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Lotta al virus

In arrivo sugli smartphone il passaporto digitale per i vaccinati Covid

Quattro Big Tech statunitensi sono al lavoro su un certificato che possa permettere alle persone di tornare a vivere liberamente

di Matia Venini 15 Gennaio 2021 11:25
financialounge -  big tech certificato Covid-19 microsoft vaccino coronavirus

Sta per diventare realtà il “passaporto” digitale per chi ha fatto il vaccino contro il Covid-19. Una coalizione di grandi aziende tecnologiche statunitensi sta lavorando infatti a un certificato di immunizzazione che potrà essere mostrato tramite smartphone. L’obiettivo è quello di permettere alle persone di tornare a lavorare, a viaggiare, a frequentare la scuola e gli eventi in totale sicurezza.

LE REALTÀ COINVOLTE


Per realizzare il progetto quattro grandi aziende tecnologiche, Microsoft, Oracle, Salesforce e Mayo Clinic, e il gruppo no-profit The Commons Project si sono uniti nella fondazione Vaccine Credential Initiative (Vci). La nuova realtà ha dichiarato di aver sviluppato gli standard per le copie digitali criptate delle credenziali di vaccinazione, che potranno essere conservate in un portafoglio digitale sugli smartphone.

“STANDARD APERTI E INTEROPERABILITÀ”


L’annuncio del progetto arriva nel bel mezzo della distribuzione globale del siero. “L’obiettivo è dare agli individui l’accesso ai loro documenti di vaccinazione”, ha dichiarato Paul Meyer, co-founder e CEO di The Commons Project. “Gli standard aperti e l’interoperabilità sono al centro degli sforzi di Vci e non vediamo l’ora di sostenere l’Organizzazione Mondiale della sanità e altri stakeholder globali nell’implementazione e nella scalabilità di standard globali aperti per l’interoperabilità dei dati sanitari”.

LA QUESTIONE PRIVACY


Il progetto dovrà tenere conto della privacy e della tutela dei dati degli utenti, tema per cui negli ultimi anni molte delle grandi aziende di Internet sono state sommerse dalle polemiche. La preoccupazione principale dei cittadini è che le informazioni raccolte per realizzare il “passaporto” digitale possano finire nelle mani delle istituzioni ed essere utilizzate per progetti di sorveglianza di massa. È quindi fondamentale, come ribadito da Ken Mayer, co-founder e CEO dell’organizzazione sanitaria Safe Health, che venga sviluppata “una soluzione di verifica dello stato di salute che salvaguardi la privacy”.
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