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Le trimestrali

Tim e Saipem pesanti in Borsa dopo i conti

I numeri del primi nove mesi del 2021 affondando i titoli a Piazza Affari. Male anche gli altri petroliferi (-2% Tenaris e -0,8% Eni), con il prezzo del greggio in calo sull'aumento delle scorte Usa

di Fabrizio Arnhold 28 Ottobre 2021 10:49
financialounge -  Piazza Affari saipem tim trimestrali

I numeri affondano Tim (-4,40%) e Saipem (-7,66%). A Piazza Affari Tim, in profondo rosso dopo i ricavi in calo nel trimestre, ha rivisto la guidance 2021 al ribasso. Tonfo anche per Saipem, che ha fatto registrare numeri inferiori al consensus nel terzo trimestre per quanto riguarda i risultati operativi. Male anche gli altri petroliferi (-2% Tenaris e -0,8% Eni), con il prezzo del greggio in calo sull’aumento delle scorte Usa.

TIM UTILE NETTO IN CALO


L’utile netto del gruppo Tim nei primi nove mesi del 2021 si attesta a 22 milioni di euro, in netto calo rispetto ai 1,178 miliardi di euro dello stesso periodo del 2020. L’utile netto è pari a 342 milioni di euro che si confronta con 870 milioni di euro dello stesso periodo del 2020. L’anno scorso l’utile netto aveva raggiunto 1,1 miliardi di euro grazie ai benefici fiscali e alle plusvalenze legate a Inwit.

SAIPEM, RICAVI A 5 MILIARDI


I conti dei nove mesi di Saipem vedono ricavi a 5,06 miliardi (-6%), un Ebitda negativo per 455 milioni (era positivo per 353 milioni nello stesso periodo del 2020) e una perdita netta di 1,12 miliardi (da 1,01 miliardi). Il risultato netto adjusted è in rosso per 862 milioni (da 210 milioni), mentre l’indebitamento finanziario netto sale a 1,67 miliardi (da 1,4 miliardi di un anno fa) e gli investimenti tecnici calano del 19% a 195 milioni.

L’OUTLOOK SECONDO SEMESTRE


Le previsioni per la seconda metà del 2021 vedono ricavi per circa 4,5 miliardi e un Ebitda adjusted positivo. Nel nuovo piano 2022-2025, approvato dal cda di Saipem, spicca il taglio dei costi con il target di 300 milioni al 2025 (intermedio di 100 milioni al 2022) mentre i ricavi sono previsti in crescita ad un tasso medio anno del 15% fino al 2025. Il 2022 sarà l’anno della transizione in cui i ricavi e i margini sono previsti in crescita grazie al contributo significativo delle attività offshore e delle perforazioni.
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