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Molto rumore (per nulla?)

Minimum Tax, titoli cubitali ma per ora impatto reale minimo

Mark Hawtin, Investment Director e gestore del GAM Star Disruptive Growth di GAM, rileva il contrasto tra la risonanza mediatica dell’accordo G7 per l’aliquota globale e l’impatto minimo sugli utili dei Big Tech

di Virgilio Chelli 8 Giugno 2021 17:59
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L’accordo quadro raggiunto il 5 giugno in ambito G7 per un'aliquota fiscale minima globale per le grandi multinazionali è stato indubbiamente una grande notizia da prima pagina, per l'insolito risultato dei grandi Paesi che lavorano insieme sulla tassazione dei redditi delle multinazionali globali, ma il suo significato economico sulla base degli attuali dettagli e l’impatto sugli utili dei colossi del web sembra per il momento trascurabile. Lo sottolinea in un commento Mark Hawtin, Investment Director e gestore del GAM Star Disruptive Growth di GAM.

ALIQUOTA APPENA SOPRA QUELLA IRLANDESE


Della global minimum tax si discuteva da tempo, pensando come obiettivi principali alle compagnie di internet più grandi come Apple, Facebook e la controllante di Google Alphabet. Il minimo concordato dai ministri delle Finanze del G7 a livello globale è una tassa del 15% sui ricavi, anche se ci sono ancora richieste per aumentarla, dato che è solo marginalmente superiore all'attuale aliquota irlandese del 12,5%. In generale, osserva Hawtin, è infatti l'Irlanda che viene usata da queste grandi aziende per ridurre le loro tasse sugli utili internazionali.

COLPITA SOLO PARTE DEGLI UTILI


L’esperto di GAM sottolinea che la misura si rivolge ai profitti internazionali, non a quelli nazionali, quindi si applicherebbe a circa il 50% degli utili delle grandi compagnie internet. Le autorità francesi vogliono un'aliquota più alta e ci sono stati suggerimenti che le aliquote pagate dovrebbero allinearsi con i paesi in cui i profitti sono realizzati, il che potrebbe significare un’aliquota più vicina al 30% in paesi come Francia e Germania.

AMAZON POTREBBE SFUGGIRE


È stato anche suggerito che l'aliquota si applichi solo alle aziende che hanno un margine di profitto superiore al 10%, uno scenario che escluderebbe Amazon, che ha avuto un margine ante imposte del 7% secondo i principi contabili generalmente accettati nel 2020. Ma a parere dell’esperto di GAM questo non si verificherà. L'impatto economico dei dettagli finora noti è comunque minimo, perché inciderebbe sugli utili per azione solo di circa il 2-3% in futuro.

LE AZIENDE HANNO TEMPO PER CONTRASTARE


Qualsiasi accordo richiederebbe poi tempo per essere implementato, e intanto le aziende sarebbero in grado di fare molto per mitigare l'impatto, per esempio, spostando la ricerca, lo sviluppo e le risorse ingegneristiche in quei paesi, aumentando così la base dei costi e riducendo la redditività. Inoltre, argomenta Hawtin, si dovrebbe supporre che se un'aliquota fiscale globale fosse promulgata, allora dal lato opposto, paesi come la Francia dovrebbero far cadere la loro tassa digitale del 3% sulle entrate.

PIU’ INCISIVE LE TASSE DI BIDEN


Infine, l’esperto di GAM ricorda che gli analisti di Bank of America stimano che un aumento delle tasse negli Stati Uniti, seconda la proposta avanzata dall’amministrazione Biden dal 21% al 28% circa, avrebbe un impatto molto più significativo sugli utili.
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