Crisi energetica

La Russia riduce la fornitura di gas all'Italia, pronto il piano per il razionamento dei consumi

Gazprom taglia di un terzo le forniture a Eni, il rischio è quello di un blocco totale del gas russo in Europa. L’Italia è pronta ad affrontare questo scenario con un piano di razionamento dei consumi

di Fabrizio Arnhold 11 Luglio 2022 12:39

financialounge -  Crisi energetica Gas gasdotto Nord Stream 1
Dieci giorni di stop. La Russia chiude i rubinetti del gasdotto Nord Stream 1, che porta il gas in Europa. La motivazione ufficiale di Mosca è la necessità di manutenzione. “Dall'11 al 21 luglio 2022 - si legge in una nota -, Nord Stream AG chiuderà temporaneamente entrambe le linee del suo sistema di gasdotti per lavori di manutenzione ordinaria, inclusi test di elementi meccanici e sistemi di automazione per garantire operazioni di gasdotti affidabili, sicure ed efficienti".

GAZPROM FORNIRÀ MENO GAS


Il colosso russo dell’energia Gazprom ha comunicato che per oggi fornirà a Eni volumi di gas pari a circa “21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi/giorno”. Lo riferisce Eni in una nota precisando che “fornirà ulteriori informazioni in caso di nuove e significative variazioni dei flussi”. Il Cremlino rassicura sul fatto che le forniture riprenderanno non appena ultimata la manutenzione che richiede più giorni a causa delle sanzioni occidentali che hanno bloccato la consegna di una turbina. Per l’Europa, invece, Mosca sta sfruttando il gas come un’arma.

COSA SUCCEDE IN CASO DI STOP DEL GAS RUSSO


La guerra in Ucraina rende sempre più probabile una crisi energetica. La chiusura del gasdotto Nord Stream 1 comporterà un taglio dei consumi del 15%, fino al 20% in Germania. Ma l’Europa si prepara al peggio, ossia a uno scenario che prevede lo stop totale delle forniture di gas russo al Vecchio Continente. Anche in Italia i rischi sono alti e per questo il nostro Paese sta cercando di aumentare le riserve per non restare senza gas.

IL PIANO ITALIANO IN CASO DI CRISI


L’anno scorso la Russia aveva assicurato all’Europa il 44% del suo fabbisogno di gas. Se Mosca dovesse bloccare completamente le forniture, il governo si troverebbe costretto a far scattare il piano di emergenza. Tra le misure previste, il “razionamento” del gas alle industrie che ne consumano di più, fino al maggior utilizzo delle centrali a carbone per la produzione di elettricità. Anche il riscaldamento ne risentirà, con un taglio di 2 gradi della temperatura nelle abitazioni e negli uffici, previsti anche risparmi per l’illuminazione pubblica, con i lampioni nelle strade che si spegnerebbero prima.

COPRIFUOCO SERALE PER L’ILLUMINAZIONE


Il governo sarebbe pronto ad abbassare di due gradi la temperatura dei climatizzatori e del teleriscaldamento (fino a 19 gradi per i termosifoni e a 27 gradi nel caso dei condizionatori estivi). Al vaglio anche la possibilità di ridurre l’orario di accensione. Si ipotizza anche il coprifuoco serale per l’illuminazione, con l’illuminazione pubblica delle città ridotta del 40%. I negozi potrebbero anticipare la chiusura alle 19, gli uffici pubblici alle 17.30 e i locali alle 23. Gli interventi dovranno essere mirati per cercare di avere il minor impatto possibile sull’economia.

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