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Il quadro tecnico non è cambiato ma ora meglio il credito del debito emergente

Il rialzo dei tassi USA con un dollaro in recupero svela la vulnerabilità del debito emergente. La tenuta degli high yield indica invece la classica situazione di inizio ciclo positiva per il credito

di Leo Campagna 8 Marzo 2021 10:54
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LA CURVA DEI RENDIMENTI DELL’EURO


Felipe Villaroel, Portfolio Manager di TwentyFour Asset Management (Gruppo Vontobel Asset Management), prevede che il Treasury americano continuerà a sottoperformare mentre nell'Eurozona c’è un ambiente macro migliore per il reddito fisso. La curva dei rendimenti dell’euro dovrebbe essere meglio ancorata, grazie a un ambiente migliore per il reddito fisso rappresentato da crescita positiva ma non troppo alta, con aspettative di inflazione sotto controllo e tassi di default bassi. Una situazione che, come si legge nell’articolo “La curva dei rendimenti dell’Eurozona meglio ancorata di quella USA”, si riscontra al momento più nell’Eurozona che negli Stati Uniti. Anche i Bund tedeschi hanno avuto un inizio d’anno negativo, ma i rendimenti totali sono stati leggermente migliori, rispettivamente -2% e -8,5% per il decennale e il trentennale. Guardando più in basso nello spettro del credito, nell’High Yield gli indici EUR e GBP hanno sovraperformato gli equivalenti in dollaro, vale a dire High Yield USA e debito emergente in valuta forte. Villaroel sottolinea che la curva EUR ha chiaramente sovraperformato la curva del dollaro e con una volatilità inferiore.

LA CLASSICA SITUAZIONE DI INIZIO CICLO POSITIVA PER IL CREDITO


Nelle ultime settimane Brad Tank, Chief Investment Officer – Fixed Income di Neuberger Berman, ha alleggerito ulteriormente i portafogli obbligazionari dai segmenti del mercato più sensibili all’aumento dei tassi, ad esempio i titoli ipotecari e i municipal bond, a favore dell’high yield globale che, a suo parere, presenta un potenziale di rialzo. Ha inoltre sfruttato il sell-off di giovedì scorso per ridimensionare in parte il posizionamento corto nei tassi, preservando un orientamento sufficientemente difensivo. Il manager segue con attenzione una possibile inversione degli afflussi verso i fondi del credito e obbligazionari in generale che farebbe scattare qualche allarme sul mercato. “Per ora, tuttavia, continuiamo a considerare il quadro attuale come la classica situazione d’inizio ciclo, positiva per il credito. Uno scenario nel quale è più probabile un nostro graduale ritorno a posizioni con duration più lunga se si dovessero manifestare ulteriori debolezze, anziché prepararci per un prolungato mercato ribassista tra gli asset rischiosi”, conclude Tank nell’articolo “I tassi in rialzo indicano l’inizio di un ciclo positivo per il credito”.

IL QUADRO TECNICO NON È CAMBIATO


Un potenziale rischio per i Treasury sta nell’attuale posizionamento al ribasso degli operatori di mercato, segno che vi è consenso nell’attesa di un rialzo dei rendimenti. Ma, secondo il il team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management, il quadro tecnico non è cambiato: come si legge nell’articolo “JP Morgan: le banche centrali freneranno le spinte al rialzo dei tassi”, i bassi rendimenti sulle obbligazioni core spingono gli investitori a cercare aree in cui investire la liquidità, in una caccia al rendimento che dovrebbe continuare a favorire i settori a spread. Il team di J. P. Morgan AM sottolinea anche che determinate condizioni di mercato hanno contribuito a mantenere stabili sia i rendimenti che i prezzi come nel caso delle obbligazioni societarie emergenti.

FOCUS SU IBRIDI SOCIETARI, RATING BBB E BB E CICLICI


Mondher Bettaieb-Loriot, Head of Corporate Bonds di Vontobel, dal canto suo, nel reddito fisso predilige il segmento mid yield delle obbligazioni societarie in euro. “I fondamentali del credito dovrebbero continuare a migliorare grazie anche all’aumento dei buffer di liquidità della aziende. Non possiamo escludere un po’ di volatilità nei prossimi mesi ma potremmo sfruttarla per aggiungere in modo selettivo posizioni in portafoglio. Sebbene la debolezza degli ibridi societari sia stata influenzata dalle cospicue emissioni dell’anno in corso (circa 7 miliardi di euro), consideriamo questa asset class come un buon carry play nel 2021”, specifica nell’articolo “Ecco come il 2021 potrà rivelarsi un anno di flussi di rendimento soddisfacenti” Bettaieb-Loriot. Il manager resta convinto che il 2021 possa rivelarsi un anno di flussi di rendimento soddisfacente. “Riuscire a ritagliarsi cedole sufficientemente redditizie rimarrà la chiave di successo e, di conseguenza, siamo concentrati soprattutto sugli emittenti con rating BBB e BB, campioni nazionali periferici, settori sensibili al Covid-19, telecomunicazioni, ciclici, banche e assicurazioni, sia strutture senior che subordinate”, conclude l’ Head of Corporate Bonds di Vontobel.

LA TENUTA DEGLI HIGH YIELD


Secondo GAM Investments l’irripidimento delle curve dei rendimenti negli Stati Uniti e in Europa, dove la Banca Centrale sorveglia da vicino la situazione, è un movimento laterale e di breve durata. Intanto il mercato delle obbligazioni ad alto rendimento ha tenuto bene alle tensioni sui tassi a lungo termine americani che negli ultimi tempi hanno continuato a salire, mostrando spread e rendimenti totali pressoché invariati. Come illustrato dagli esperti di GAM Investments nell’articolo “Gli High Yield tengono bene alle tensioni sui tassi” il settore delle emissioni di società dell’energia continua a performare bene, tuttavia bisogna prestare attenzione alla reazione generale del mercato all’aumento dei prezzi petroliferi, che non sembra essersi esaurito. In generale, c’è stata una rotazione verso le obbligazioni legate alle materie prime, anche se non così pronunciata come quella che ha interessato il mercato azionario.

LA VULNERABILITÀ DEL DEBITO EMERGENTE


Infine, nell’articolo “Perché i tassi Usa hanno fatto male soprattutto ai mercati emergenti”, gli esperti di Euromobiliare SGR sottolineano che la tensione sulla parte lunga della curva dei tassi americani dell’ultima settimana di febbraio ha messo in luce la vulnerabilità di una asset class guardata con favore da molti investitori ai movimenti dei rendimenti americani e del dollaro, quella del debito dei Mercati Emergenti e dell’azionario. La violenta accelerazione del trend di salita dei rendimenti governativi decennali americani, che si è poi allentata ai primi giorni di marzo, ha investito anche le altre aree geografiche, ma soprattutto il debito in valuta forte dei Paesi Emergenti e l’azionario. A fronte di una perdita del Treasury decennale dell’1,0% i bond emergenti in dollari e l’azionario hanno infatti lasciato sul terreno rispettivamente il 2,0% ed il 5,7%.
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