga per Opzione donna e Ape sociale. Per quanto riguarda l’indicizzazione delle pensioni al costo della vita, sarà piena per assegni fino a 2.100 euro, scenderà per quelli più alti.

TAGLIO DEL CUNEO FISCALE


I lavoratori dipendenti con un reddito fino a 20mila euro lordi all’anno, pagheranno nel 2023, tre punti in meno di contributi previdenziali. Verseranno cioè all’Inps il 6% circa della retribuzione lorda, anziché il 9%. Non ci saranno effetti sulla futura pensione perché sarà lo Stato a versare la differenza all’Inps. Chi guadagna fino a 35mila euro avrà ancora garantito il taglio di due punti. Scende dal 10% al 5% l’aliquota fiscale sulle voci salariali frutto di accordi integrativi. Oggi l’aliquota agevolata del 10% si applica fino a un tetto massimo di 3mila auro annui e solo per i lavoratori con redditi fino a 80mila euro lordi.

FLAT TAX PER LE PARTITE IVA FINO A 85MILA EURO


Sale il limite dei compensi o ricavi per le partite Iva in regime forfettario che da 65mila arriva a 85mila euro. Il tetto dei ricavi consente a lavoratori autonomi e professionisti di beneficiare dell’aliquota unica al 15% sostitutiva di Irpef e Irap e Iva. Attualmente sono interessati circa 2,1 milioni di partite Iva. Questo innalzamento della soglia allargherebbe la platea, secondo le stime del ministero, di circa 100mila soggetti. Dovrebbe esserci anche la flat tax incrementale ma solo per i redditi d’impresa – anche per i dipendenti costerebbe troppo – o di lavoro autonomo che non scelgono il forfettario: in questo caso l’aliquota piatta al 15% sarebbe su una quota dell’incremento di reddito 2022, paragonato al più alto reddito dichiarato nei tre anni precedenti e assoggettato all’Irpef, con un tetto massimo di 40mila euro.

PACE FISCALE


Non è un condono ma una “tregua fiscale”. Confermato lo stralcio delle cartelle dal 2000 fino al 2015 per un importo fino a 1.000 euro. Da confermare, invece, quelle fino a 3mila per cui era stato previsto uno sconto del 50%. Per le cartelle tra il 1° gennaio 2020 e il 30 giugno 2022 sarà prevista una mini sanzione al 5% con una definizione agevolata con la rateizzazione fino a 5 anni. Stop all’aumento sulle multe. Accantonato, per ora, il provvedimento sul rientro dei capitali dall’estero. Dal 1° gennaio sale il limite per i pagamenti in contanti fino a 5mila euro.

CARTA RISPARMIO E ASSEGNO UNICO


Non verrà azzerata l’Iva su pane e latte ma il governo introdurrà una “carta risparmio” che sarà erogata dai Comuni alle famiglie più in difficoltà. Per la misura è stato stanziato un fondo da 500 milioni di euro. Iva ridotta al 5% per pannolini, biberon e omogenizzati ma anche per gli assorbenti. Sono confermati anche per il 2023 i bonus tv per la rottamazione e per l’acquisto del decoder. Ritoccato l’assegno unico universale: sarà più alto anche per chi ha il primo figlio. Per le famiglie dai tre figli in su sarà raddoppiata la maggiorazione forfettaria che passa da 100 a 200 euro.

SGRAVI SULLE BOLLETTE


La maggior parte delle risorse della manovra, oltre 20 miliardi, sono destinati ad agevolazioni contro il caro-bollette. Il governo conferma l’azzeramento degli oneri di sistema. Confermato il bonus, una tantum, per i redditi bassi, calcolato su un Isee che sale da 12mila a 15mila euro, per pagare le bollette. Rateizzazione prorogata fino a 36 mesi per chi ha difficoltà con i pagamenti. Si dimezza lo sconto sui carburanti che dagli attuali 30,5 centesimi di euro passa a 18,3 centesimi. Sale dal 25% al 35% la tassa sugli extraprofitti delle società energetiche. Decurtata al 5% l’Iva sul gas.

PONTE SULLO STRETTO E DIGITAL TAX


Dovrebbe trovare spazio il rifinanziamento delle agevolazioni della Nuova Sabatini. Servirebbe circa mezzo miliardo per rinnovare l’agevolazione pensata per facilitare l’accesso al credito delle imprese e aumentare la competitività. Torna l’idea di realizzare il ponte sullo Stretto di Messina, con la riapertura dei cantieri. Per Matteo Salvini “in un paio d’anni possono cominciare i lavori”.
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