BlackRock: “Le banche centrali stanno facendo tutto il necessario, cruciale la politica fiscale”

Sui mercati finanziari, messi a dura prova dalla pandemia di coronavirus, le fasi di stabilizzazione seguono delle sequenze. Bruno Rovelli, Chief Investment Strategist di BlackRock, le spiega partendo dalla “necessità di alcuni investitori di vendere” e dall’intervento delle banche centrali che “stanno facendo tutto quello che è necessario”. Iniziando dalle misure annunciate dalla Fed.

LA POLITICA MONETARIA

La Federal Reserve ha annunciato per la prima volta un quantitative easing illimitato. “Sono misure tese a far arrivare la liquidità dove serve”, spiega nella sua analisi Rovelli, “e si tratta di interventi che non erano stati adottati neanche durante la grande crisi finanziaria”. Anche perché la crisi scatenata dal coronavirus è diversa rispetto a quella del 2007, quando il problema era “un eccesso di debito accumulato nel settore privato - continua Rovelli -, oggi le banche centrali non possono abbassare il costo del debito poiché i tassi di interesse sono già molto bassi”. E proprio per questo occorre un intervento dei governi sul piano fiscale.

LA POLITICA FISCALE

A livello fiscale, quanto fatto non è ancora sufficiente. “Le misure sono più che altro delle garanzie, quindi attivabili solo in determinate condizioni”, spiega il Chief Investment Strategist di BlackRock. “La parte di puramente discrezionale di espansione fiscale pesa per il 2-2,5%, secondo le nostre stime”, e considerando che andremo incontro ad una decrescita del Pil pari “a circa 10 punti percentuali, su base annua, il tipo di shock che noi vediamo è particolarmente poderoso”. Per affrontarlo, quindi, le banche centrali perdono il controllo del loro bilancio, per mettersi al servizio delle autorità fiscali.

VERSO UNA STABILIZZAZIONE SUI MERCATI

I mercati guardano la curva del contagio: se la forma, non tanto il numero, risultasse simile a quella vista in Cina, allora si può iniziare a pensare a cosa succede dopo. Su cosa puntare nel breve termine? “Gli interventi delle banche centrali sono mirati a stabilizzare i tassi di interesse e, in aggiunta, gli spread”, sottolinea Bruno Rovelli. “In questa situazione, quindi, il comparto corporate investment grade comincia ad essere interessante. Sia nell’Eurozona che negli Stati Uniti”. Da preferire al debito emergente o a obbligazioni high yield, anche se “l’alta qualità high yield dovrebbe dare performance positive entro 12 mesi”, aggiunge Rovelli.

LA TECNOLOGIA RESTA INTERESSANTE

In Europa ci siamo quasi, manca ancora poco negli Stati Uniti. “Nell’azionario ci stiamo avvicinando al punto minimo”, ne è convinto Rovelli che precisa: “Non siamo così lontani da una fase di stabilizzazione, almeno nel breve termine”. Meglio puntare sulla tecnologia che “credo continuerà ad essere supportata, pensiamo per esempio allo smart working e a tutto quello che rende possibile l’interazione a distanza. In futuro le aziende saranno portate a investire di più sull’infrastruttura tecnologica”. L’oro, nel medio-lungo termine, continua a restare un’idea di investimento da considerare. Il prezzo del petrolio, infine, resterà molto volatile fino a quando i Paesi Opec+ non troveranno un accordo.