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Copasir a Financialounge.com: ''Evitare scalate straniere ostili ad aziende italiane''

Adolfo Urso, vice presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza), a Financialounge.com spiega di essere preoccupato per lo shopping straniero sui nostri asset e chiede l'estensione della golden power a banche e assicurazioni

di Giancarlo Salemi 18 Marzo 2020 12:10

financialounge -  adolfo urso copasir coronavirus OPA
“Abbiamo chiesto che il Governo appronti un piano di emergenza nazionale per salvaguardare il Sistema Italia consentendo a Cassa depositi e Prestiti di utilizzare le risorse di Poste per evitare la colonizzazione del nostro sistema industriale”. Così Adolfo Urso, vice presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) spiega a Financialounge.com tutta la preoccupazione che l’organismo parlamentare sulla sicurezza nazionale ha rispetto al possibile shopping straniero di aziende italiane, visti i prezzi scontati che si registrano a Piazza Affari a un mese dall’emergenza coronavirus.

EVITARE SCALATE OSTILI, A RISCHIO RINNOVO TITOLI PUBBLICI


“Dobbiamo evitare scalate ostili che possano mettere a rischio il credito alle imprese e soprattutto il rinnovo dei titoli pubblici” prosegue il senatore di Fratelli d’Italia che annuncia “la presentazione di emendamenti al Decreto Cura Italia per estendere la golden power anche a Banche e Assicurazioni, tanto più in questo momento in cui appare a tutti chiaro come diventi sempre più importante la sostenibilità del debito pubblico. Se il ministro francese Le Maire ipotizza la nazionalizzazione delle imprese strategiche noi dobbiamo almeno erigere una linea di difesa altrettanto forte, credibile, tempestiva nell’intervento, efficace nella gestione”.

FARE COME IN GERMANIA, SCHIERARE LA NOSTRA CDP


Davanti al vicepresidente del Copasir c’è una tabella che la dice lunga sul deprezzamento di molte società italiane nell’ultimo mese: Intesa SanPaolo ha perso oltre il 44%, Mediobanca il 53%, Unicredit il 51,4%, il Monte dei Paschi di Siena il 43,5%. Tutto il settore bancario negli ultimi trenta giorni ha perso quasi il 50% del suo valore. Da qui l’obiettivo, immediato, di fare qualcosa, magari replicando quello che ha fatto in Germani la Merkel che ha schierato la Kreditanstalt für Wiederaufbau (Kft), la Cassa Depositi e Prestiti tedesca, di proprietà dello Stato per l’80%, mentre il restante 20% è dei diversi Lander, pronta ad utilizzare le proprie risorse, circa 500 miliardi di euro a sostegno delle imprese tedesche.

VALORE DI BORSA TROPPO BASSO, PENSARE ANCHE A EUROBOND


“Il governo può dare mandato a CdP o a Bancoposte di finanziare le imprese sul modello tedesco o anche di acquisire pacchetti azionari di imprese strategiche per evitare che cadano vittime di azioni ostili” spiega ancora Urso a “spesso il valore di borsa è così basso che basta davvero poco per mantenere in mano italiane il pacchetto di controllo. Ove fossero necessarie altre risorse si potrebbe pensare in una fase successiva alla emissione di bond di lunga durata finalizzati proprio a questo fine”.

Prezzi da saldo a Piazza Affari, rischio Opa straniere. Giapponesi su MolMed


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LA DIFFERENZA TRA LA NOSTRA CDP E QUELLA TEDESCA


La differenza tra la nostra Cassa Depositi e Prestiti e quella tedesca è che quest’ultima è una banca pubblica che dunque può essere considerata a tutti gli effetti un “braccio” dello Stato tedesco, che infatti la utilizza per offrire crediti alle imprese e agli enti locali a tassi agevolati (non di mercato). CDP, invece, pur essendo per l’80% di proprietà dello Stato non è un ente di diritto pubblico, ma una società per azioni e dunque è tenuta ad operare a condizioni di mercato. In più la Germania esclude dal suo debito le società pubbliche che si finanziano con garanzie pubbliche e che coprono almeno la metà dei costi con ricavi di mercato e non con contributi pubblici mentre i 300 miliardi raccolti da Cdp vengono conteggiati nel debito statale italiano. “Sì certo” conclude Urso “in alternativa su operazioni a rischio può supplire Invitalia, che è al 100% del Ministero dell’Economia e delle Finanze “l’importante è erigere una linea di difesa forte, credibile, tempestiva nell’intervento, ed efficace nella gestione”.

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