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Alberto Minali

Cattolica crolla in Borsa dopo la richiesta di aumento di capitale 

Il titolo della compagnia assicurativa veronese sprofonda a -16%, dopo la richiesta di un aumento di capitale da 500 milioni di euro, da parte dell’Ivass. L’ex ad Minali chiede un risarcimento da 9,6 milioni di euro per revoca senza giusta causa

di Fabrizio Arnhold 1 Giugno 2020 15:05
financialounge -  Alberto Minali aumento capitale Cattolica Assicurazioni IVASS Warren Buffett

Profondo rosso per il titolo di Cattolica che, a metà seduta, crolla a -16%, a 3,51 euro. Il tonfo in Borsa è dovuto alla richiesta dell’Ivass che ha inviato una lettera alla compagnia veronese, chiedendo un aumento di capitale da 500 milioni di euro per rafforzarla sotto il profilo patrimoniale. A tutti gli effetti, quindi, sembra che il mercato abbia già iniziato a scontare la potenziale ricapitalizzazione.

LA RICHIESTA DELL'IVASS


Il titolo di Cattolica aveva già iniziato le contrattazioni a -11%, per poi peggiorare, in una seduta in cui è stato più volte sospeso per eccesso di volatilità. L’Ivass il 27 maggio ha inviato una lettera al management con la richiesta di rafforzare la solvibilità del gruppo. Nella lettera, come riportato in una nota, si evidenziava una “situazione di solvibilità indebolita del gruppo, della capogruppo e di talune controllate a seguito del deterioramento dei mercati finanziari conseguente alla diffusione della pandemia da Covid-19” e si chiedeva un aumento di capitale da 500 milioni di euro da effettuarsi entro l’inizio dell’autunno.

UN PIANO ENTRO LUGLIO


L’Autorità ha richiesto anche “entro  la fine di luglio” la presentazione di “un piano a livello di gruppo che descriva le azioni intraprese”, con riferimento anche alle controllate Bcc Vita e Vera Vita. Lo scorso 15 maggio, in occasione della presentazione dei numeri del trimestre, Cattolica aveva fatto sapere che avrebbe sottoposto all’assemblea degli azionisti, in calendario per il 27 giugno, un aumento di capitale da 500 milioni “da attuare entro il 30 giugno 2025”. Nella stessa assemblea si sarebbe dovuto discutere della proposta di revoca “per giusta causa”, del consigliere ed ex ad, Alberto Minali. 

MINALI CHIEDE 9,6 MILIONI PER REVOCA SENZA GIUSTA CAUSA


Il cda di Cattolica, riunitosi dopo la lettera dell’Ivass, ha preso atto che l’ex ad, Alberto Minali, “ha rassegnato le dimissioni da consigliere di amministrazione della società e immediatamente dopo, tramite i suoi legali, ha notificato una atto di citazione nei confronti delle società per ottenere il riconoscimento di sue pretese economiche a seguito della revoca, sull'asserita mancanza di una giusta causa”. In tutto le richieste arrivano a 9,6 milioni di euro, giudicate “infondate” da parte di Cattolica. 

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IL TOCCO MAGICO PERDUTO


A risollevare le sorti di Cattolica, per ora, non è bastato neanche l’intervento di Warren Buffett. L’oracolo di Omaha, tramite la sua società di investimento, Berkshire Hathaway, è il primo socio delle compagnia assicurativa veronese, con una partecipazione del 9,047%, ottenuta nel 2017, rilevando le quote dalla Banca Popolare di Vicenza. Buffett sembra però aver smarrito il suo “tocco magico”: la partecipazione in tre anni ha perso quasi metà del suo valore iniziale. 
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