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Adrian Owens

Coronavirus: per Gam effetto temporaneo, recupero nel secondo trimestre

Lo sconvolgimento causato dall’epidemia sembra temporaneo, anche se è presto per valutare l’impatto del coronavirus sulle attività a livello globale, spiega Adrian Owens di Gam

di Chiara Merico 25 Febbraio 2020 21:00

“Sebbene sia troppo presto per valutare l'impatto durevole del coronavirus sulle supply chain e sulle attività a livello globale, riteniamo che lo sconvolgimento causato dall'epidemia sia probabilmente temporaneo”, spiega una nota di Adrian Owens, investment director obbligazioni e valute di Gam Investments. Per l’esperto gran parte dell'influenza sulla crescita nel primo trimestre sarà probabilmente invertita nel secondo e, per ora, i policymaker guarderanno alla volatilità della stessa.

SERVE POLITICA FISCALE PIÙ ESPANSIVA


In termini di politica in senso più ampio, aggiunge Owens, “notiamo una crescente consapevolezza del fatto che una politica monetaria sempre più accomodante non sia esente da problematiche e ci aspettiamo ulteriori richieste di una politica fiscale più espansiva. Siccome la maggior parte degli effetti distorsivi associati all'allentamento quantitativo (QE) è ora in larga misura prezzata dal mercato, e con maggiore enfasi sulla politica fiscale, ci aspettiamo che i fondamentali diventino più importanti driver di mercato”.

OPPORTUNITÀ DI VALORE RELATIVO


L’attenzione ai temi macro del valore relativo e dei discrezionali “ci ha storicamente permesso di resistere a periodi di volatilità del reddito fisso”, fa sapere l’esperto. “In linea con il nostro approccio basato sul valore relativo, solitamente ciò è stato possibile con un'esposizione di durata netta minima. In questo contesto, abbiamo individuato diverse opportunità di valore relativo a cui stiamo attualmente dando risalto”.

TIPS INTERESSANTI


In primo luogo, “le aspettative di inflazione negli Stati Uniti (come prezzato dall'inflazione di pareggio a 10 anni) sono eccessivamente smorzate, dato l'impatto di una politica di easing, di mercati del lavoro rigidi e di salari che mantengono un trend ascendente”, sottolinea Owens. Il tasso di inflazione di pareggio a 10 anni si aggira attualmente intorno all'1,8%, mentre il livello di inflazione Usa impiegato per il calcolo dell'inflazione di pareggio rimane al di sopra del 2%. In questo contesto, l’esperto ritiene che “i TIPS (Treasury Inflation-Protected Securities) - rispetto ai tradizionali titoli di debito Usa - rappresentino un'opportunità interessante ai livelli attuali”.

ASPETTATIVE DI INFLAZIONE ECCESSIVE PER IL REGNO UNITO


Al contrario, per Owens le aspettative di inflazione attualmente valutate negli swap sull'inflazione dell'indice dei prezzi al dettaglio (RPI) del Regno Unito risultano eccessive. Si tratta di un tasso medio di inflazione dell'indice dei prezzi al dettaglio (RPI) dei prossimi cinque anni pari a circa il 3,5% - che sembra piuttosto elevato, dato che i più recenti indicatori di inflazione suggeriscono un numero di poco superiore al 2,0% e i recenti dati relativi all'attività “soft” suggeriscono che probabilmente rimarrà contenuta nel breve termine. Più in generale, l’esperto si chiede se “le valutazioni del reddito fisso britannico nel suo complesso non siano eccessivamente generose”. Negli ultimi anni, spiega Owens, “ha registrato un forte afflusso di capitali in un contesto di incertezza legato a Brexit. Ma riteniamo che potrebbe fare fatica a tenere man mano che iniziamo a fare maggiore chiarezza sul finale della saga, a vedere un allentamento fiscale e un rimbalzo dell'attività economica. Di conseguenza, vediamo migliori opportunità nei tassi di interesse dell'area dell'euro e del Canada rispetto al Regno Unito”.

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PREDILEZIONE PER IL MESSICO


Sul fronte geografico, l’esperto di GAM continua a manifestare una predilezione per il Messico. “La banca centrale ha già ritoccato i tassi d'interesse, ma prevediamo un allentamento più aggressivo man mano che l'inflazione continua a scendere. In un simile scenario, ci aspettiamo che i tassi messicani continuino ad andare bene. Contestualmente, il peso dovrebbe ancora beneficiare del sostegno di un forte differenziale dei tassi reali”.

CORONE SVEDESI E NORVEGESI A BUON MERCATO


Per quanto riguarda le valute, le divise “sia di Svezia che di Norvegia rimangono a buon mercato. La corona svedese si è indebolita a seguito della decisione della Riksbank di avventurarsi in territorio di tassi negativi. Ora che la Svezia ha posto fine a questo esperimento, ci aspettiamo che la corona recuperi parte delle perdite. La crescita relativa, l'inflazione relativa, i tassi ufficiali relativi, i flussi e gli aspetti tecnici vanno tutti, a nostro avviso, a sostegno della corona. Riteniamo inoltre che la corona norvegese possa avere margine per un significativo apprezzamento in quanto è economica rispetto alla maggior parte dei principali driver”, conclude Owens.
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