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L'analisi

Addio vecchia globalizzazione, arriva l'economia di guerra: cosa cambia per chi investe

Edmond de Rothschild delinea uno scenario di cambiamento indotto da pandemia e guerra rispetto ai trend della globalizzazione e dell’ordine globale precedenti, dove la transizione energetica diventa imperativa

di Virgilio Chelli 27 Aprile 2022 19:00
financialounge -  Delphine Arnaud Edmond de Rothschild Asset Management Michaël Nizard

Negli ultimi due anni, l’economia globale è stata investita da tre convulsioni successive: il blocco da pandemia, violenta ripartenza e reflazione, e infine l’ingresso in un tunnel di incertezze geopolitiche alle porte d’Europa per lo shock indotto da Putin. L’intero mercato delle commodity e il flusso degli scambi sono stati violentemente impattati insieme alle catene di distribuzione globali, erodendo le potenti forze e i trend che si erano consolidati alla fine del secolo scorso, la globalizzazione e il nuovo ordine politico e finanziario. Nel nuovo ambiente, torna ad essere imperativo moltiplicare gli sforzi per la transizione energetica.

RILOCALIZZAZIONE, REGIONALIZZAZIONE E RIORGANIZZAZIONE


Michaël Nizard, Head of Multi-Asset & Overlay, e Delphine Arnaud, Fund Manager Multi-Asset & Overlay, di Edmond de Rothschild Asset Management, delineano i tre trend e i relativi sotto-trend destinati a plasmare il nuovo assetto dell’economia globale. Il primo è rappresentato dalla rilocalizzazione, regionalizzazione e riorganizzazione del commercio mondiale, che imporrà la revisione di un trend partito dagli anni 70 e richiederà di passare dalla logica "just-in-time" a quella "just-in-case", con il lavoro low-cost non più caratteristica dominante.

NUOVA ONDATA DI INVESTIMENTI


Il nuovo assetto del commercio globale, secondo gli esperti di Edmond de Rothschild, avrà due impatti principali: un rischio per i margini aziendali e un rimbalzo degli investimenti nei settori più investiti. Se la guerra in Ucraina dura a lungo, si ridurranno i consumi meno necessari. Per quanto riguarda gli utili aziendali, solo in Europa potrebbero contrarsi di 10 punti, con un calo del 5% dei ricavi e di un punto dei margini. La nuova ondata di investimenti è attesa soprattutto nell’automotive, nel sanitario, nei semiconduttori e nella tecnologia e sarà diretta sia alla rilocalizzazione delle linee produttive sia all’aumento della componente di automazione, e rappresenterà anche un forte impulso alla crescita nei Paesi occidentali. Investimenti in arrivo anche nell’energia, in particolare per lo sviluppo del nucleare.

VERSO UN NUOVO ORDINE FINANZIARIO


I due esperti di Edmond de Rothschild notano che già prima dell’attacco di Putin, la sfiducia nelle istituzioni internazionali era stata intaccata dalla presidenza Trump. Ora le sanzioni alla Russia rischiano di ridurre la sfera di influenza di chi le ha imposte, a cominciare da USA e Europa, e si può temere una diminuzione del peso internazionale delle valute forti tradizionali a favore della moneta cinese, mentre la carenza di energia e commodity indotta dalla guerra minaccia la stabilità sociale in molti paesi.

RITORNO DELL’ASSE FRANCO-TEDESCO


La guerra in Ucraina segna anche in qualche modo lo storico fallimento della pluridecennale politica tedesca di apertura a Est che risale ai tempi di Willy Brandt, con una revisione critica dell’era Merkel, mentre di fatto rafforza la presa sull’Europa dell’asse franco-tedesco. Intanto, il supporto dei bilanci pubblici sta prendendo il posto dello stimolo monetario, e dovrà concentrarsi su settori come sanità, educazione, e ora anche difesa. L’Eurozona potrebbe soffrire per qualche trimestre del rallentamento economico e dei colli di bottiglia globali, ma poi potrà risollevarsi grazie proprio agli investimenti in indipendenza energetica e difesa.

ACCELERAZIONE DELLA TRANSIZIONE ENERGETICA


La guerra ha messo a nudo la dipendenza energetica europea dalla Russia, in aumento dal 2014. Dall’incidente di Fukushima la Germania ha deciso di allontanarsi dal nucleare aumentando la dipendenza da gas e carbone, e ora rischia di affrontare il prossimo inverno in condizione di scarsità energetica, che pone anche rischi di recessione all’intera Europa. La transizione energetica diventa ancora più urgente, ma richiederà comunque anni. Saranno comunque necessari investimenti massicci, che la politica cercherà di indurre e accelerare anche con strumenti normativi, e nel periodo transitorio è prevedibile distruzione di ricchezza e di posti di lavoro, in settori come l’automotive, il che richiederà importanti interventi governativi, in parte già contenuti nel Next Generation EU.

VERO UN’ECONOMIA DI GUERRA


Tutti questi impatti ereditati negli ultimi due anni stanno convergendo verso quella che i due esperti di Edmond de Rothschild definiscono un’economia di guerra, fatta di larghi deficit pubblici, alta inflazione e scarsità di molte materie prime, il tutto accompagnato da politiche fiscali ultra espansionistiche e tassi bassi per limitare il costo del debito. Per questo occorre focalizzarsi sull’impatto per gli investimenti del nuovo interventismo dei governi in economia, con grande attenzione anche alla durata e all’intensità della guerra in Ucraina.
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