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La giornata sui mercati

Anche le cinesi Xiaomi e Lenovo lasciano Mosca

I listini del Vecchio Continente iniziano la settimana senza slancio, con gli investitori che attendono il dato sull’inflazione negli Stati Uniti, che sarà diffuso mercoledì. Oggi la Russia celebra la vittoria contro la Germania

di Fabrizio Arnhold 9 Maggio 2022 09:17
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Le Borse europee iniziano la settimana in rosso, in attesa del dato chiave dell’inflazione Usa. A Milano il Ftse Mib apre a -0,16%, il Dax di Francoforte -0,38%, il Cac 40 di Parigi -0,41%, l’Ibex 35 di Madrid -0,01% e il Ftse 100 di Londra -0,20%. Chiusura pesante per la Borsa di Tokyo, con l’indice Nikkei che ha perso il 2,5%.

ATTESA PER INFLAZIONE USA


Gli occhi degli investitori sono puntati sul dato Cpi sull’inflazione Usa, che sarà diffuso mercoledì. Il dato è importante perché potrà comportare delle successive azioni da parte della Fed, dopo l’aumento dei tassi della scorsa settimana. La banca centrale americana dovrà valutare se innalzare ulteriormente i tassi di 75 punti base per cecare di contrastare l’inflazione, oppure se rivedere la stretta per non rallentare la crescita.

DOLLARO PIÙ FORTE


Sul fronte valutario, la moneta unica è tornata a indebolirsi verso il dollaro e viene scambiata a 1,0506. Oggi è il giorno in cui la Russia celebra la vittoria contro la Germania nazista della Seconda guerra mondiale ed è atteso un discorso del presidente Vladimir Putin. Il G7 riunito conferma la linea dura degli Stati Uniti contro la Russia ma non c’è ancora un accordo sull’embargo del petrolio di Mosca.

XIAOMI LASCIA LA RUSSIA


Aumenta il numero delle compagnie tech che lasciano la Russia, questa volta anche marchi cinesi. A due mesi di distanza dall’inizio del conflitto in Ucraina, DJI è la prima azienda cinese che ha deciso di lasciare la Russia. Come riporta il Wall Street Journal, la scelta del produttore di droni sarà seguita anche da Xiaomi e Lenovo, colossi tech cinesi che si stanno preparando a lasciare il mercato russo.

PETROLIO IN CALO


I prezzi del petrolio rallentano dopo la corsa dell’ultima settimana, frenati dai dati dell’export cinese, inferiori alle previsioni ad aprile. Pesa anche la decisione dell’Arabia Saudita di abbassare i prezzi ufficiali di vendita del greggio in Asia e in Europa, anche per la minore domanda in Cina, causa lockdown. Il Brent luglio viene scambiato a 112 dollari al barile (-0,3%), mentre il Wti giugno a 109,3 dollari al barile. Poco mosso il gas naturale, fermo a 110 auro al megawattora. Lo spread apre stabile a 200 punti.
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