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Idee di investimento: perché la Cina guiderà la crescita globale

L’Asia, trainata dalla Cina, esce rafforzata dalla pandemia ed ha le carte in regola per guidare il rimbalzo previsto nel 2021. Opportunità nella sanità e nel retail mentre la rotazione settoriale favorisce i titoli value

di Leo Campagna 16 Novembre 2020 10:38
financialounge -  Amundi azioni Capital Group Fidelity International GAM Investments idee di investimento

S&P 500 A 4.300 PUNTI A FINE 2021


Goldman Sachs ha deciso di alzare a 3.700 punti dai precedenti 3.600 punti l’obiettivo stimato per l’indice azionario americano S&P 500 a fine 2020, coerentemente con le nuove valutazioni legate a uno scenario di Congresso USA diviso emerso dalle elezioni americane. Goldman prevede anche che lo S&P 500 avanzi del 16% il prossimo anno per raggiungere i 4.300 punti a fine 2021, e che guadagni un ulteriore 7% l’anno successivo per raggiungere quota 4.600 punti. Nell’articolo Goldman Sachs vede l’indice S&P 500 a quota 3700 punti entro la fine dell’anno, la banca d’affari USA aggiunge di vedere oggi il mercato azionario meno dipendente dalla performance della pattuglia di azioni mega-capitalizzate di quanto non percepiscano molti investitori. Goldman spiega che il vaccino rappresenta uno sviluppo più importante per economia e mercati di quanto non lo siano le prospettive politiche legate alla presidenza Biden. L’atteso e positivo annuncio da parte di Pfizer dell’efficacia superiore al 90% del vaccino sviluppato dalla casa farmaceutica è un evento favorevole che consentirà alla vita sociale di normalizzarsi gradualmente nel corso del 2021.

IL SETTORE HI TECH NON È TRA LE PRIORITÀ DI BIDEN


Restiamo negli Stati Uniti. La Proposition 22 (Prop-22), una legge volta a regolare il rapporto di lavoro sui collaboratori esterni della gig-economy.è importante per aziende come Uber e Lyft, che infatti hanno contribuito con circa 100 milioni di dollari alla campagna di promozione della legge. “La sua mancata approvazione avrebbe portato a un aumento significativo dei costi e alla probabilità che la AB5 venisse adottata anche da altri stati, cosa che ora sembra molto meno probabile” spiega Amanda Lyons, Investment Manager, Technology Equities di GAM Investements, nell’articolo L’impatto della vittoria di Biden sul settore tecnologico. Secondo l’esperta è comunque improbabile che la regolamentazione del settore tecnologico sia tra le priorità di Biden. A questo proposito, in campagna elettorale il neo-presidente aveva soltanto chiarito, come il rivale Donald Trump, di voler abrogare la Sezione 230 del Communications Decency Act, emanato nel 1996 per rendere Internet più commerciale. A parte questo, non ha detto molto sulle big tech e non ha consulenti chiari in materia di politica tecnologica.

LA MARCIA IN PIÙ DELL’ASIA


Resta il fatto che la tecnologia è un fattore importante che ha determinato la velocità di ripresa dei paesi con l’avvento della pandemia: le regioni più attrezzate dal punto di vista tecnologico, quindi per esempio con connessioni più veloci, hanno superato meglio l’emergenza. L’Asia sembra essere più avanti rispetto all’Europa, ed appare come il grande vincitore della crisi provocata dal Covid-19. A sostenerlo con chiarezza è Donatella Principe, Director, Market and Distribution di Fidelity, che sottolinea come la performance positiva dei paesi asiatici, trascinati dalla Cina, derivi da un contesto di accelerazione economica già in corso prima della pandemia. La sua analisi sulle diverse reazioni dei paesi emergenti e di quelli sviluppati alla pandemia, illustrate nell’articolo Fidelity: “Perché l’Asia esce rafforzata dalla pandemia”, permettono di spiegare perché l’Asia ha le carte in regola per guidare il rimbalzo previsto nel 2021.

LA CINA GUIDERÀ LA CRESCITA GLOBALE


La ripresa dovrà comunque fare i conti con quella che Amundi definisce la ‘deglobalizzazione bilanciata’, nella previsione che una quota relativamente più grande del ciclo verrà dalla domanda interna. Gli scambi commerciali a livello globale rimarranno deboli e disomogenei e di conseguenza i cicli economici saranno più decorrelati, implicando un aumento delle frammentazioni e delle divergenze tra paesi e settori. A tutto questo, come si legge nell’articolo I quattro punti cardinali di Amundi per navigare sui mercati nel 2021, occorre aggiungere le divergenze nella ripresa, che stimoleranno le opportunità nei mercati emergenti, in particolare in Cina, paese destinato a diventare un motore sempre più importante della crescita. Amundi prevede che il prossimo anno 15 economie rappresenteranno il 74% della crescita globale e che la Cina sarà il leader mondiale.

OPPORTUNITÀ NELLA SANITÀ E NEL RETAIL


In attesa di avere la conferma che la crescita 2021 sia effettivamente guidata dalla Cina, gli occhi di tutti sono puntati sulle aziende farmaceutiche che stanno lavorando al vaccino, ma per Capital Group ancora più interessanti sono i produttori di apparecchiature e forniture mediche, come Thermo Fisher. Infatti non sappiamo con certezza chi sarà il primo a sviluppare un vaccino sicuro ed efficace, ma sappiamo che dovranno acquistare i materiali e le attrezzature specialistiche da aziende meno conosciute. Un altro settore analizzato da Capital Group nell’articolo Capital Group: guida alle aziende di successo nell’era del Covid-19 è il retail, dove le aziende già forti stanno diventando sempre più forti, come ad esempio le americane Costco e Home Depot e in generale chi ha saputo soddisfare una domanda in crescita vertiginosa riuscendo ad aumentare la quota di mercato.

GLI EFFETTI DELLA ROTAZIONE SETTORIALE


Infine i risultati incoraggianti sui test in fase III per il vaccino anti Covid-19 hanno innescano la correzione dei settori growth. Tuttavia, come riferisce nell’articolo “Il vaccino mette il turbo ai settori value” Mauri Brusa, gestore del team Multi Asset Italia di GAM (Italia) SGR la decisa rotazione che ha seguito l’annuncio del vaccino è destinata ad attenuarsi, anche perché, assorbito l’entusiasmo per un possibile siero anti Covid, restano le incognite legate soprattutto alla tempistica e alla distribuzione. Brusa conferma che “l’impatto sui listini azionari globali è stato inequivocabile, in tutte le aree geografiche abbiamo assistito a una feroce rotazione che ha penalizzato tutti i settori che avevano maggiormente beneficiato della pandemia, tecnologico in primis, e favorito invece quelli più penalizzati, i ciclici in generale come finanziari e petroliferi”. L’indice globale dei titoli “momentum” ha fatto registrare la maggior perdita giornaliera degli ultimi 20 anni, mentre l’indice dei titoli “laggard”, ovvero dei più sottovalutati del mercato, il guadagno più consistente.
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