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Politica monetaria e inflazione

Candriam: il gioco dell’attesa delle banche centrali non può durare a lungo

Gli obiettivi degli istituti monetari vanno valutati nel lungo periodo per capire se siano compatibili con la stabilità finanziaria in un contesto di inflazione più alta

di Leo Campagna 3 Dicembre 2021 08:00
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L'inflazione si mantiene su livelli elevati a livello mondiale a causa sia dei colli di bottiglia nelle supply chain sia della carenza di manodopera. “Questi fattori dovrebbero persistere ancora per qualche mese, mentre lo shock energetico aggiunge incertezza alla traiettoria di crescita. In questo contesto, la capacità di reazione delle banche centrali saranno prontamente messe alla prova. Solo il tempo ci dirà se la loro pazienza sarà stata ricompensata da crescita resiliente e stabilità finanziaria” commentano Nicolas Forest, Global Head of Fixed Income e di Céline Deroux, Senior Fixed Income Strategist, Global Bonds di Candriam.

LA FEDERAL RESERVE USA HA UN DUPLICE MANDATO


I due manager hanno analizzato se gli obiettivi delle banche centrali siano compatibili con la stabilità finanziaria in una situazione che vede crescere l’inflazione. “La Federal Reserve statunitense ha un duplice mandato, ovvero stabilità dei prezzi e piena occupazione. Un anno fa la ha adottato anche un obiettivo flessibile di inflazione media del 2% (FAIT), che deve essere coerente con un mercato del lavoro pienamente attivo” riferiscono i due manager di Candriam. Questo consente di fatto alla Fed di tollerare un'impennata dell'inflazione finché non sarà stata raggiunta la piena occupazione.

ECCESSO DI INFLAZIONE TRANSITORIO


“Nelle ultime comunicazioni, la banca centrale Usa ha descritto l'eccesso di inflazione come transitorio, prevedendo un livello vicino al 2,2% entro la fine del 2022. Ha inoltre annunciato una politica di normalizzazione, riducendo da 120 a 105 i miliardi di dollari per gli acquisti mensili di asset, con l'obiettivo azzerarli verso la fine del secondo trimestre del 2022” spiegano Forest e Deroux.

DUE AUMENTI DEI TASSI USA NEL SECONDO SEMESTRE 2022


Sulla base del "Dot Plot” (grafico a puntini che sintetizza le indicazioni dei membri del Consiglio della banca centrale Usa) gli aumenti dei tassi dovrebbero giungere dopo la fine del tapering, poiché l'economia statunitense è ancora lontana dalla piena occupazione.” Riteniamo che la Fed potrebbe procedere a due aumenti dei tassi nel secondo semestre del 2022” dichiarano i due manager di Candriam. Secondo i quali, durante o dopo i primi rialzi dei tassi, è possibile anche una riduzione attiva del bilancio in modo da integrare gli strumenti della Fed nel percorso verso la normalizzazione della politica monetaria.

BCE, OBIETTIVO DI INFLAZIONE SIMMETRICO


In Europa, invece, la BCE ha adottato un obiettivo di inflazione simmetrico e, inoltre, intende includere i fattori climatici nella valutazione della politica monetaria. “La BCE prevede ulteriore inflazione a breve termine, che calerà nel 2022 prima di scendere al di sotto dell'obiettivo del 2% nel 2023. Il Programma PEPP da 1.875 miliardi di euro per l’acquisto di asset proseguirà a un ritmo più lento, per concludersi a marzo 2022. Dovrebbe seguire poi un programma di acquisto di asset più flessibile” fanno sapere Forest e Deroux.

LE PROSSIME MOSSE DELLE BANCHE CENTRALI


C’è il rischio che la pazienza adottata finora dalle banche centrali possa costringerle ad agire in modo aggressivo se le aspettative di inflazione dovessero schizzare in alto. “I prezzi al consumo preoccupano le aziende e i consumatori mentre le pressioni salariali potrebbero creare un circolo vizioso capace di trasformare il carovita a breve termine in qualcosa di più permanente. E’ però anche vero che una risposta aggressiva a un'inflazione (potenzialmente) transitoria potrebbe mettere a repentaglio la ripresa economica e rischierebbe di innescare un brusco rallentamento, in un contesto caratterizzato da un debito, sia pubblico sia dei consumatori, più elevato a livello globale” concludono i due manager di Candriam.
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