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Investire in obbligazioni

Il possibile ritorno dell’inflazione spinge TIPS, materie prime e corporate bond

Forse i timori sull’inflazione sono eccessivi ma il carovita sta iniziando a rialzare la testa. Meglio quindi posizionarsi su titoli inflation linked, obbligazioni societarie ad alto rendimento e materie prime

di Leo Campagna 15 Marzo 2021 10:59
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IL POSSIBILE RITORNO DELL’INFLAZIONE


Uno scenario in cui si materializzi un rafforzamento della crescita e dell’inflazione, che potrebbe mettere in difficoltà gli investitori obbligazionari, perché sarebbe normale attendersi un rialzo dei rendimenti e un irripidimento delle curve. É quello prevede il consensus per il 2021, in un’aspettativa che secondo James Athey, Senior Investment Manager di Aberdeen Standard Investments, non è del tutto mal riposta. Le campagne vaccinali stanno accelerando ed è ragionevole ritenere che le economie torneranno alla quasi normalità nel secondo semestre dell’anno. Ma, come si legge nell’articolo “Scenari positivi per le azioni, sfide per il reddito fisso” ,esiste anche la possibilità di un aumento dell’inflazione a cominciare dalla fine del primo trimestre, a cui potrebbe contribuire il prezzo del petrolio e l’atteso aumento dei prezzi di altre materie prime, in parte per ripresa della domanda. In tale contesto, Athey si chiede che ruolo svolgeranno le banche centrali. Una stretta monetaria sembra fuori questione, perché i danni della pandemia non sono stati ancora riparati, per cui saranno caute nel rimuovere lo stimolo, ma la possibilità di ulteriori allentamenti sarebbe limitata.

TIMORI ECCESSIVI SULL’INFLAZIONE


Dal momento che le banche centrali continueranno a svolgere un ruolo fondamentale nel mantenimento della stabilità economica, non c’è motivo di preoccuparsi per l’inflazione, sostiene nell’articolo “Vontobel: i timori d’inflazione sono esagerati" Mondher Bettaieb-Loriot, Head of Corporate Bonds di Vontobel. Tuttavia, chiarisce il direttore, è improbabile che qualsiasi aumento dell’inflazione dovuto alle spinte fiscali sia sostenibile e Jerome Powell lo ha indicato minimizzando qualsiasi conseguenza dell’inflazione derivante dal sostegno fiscale aggiuntivo dell’amministrazione Biden. In quest’ottica, l’eventuale rialzo dei tassi andrebbe letto come un fenomeno transitorio. Le stessa Fed, sottolinea Bettaieb-Loriot, dubita che i rincari possano concretizzarsi prima del 2024, mentre i mercati hanno prezzato un aumento dei tassi negli Stati Uniti già per il quarto trimestre 2022.

MENO SPAZIO DI RIENTRO DEGLI SPREAD


Intanto, come fa notare Konstantin Veit, Senior Portfolio Manager European Rates di PIMCO nell’articolo “Pimco: la Bce deve fare chiarezza sul rialzo dei rendimenti”, le nuove proiezioni macro trimestrali dovrebbero indicare un certo miglioramento delle prospettive a breve. In base a queste indicazioni e alle valutazioni attuali l’esperto vede anche meno spazio per una notevole compressione degli spread, con i rischi per le prospettive macro che rimangano elevate in un regime di forte dominio fiscale sfuggente. Veit nota che la Bce ha spesso indicato che vuol preservare condizioni di credito “favorevoli” per un lungo periodo, per abilitare la politica fiscale e garantire condizioni di finanziamento accomodanti per il settore privato e pubblico. Il PEPP è lo strumento per il controllo della curva dei rendimenti, e le recenti oscillazioni di quelli globali indotte dallo stimolo fiscale statunitense hanno messo in evidenza, secondo Veit, la mancanza di chiarezza della Bce, che non ha aumentato gli acquisti.

TIPS, MATERIE PRIME E OBBLIGAZIONI SOCIETARIE


Erik Knutzen, Chief Investment Officer – Multi-Asset Class di Neuberger Berman, nell’articolo “Sfruttare la volatilità per intercettare punti di ingresso migliori”, ritiene probabile un aumento della volatilità e consiglia agli investitori non solo di difendersi da essa attraverso la diversificazione, ma anche di sfruttarla per affrontare il nuovo ciclo. Per una diversificazione efficace, segnala Knutzen , si può puntare sugli asset esposti a una ripresa della crescita e dell’inflazione. Tra quelli che evidenziano prezzi ragionevoli per essere stati a lungo trascurati, figurano i Treasury indicizzati all’inflazione (TIPS), le materie prime, che risentono di meno delle variazioni di tassi, e le obbligazioni societarie ad alto rendimento, che hanno mostrato di essere quasi immuni alla volatilità che ha colpito le azioni e i titoli di Stato.

SUPER CICLO DELLE MATERIE PRIME


Siamo nella fase iniziale di un nuovo super ciclo per le commodity? A questa domanda James Luke, Fund Manager – Metals, Malcolm Melville, Fund Manager – Energy e Dravasp Jhabvala, Fund Manager – Agriculture di Schroders, rispondono segnalando diverse somiglianze strutturali tra la fase attuale e i primi anni 2000, ovvero l’ultima volta in cui le materie prime si sono spinte su livelli record. Sono cinque, secondo loro, i motivi chiave che potrebbero spingere le quotazioni delle commodity nel prossimo periodo. “Le valutazioni delle commodity sono convenienti, non solo rispetto ad altri asset come l’azionario, ma anche su base storica”, dicono nell’articolo “Schroders vede l’inizio di un nuovo super ciclo per le materie prime” i tre esperti, secondo i quali i governi in tutto il mondo continuano a garantire politiche fiscali e monetarie senza precedenti che saranno molto positive per le commodity. I tre manager ritengono inoltre che la combinazione di politiche fiscali e monetarie aggressive favoriranno l’inflazione, creando un ambiente positivo per i prezzi delle commodity.

COMPENSARE GLI IMPATTI NEGATIVI SU AZIONI E OBBLIGAZIONI


Gli interventi monetari e fiscali senza precedenti messi in campo dalle principali banche centrrni perali e dai gove l’emergenza Covid-19 stanno infatti facendo aumentare le aspettative inflazionistiche che comportano un incremento dei rendimenti obbligazionari con un impatto negativo per i bond e le azioni. Le materie prime, al contrario, hanno dimostrato storicamente di registrare un andamento dei prezzi capace di compensare la debolezza di queste asset class durante le fasi di rialzo generalizzato del carovita. Come illustrato nell’articolo “Ecco i certificati per capitalizzare il trend, al rialzo o al ribasso, del settore minerario”, i Turbo Unlimited Certificate di BNP Paribas consentono strategie di trading e di copertura del portafoglio, con effetto leva per prendere posizione al rialzo (Turbo Unlimited Long) oppure al ribasso (Turbo Unlimited Short), sui titoli di alcune delle società leader nel settore minerario, come Freeport-McMoRan, Barrick Gold e Albemarle, con un minor impiego di capitale.
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