Contatti

Politica monetaria

La Bce al test dello scudo anti-spread: ecco cosa può cambiare sui mercati

Neuberger Berman sottolinea le differenze con la crisi del debito e analizza i nodi da chiarire sul funzionamento del nuovo strumento annunciato da Christine Lagarde

di Virgilio Chelli 6 Luglio 2022 14:46
financialounge -  BCE Christine Lagarde daily news Neuber Berman spread

Mercati e investitori si chiedono che sia in arrivo un’altra crisi dell’Eurozona, o se la BCE riuscirà ad elaborare uno strumento efficace per gestire la volatilità degli spread periferici. Negli USA l’obiettivo della Fed è frenare un’inflazione che corre all’8,6% senza provocare una recessione o perdite eccessive di posti di lavoro. La BCE dovrà raggiungere gli stessi due obiettivi partendo da tassi negativi e da un’inflazione che viaggia agli stessi livelli, ma ha anche una terza variabile da bilanciare, l’ampliamento degli spread tra i titoli di Stato tedeschi e quelli dei Paesi dell’Europa meridionale, che riporta alla mente la crisi esistenziale di un decennio fa.

IL "TRILEMMA" DELLA BCE


Neuberger Berman, nelle Prospettive settimanali del CIO firmate da Patrick Barbe, Head of European Investment Grade Fixed Income e Ugo Lancioni, Head of Global Currency, parla di dal titolo “trilemma della BCE”, partendo dal problema dell’inflazione e sottolineando che la debolezza dell’euro su dollaro non aiuta. La caduta della moneta unica ha contribuito all’aumento del costo dell’energia importata. Se la Fed è stata presa allo sprovvisto dalla corsa dei prezzi, la debolezza dell’euro è un’indicazione di quanto la BCE si trovi indietro. L’euro continua a perdere terreno nonostante i mercati scontino più rialzi dei tassi della BCE che della Fed nei prossimi tre anni.

UN’AGGRESSIVITÀ CHE NON AIUTA


Secondo Barbe e Lancioni, il problema è che l’atteggiamento aggressivo della BCE non sta facendo aumentare solo i rendimenti dei titoli tedeschi ma ancora più velocemente quelli dei Paesi periferici, a partire dal rendimento del decennale italiano. L’atteggiamento aggressivo della BCE porta a un deterioramento delle condizioni nei mercati del credito mentre gli investitori considerano spesso la vendita allo scoperto di obbligazioni dell’Europa meridionale come un modo per coprire il beta di portafoglio dall’esposizione ad asset rischiosi o al credito.

FONDAMENTALI ITALIANI SOLIDI


Questo nonostante le prospettive, secondo Neuberger Berman relativamente solide, sui fondamentali dell’Italia, che sembra destinata a sovraperformare sul fronte del deficit grazie alla spesa dei principali Paesi europei per tutelare i consumatori dall’inflazione. La BCE sta lavorando a uno strumento “anti-frammentazione” e l’annuncio è stato sufficiente a ridurre lo spread italiano di 50 punti riportandolo ai livelli di metà maggio. Ma per ottenere la fiducia del mercato secondo Barbe e Lancioni ci sono tre domande a cui rispondere.

CAPIRE SE CI SONO LIMITI O CONDIZIONI


La prima è se gli acquisti nell’ambito del nuovo strumento prevedono limiti o condizioni, che potrebbero dissuadere i Paesi potenzialmente beneficiari dall’accettare gli acquisti. Poi bisogna capire se gli acquisti interesseranno solo specifici Paesi. In passato il sostegno non era incanalato verso i Paesi che ne avevano più bisogno, e oggi il problema risulterebbe ancora maggiore perché spingere al ribasso i rendimenti core dell’Eurozona inasprirebbe le pressioni inflazionistiche. Per questo, secondo Neuberger Berman, il nuovo strumento dovrebbe essere rivolto a specifici Paesi.

OPPURE TARGET SPECIFICI


Il terzo quesito riguarda l’obiettivo o meno di uno specifico livello “fondamentale” degli spread. Barbe e Lancioni non credono che la BCE veda questo come parte del suo compito, ritenendo invece che punterà a ridurre parte della volatilità speculativa degli spread, persuadendo il mercato che le vendite allo scoperto non rappresentino più una copertura efficace dei rischi. Se il nuovo strumento dovesse avere successo, secondo Neuberger Berman gli spread potranno riavvicinarsi gradualmente alle attese sui fondamentali.

CONDIZIONI MIGLIORI DI 10 ANNI FA


In generale, le condizioni oggi sono più favorevoli di un decennio fa, la guerra ha rafforzato la solidarietà Europea, Mario Draghi gode di grande favore. Inoltre, fattore forse più importante, la Germania ha chiaramente bisogno di una soluzione a causa delle sue difficoltà sul fronte del caro energia. Nonostante l’arretramento degli spread seguito all’annuncio dello strumento “anti-frammentazione”, gli esperti di Neuberger Berman ritengono che il suo potenziale impatto non sia stato scontato appieno.

MARGINI DI RIENTRO


Gli investitori con un orizzonte di lungo periodo sembrano voler attendere maggiori dettagli. Tutti gli asset rischiosi, tra cui i titoli di Stato italiani, rimangono vulnerabili a una possibile recessione e al sentiment negativo. Ciononostante, sottolineano in conclusione Barbe e Lancioni, il nuovo strumento “anti-frammentazione” potrebbe fornire agli spread italiani un certo margine di riduzione rispetto ai livelli attuali.
Share:
Trending