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I fattori da seguire

Robeco: mercati spaventati da inflazione, mosse della Fed e Omicron

Peter van der Welle, Strategist del team Multi Asset di Robeco, ritiene che l’economia USA può assorbire tassi più alti e continuare a crescere sostenuta. Ma possono innescarsi temporanee avversioni al rischio

di Virgilio Chelli 22 Dicembre 2021 12:38
financialounge -  azionario investimenti Peter van der Welle Robeco

L’inflazione negli Stati Uniti viaggia al 6,2%, ai massimi dal 1990, spinta soprattutto dai rincari dell’energia e degli alimentari, nonostante segni comunque un incremento del 4,6% anche escludendoli, mentre il timore di una riduzione degli acquisti della Fed molto più rapida proprio per combatterla possa preludere a un rialzo anticipato dei tassi. Come risultato l’azionario si è deprezzato mentre i mercati obbligazionari hanno invertito la rotta, con un rialzo dei prezzi e conseguente calo dei rendimenti alimentato anche dai timori sul nuovo ceppo Omicron del Covid, iniziando anche a scontare un aumento anticipato dei tassi da parte della Fed ora previsto a maggio del 2022.

CURVA PIÙ RIPIDA


Peter van der Welle, Strategist del team Multi Asset di Robeco, sottolinea che la curva dei futures sui tassi dei Fed Funds è diventata più ripida di fronte a questa evoluzione nella previsione che la riunione del FOMC prevista a maggio 2022 annuncerà nuove politiche relative ai tassi. Sulla base della curva degli swap, le aspettative di rialzo dei tassi sembrano puntare di più verso un livello dell’1,75%, rispetto all’attuale 0,25%, osserva van der Welle, il che implica un tasso di equilibrio relativamente basso rispetto ai precedenti cicli di rialzi, il che sta esercitando una forza di attrazione sui rendimenti dei Treasury a 10 anni. Invece le azioni sono influenzate anche dalla variante Omicron che ha causato restrizioni nei trasporti e ulteriori misure di contenimento in Europa.

DOCCIA FREDDA DI POWELL


In genere, l’esperto di Robeco ricorda che novembre è un mese caratterizzato da scambi vivaci sui mercati azionari, contribuendo a far crescere i rendimenti da inizio anno in media dell’1%, ma stavolta non è accaduto, e le azioni globali hanno ceduto l’1,5%. La doccia fredda è arrivata con l’intervento di Powell al Congresso, che ha colto di sorpresa gli analisti, che ha preso le distanze dal mantra dell’inflazione “transitoria”. La natura dell’inflazione è importante, sottolinea van der Welle, perché in prevalenza quella attuale non appartiene al tipo “buono”, che coincide con un’economia in equilibrio, ma al contrario è “cattiva”, causata dai vincoli dell’offerta, che alla fine potrebbe aprire la strada a una ‘pessima’ inflazione.

FORZA DEL MERCATO DEL LAVORO


Anche l’attuale forza del mercato del lavoro statunitense aumenta le possibilità che la natura di questa inflazione prenda il sopravvento, con il maggior potere di negoziazione dei lavoratori che alimenta la spirale salari-prezzi. Il nuovo ceppo Omicron del Covid, aggiunge van der Welle, imprime ulteriore spinta all’ultima svolta di Powell, mentre anche l’Ocse ha avvisato che l’inflazione non diminuirà fino al termine della pandemia, e una nuova variante potrebbe prolungare la battaglia contro il Covid e di conseguenza con l’inflazione.

NON SOLO BRUTTE NOTIZIE


Ma, sottolinea in conclusione l’esperto di Robeco, non giungono solo cattive notizie: negli Stati Uniti il terzo trimestre si è chiuso con utili aziendali stellari, a dimostrazione che le società continuano a guadagnare ‘pricing power’, facendo ben sperare per le azioni. L’esperto di Robeco continua a pensare che la fine del tapering non implichi una transizione fluida verso un ciclo di rialzo dei tassi, perché idealmente la Fed vorrebbe osservare un tasso di attività economica più alto prima di aumentare il tasso di riferimento.

INFLAZIONE IN RALLENTAMENTO NEL 2022


Nel 2022, van der Welle prevede che l’inflazione si attenuerà, offrendo alla Fed un certo margine di manovra per capire se parte del calo della partecipazione al mercato del lavoro sia ciclico. In definitiva, secondo l’analisi di Robeco, ciò che conta per i mercati azionari non è tanto la data del rialzo dei tassi della Fed ma il grado di avvicinamento verso il tasso di equilibrio. Nello scenario di una Fed iper-rigida nel breve termine, l’economia riuscirà ad assorbire i primi aumenti e continuerà a crescere a un ritmo sostenuto nel 2022. Ma intanto la crescita delle infezioni e la scoperta di nuove varianti di Covid possono innescare fasi temporanee di avversione al rischio che favoriranno i titoli di Stato.
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