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A Torino il primo sciopero dello smartworking con trattativa sindacale in videoconferenza

Alla Scai Finance proclamata l’agitazione di quattro ore per giovedì 23 aprile: i lavoratori in smartworking scioperano per il mancato accordo sulla cassa integrazione

di Chiara Merico 21 Aprile 2020 16:33

In tempi di pandemia lo smartworking è diventato la norma, e anche lo sciopero si adatta alle nuove modalità: è quanto sta avvenendo alla Scai Finance, azienda del gruppo Scai, appartenente al vicepresidente dell’Unione Industriali di Torino Massimiliano Cipolletta, attiva nel settore delle consulenze informatiche alle attività finanziarie.

SCIOPERO DI QUATTRO ORE PER LO SMARTWORKING


Le trattative sindacali, effettuate in videoconferenza, non sono infatti state sufficienti a raggiungere un accordo sulla cassa integrazione: per questo motivo i lavoratori, riuniti in assemblea sempre virtualmente, hanno deciso di dichiarare quattro ore di sciopero per giovedì 23 aprile, per tutti i 160 dipendenti attualmente in smartworking.

SINDACATI: ATTEGGIAMENTO INACCETTABILE


"I lavoratori di Scai Finance e le rappresentanze sindacali ritengono inaccettabile l’atteggiamento dimostrato dall’azienda durante l’avvio della cassa integrazione per Covid-19", hanno fatto sapere i delegati di Fiom e Filcams Cgil presenti nell’aziendaPer i sindacati “è incomprensibile l’attivazione della cassa integrazione per 24 persone su 160”, scelta che “comporta una riduzione dei costi ridicola rispetto a quanto si sarebbe potuto ottenere con l’applicazione dell’ammortizzatore sociale su un numero decisamente più elevato di colleghi, con minima riduzione dell’orario di lavoro e minima perdita di salario".

IMPATTO ECONOMICO DEVASTANTE


L’azienda, spiegano i delegati sindacali, “ha negato l’anticipo di quanto corrisponderà l’Inps, la rotazione tra i dipendenti e l’integrazione al salario di chi rimarrà a casa, creando una sorta di ’lista nera’ di lavoratori discriminati, e non dimostrando alcuna attenzione nei confronti dell’immediata necessità salariale che questi potranno avere in queste settimane”. Così, aggiungono, “la ridicola riduzione dei costi per l’azienda si contrappone a un impatto economico devastante per i colleghi coinvolti dalla cassa e le loro famiglie".
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