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Decreto Ristori quater

Tasse rinviate e in parte cancellate per partite Iva e imprese, ecco come funziona

L’ultimo decreto Ristori, che stanzia 8 miliardi, non prevede solo il rinvio del pagamento delle imposte ma c’è anche un fondo da 5,3 miliardi per cancellare nel 2021 le tasse non versate

di Redazione 1 Dicembre 2020 15:04
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Non c’è solo il rinvio delle tasse nel decreto ristori quater, ma c’è anche la possibilità di azzerare le tasse rinviate. L’articolo 22 prevede, infatti, che per chi abbia subito una “significativa perdita di fatturato, può essere previsto l’esonero totale o parziale della ripresa dei versamenti fiscali e contributivi”. Per capire quali categorie di lavoratori saranno interessate, bisognerà attendere un successivo Dpcm.

RINVIO AL 30 APRILE DELLE TASSE


L’ultimo decreto sui ristori prevede il rinvio al 30 aprile delle tasse di novembre e dicembre per tutti, anche per le Regioni che escono dalla “zona rossa” dopo l’ultima rilevazione di domenica: Piemonte, Lombardia e Calabria. "Per tutte le imprese con un fatturato non superiore a 50 milioni di euro nel 2019 e che hanno registrato un calo del 33% del fatturato nel mese di novembre 2020 rispetto allo stesso mese del 2019 è prevista la sospensione dei contributi previdenziali, dei versamenti delle ritenute alla fonte e dell’Iva che scadono nel mese di dicembre. Allo stesso tempo, sono sospesi i versamenti anche per chi ha aperto l’attività dopo il 30 novembre 2019", si legge sul sito del Mef. Vengono stanziati 1.759 miliardi quest’anno, che “rimbalzano” sul 2021.

IL FONDO PEREQUATIVO


È stato previsto dal governo un fondo perequativo da 5,3 miliardi nel 2021 per “l’esonero totale o parziale dalla ripresa dei versamenti fiscali e contributivi”. Il Fondo viene alimentato in parte dalle maggiori entrate fiscali e contributive derivanti dal “rimbalzo” delle proroghe ed è rivolto ai soggetti che sono stati destinatari di sospensioni fiscali e contributive con una significativa perdita di fatturato.

8 MILIARDI IN TERMINI DI INDEBITAMENTO


Il decreto vale 8 miliardi in termini di indebitamento netto nel 2020, di cui 7,158 miliardi di minori spese, per i rinvii fiscali e contributivi e 836 milioni di spese. In termini di saldo netto da finanziare è confermato l’impatto di 5 miliardi nel 2020. Le misure principali riguardano la proroga delle scadenze fiscali e contributive, oltre alla sospensione dei versamenti tributari in scadenza a dicembre, ritenute e addizionali.
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