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Rischio inflazione

Ethenea: la normalizzazione monetaria può frenare la ripresa

Andrea Siviero, Investment strategist di Ethenea Independent Investors, vede rischio limitato di stagflazione come negli anni 70 ma avverte che una normalizzazione monetaria potrebbe pregiudicare la ripresa

di Virgilio Chelli 16 Novembre 2021 18:30
financialounge -  Andrea Siviero Ethenea inflazione investimenti

Se le l’inflazione e le aspettative legate al suo aumento non rientrano si rischia un periodo di stagflazione come negli anni ’70. I rincari dei prezzi sono probabilmente temporanei, ma la normalizzazione della politica monetaria potrebbe rallentare la ripresa, e i rischi inflattivi cresceranno se gli squilibri tra domanda e offerta dureranno più a lungo del previsto. È l’analisi di Andrea Siviero, Investment strategist di Ethenea Independent Investors, secondo cui, dopo il forte recupero della prima metà del 2021, l'economia mondiale sta ora perdendo slancio. Tra i principali fattori d'incertezza che minacciano le prospettive economiche, Siviero segnala l'emergere di nuove varianti del Covid-19, la riduzione del supporto politico, le pressioni inflazionistiche e il rallentamento dell'economia cinese.

SFIDA INSIDIOSA PER LE AUTORITÀ


Il rallentamento della crescita accompagnato da pressioni inflazionistiche non solo è preoccupante, secondo l’esperto di Ethenea, ma rappresenta anche una sfida particolarmente insidiosa per le autorità politiche, e negli ultimi tempi si sono colti segnali indicanti che l'economia mondiale potrebbe presto entrare in un periodo di stagflazione simile a quello attraversato negli anni '70”. La stagflazione, spiega Siviero, indica una fase di alta inflazione abbinata a una crescita economica lenta e disoccupazione costantemente elevata. Nel peggiore dei casi, la stagflazione può essere accompagnata anche da una contrazione del prodotto interno lordo.

LA DIFFERENZA CON GLI ANNI '70


Negli anni '70 fu causata dalla combinazione di decisioni politiche errate, una politica troppo timida della Fed e un cambiamento storico del sistema monetario internazionale, a cui si accompagnarono due gravi shock petroliferi. La crisi del Covid-19 presenta nette differenze: la risposta politica senza precedenti ha scongiurato una depressione globale, favorendo una ripresa inconsueta e rapida, mentre la domanda complessiva ha messo a segno un poderoso recupero, ma non ha potuto essere soddisfatta, dati i problemi sul fronte dell'offerta, e l'economia mondiale si trova ora ad affrontare una difficile fase di adeguamento.

TENSIONI DESTINATE A RIENTRARE


Secondo Siviero comunque la crescita economica resta solida e la disoccupazione è vicina ai livelli pre-pandemia, per cui gli analisti prevedono per il 2021 e il 2022 crescita robusta che supererà il trend del recente passato. Le spinte inflazionistiche non sono omogenee e i recenti catalizzatori riflettono la forte accelerazione economica, l'aumento dei prezzi energetici e gli squilibri tra domanda e offerta dovuti alla pandemia, che probabilmente saranno solo temporanei. Inoltre, il mondo è in grado di produrre sufficiente energia e, quando i prezzi sono abbastanza elevati, il mercato è inondato dall’offerta dei produttori di scisto statunitensi e di altri paesi non Opec, mentre col tempo anche la transizione energetica contribuirà a contenere la crescita dei prezzi.

MA MOLTE INCOGNITE A BREVE


Siviero aggiunge che finora vi sono pochi segnali che le pressioni inflazionistiche causeranno un generale incremento dei salari, con gli aumenti che si concentrano soprattutto nei settori colpiti dalla pandemia e nelle fasce retributive più basse, mentre la diffusione dell’automazione è estremamente rapida. In sostanza, secondo Siviero, le incognite a breve sull'inflazione sono molte, ma sono pochi i segnali di un ritorno della Grande Inflazione degli anni '70, e l'attuale situazione non fa presagire alcun mutamento delle dinamiche di lungo termine, quando fattori strutturali come demografia, tecnologia, aumento delle disuguaglianze e globalizzazione causeranno il permanere delle spinte disinflazionistiche.

LA NORMALIZZAZIONE MONETARIA POTREBBE PREGIUDICARE LA RIPRESA


Malgrado le basse probabilità di ritorno della stagflazione, secondo Siviero non bisogna comunque sottovalutare i rischi, e i timori in tal senso potrebbero trovare conferma se gli squilibri tra domanda e offerta dovessero permanere più del previsto, frenando la produzione e minando la fiducia dei consumatori. Con l'aumento delle aspettative d’inflazione, la normalizzazione monetaria nelle economie sviluppate potrebbe essere più rapida del previsto, afferma Siviero in conclusione “il che potrebbe pregiudicare la ripresa economica”.
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