Contatti

Dove comprare

Nessun crash dei tech, solo assestamenti dopo corsa mozzafiato

Nel 2022 bisognerà guardare dentro gli indici per capire dove prendere il profit e dove comprare sugli storni. La sbandata del Nasdaq non anticipa un ritorno alla bolla del 2000 ma riflette mille situazioni diverse

di Stefano Caratelli 10 Gennaio 2022 08:13
financialounge -  azionario Bulletin investimenti nasdaq Tech

Non sono pochi quelli che guardano con una certa apprensione, se non qualcosa di più, al grafico del Nasdaq, l’indice-simbolo del tech globale che nelle prime 5 sedute del 2022 ha lasciato sul terreno un migliaio di punti. Alla fine parliamo di poco più del 6% ma la metà dello scivolone si è concentrata il giorno della Befana e venerdì 7 ha fatto seguito un ulteriore calo dell’1 per cento invece del rimbalzo. Un’accelerazione che telegrafa un crash in arrivo per i big tech arrivati a fine corsa? Oppure una salutare correzione dagli eccessi che apre finestre di ingresso per comprare a saldo? Sembrerebbero tutte e due domande sbagliate, e quindi destinate a non avere una risposta utile. Parlare oggi di azioni tech non è la stessa cosa che era 22 anni fa parlare di new economy e titoli internet. Allora era un’avanguardia in territorio inesplorato, in un mondo che tutto sommato funzionava ancora prevalentemente con la old economy. Oggi il digitale è l’innervatura dell’intera economia globale, il cloud si usa in agricoltura, nei trasporti merci transoceanici, nell’oil&gas, nell’industria manifatturiera a cominciare dall’auto, nelle costruzioni e nelle infrastrutture, fino al credito e alla finanza. Ipotizzare il crash del tech vuol dire immaginare la fine del mondo.


DENTRO IL TECH C’È DI TUTTO


Evidentemente non è così. Bisogna andare a guardare dentro gli indici in profondità, e non solo il Nasdaq, perché anche nello S&P 500 la componente tech ormai pesa per almeno due terzi. E dentro si trova di tutto. Come Enphase Energy, caduta del 21% da inizio anno e distante ormai il 44% dai massimi di solo un paio di mesi fa, dopo una corsa mozzafiato, che continua però a scambiare a multipli stellari. Intanto, Enphase è tech o energy, un settore avanzato di quasi il 50% nel 2021? Applica la tecnologia alla produzione di solare e allo stoccaggio energetico. Oppure Nvidia, entrata in territorio Orso, visto che la distanza dai massimi supera anche se di poco il 20%, ma anch’essa reduce da una corsa sfrenata che l’ha portata a decuplicare il valore del titolo in tre anni, con una accelerazione mostruosa tra metà 2020 e l’inizio di dicembre, quando è iniziata la correzione. Parlare di Orso per un’azione che continua a valere tre volte quello che valeva 18 mesi fa sembra una presa in giro.

MERCATI E ECONOMIE IN MEZZO AL GUADO


Se non siamo a marzo del 2000, allora dove siamo? Probabilmente in mezzo a un guado epocale. Mercati e economie hanno deciso di lasciarsi definitivamente alle spalle la terra della old economy dopo un paio di secoli, ma non hanno ancora piantato le tende sull’altra sponda, quella del digitale, del 5G, dell’intelligenza artificiale, dell’automazione, del cloud, etc. Nel guado c’è una forte corrente, fatta di forze contrapposte, che sono invece sempre le stesse da millenni. Da una parte la voglia di intascare almeno parte dei guadagni stellari realizzati finora solo sul tabellone di Wall Street, e dall’altra la tentazione di andare a raccogliere a prezzi che sembrano da saldo quello che tra pochi anni o mesi potrebbe valere tre o quattro volte di più. In questo gioco, che potrebbe durare anche tutto il 2022, gli indici di Borsa alla fine possono anche essere a somma zero, ma sotto i movimenti possono essere anche potenti.

LE ETICHETTE NON DICONO PIÙ NULLA


Ovviamente, gli ultimi arrivati sono quelli che se la passano peggio perché devono decidere se accettare la perdita dopo essere entrati sui massimi recenti, oppure tenere duro e aspettare che passi la nottata. Sul mercato intanto sta succedendo quello che ha già iniziato a verificarsi per le strategie di investimento ESG, vale a dire ambiente, sociale e governance. Fino a non molto tempo fa, bastava l’etichetta per invogliare gli investitori, ora sono sempre più quelli che vogliono guardarci dentro, settore per settore e azienda per azienda. Lo stesso sta accadendo e dovrà succedere per il mercato azionario in generale. L’etichetta "Tech" ormai vuol dire poco o nulla, in un mondo dove Amazon è la nuova Walmart globale, Microsoft la nuova IBM e Tesla la nuova General Motor o magari la nuova General Electric. In Europa è diverso, il tech è dappertutto ma viaggia sotto la superficie, non ci sono campioni globali da comprare sui minimi o vendere sui massimi.

BOTTOM LINE


Lo stock picking è lo sport da imparare a praticare nel 2022, magari approfittando della confusione per cominciare ad allocare una fettina di portafoglio sugli asset alternativi, dove il biglietto d’ingresso sta diventando sempre più alla portata di redditi non milionari. La selezione chirurgica di settori e singoli titoli non si può fare da soli, neanche nelle strategie passive, dove la gamma di strumenti è sempre più ampia e diversificata. Inseguire giorno per giorno e ora per ora i titoli dei media che passano con disinvoltura dai crolli ai rally per farsi leggere sembra il modo più sicuro per farsi del male.
Share:
Trending