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AllianzGI: “Banche centrali: l’efficacia degli stimoli monetari sembra limitata”

Per fronteggiare la crisi da coronavirus, non basta la politica monetaria. Secondo AllianzGI, occorre anche intervenire in ambito fiscale, sperando che lo sforzo produca velocemente gli effetti desiderati per una ripresa rapida dell’economia

di Fabrizio Arnhold 30 Aprile 2020 21:00
financialounge -  AllianzGI banche centrali crisi finanziaria Hans-Jörg Naumer

Il coronavirus sta manifestando i suoi effetti sui mercati in tre modalità: uno shock sul fronte dell’offerta riconducibile all’interruzione delle filiere, uno shock sul fronte della domanda, a causa del lockdown nei diversi Paesi e uno shock sui mercati finanziari con l’aumento dei premi per il rischio. Secondo Hans-Jörg Naumer, Director, Global Capital Markets & Thematic Research di Allianz Global Investors, l’economia globale dava segnali di debolezza già prima dell’attuale crisi.

I SEGNALI ANTICIPATORI


I principali indicatori anticipatori, tra cui gli indici dei responsabili degli acquisti, si attestano su livelli analoghi a quelli visti l’ultima volta allo scoppio della crisi finanziaria del 2008-2009. “Al momento, non emergono ancora segnali di stabilizzazione”, continua nella sua analisi Naumer. “Ci troviamo in una situazione complessa, non solo sotto il profilo economico”. L’ipotesi di una recessione globale è sempre più concreta, mentre ci si interroga sulla durata della fase di debolezza e sulle tempistiche di un ritorno alla normalità.

LA FORMA DELLE RIPRESA


Ci dobbiamo preparare per una ripresa rapida, con una traiettoria a V, oppure la ripresa ci impiegherà più tempo, facendo un percorso a U, o addirittura a L? “Le possibilità di un andamento a V o a U sembrano maggiormente presenti nelle analisi macroeconomiche”, commenta l’analista di AllianzGI.

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L’INTERVENTO DELLE BANCHE CENTRALI


Per fronteggiare l’emergenza, le banche centrali stanno producendo il loro massimo sforzo per limitare le ripercussioni su economia e finanza. “Tuttavia, nel contesto attuale l’efficacia degli stimoli monetari sembra limitata”, continua Naumer. “Non c’è molto margine per operare nuove riduzioni dei tassi di riferimento, poiché i livelli erano generalmente bassi già prima della crisi”. Per fornire un parametro di paragone, durante le recessioni passate, la Fed aveva attuato tagli in media del 5%. I tassi attuali, invece, non permettono un’operazione simile.

INTERVENIRE IN AMBITO FISCALE


Il solo sforzo delle banche centrali, in ambito monetario, non è sufficiente. “Occorre intervenire anche in ambito fiscale - si spiega nell’analisi di AllianzGI -. I pacchetti di stimoli fiscali varati dai G-20 hanno raggiunto volumi senza precedenti, ma in base ai nostri calcoli potrebbero comunque non essere sufficienti a contrastare completamente il crollo dell’economia nei prossimi mesi”. Il governo americano ha approvato programmi di spesa pubblica pari all’8,3% del Pil e ha annunciato la concessione di garanzie e prestiti per un importo pari al 2,4% del Pil. I Paesi dell’Unione Europea hanno varato interventi fiscali corrispondenti al 21% circa del Pil. Nel Regno Unito, infine, le misure di sostegno previste ammontano al 27% del Pil. Uno sforzo importante: “A mali estremi, estremi rimedi. Speriamo che la cura monetaria e fiscale produca velocemente gli effetti desiderati”, conclude Hans-Jörg Naumer.
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