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Aumento dell’Iva e coronavirus: Giappone a rischio recessione

Secondo Schroders dopo un calo più pesante del previsto del Pil del quarto trimestre, ora sono attesi gli effetti economici del coronavirus: il Giappone è più esposto degli altri Paesi sviluppati e ciò aumenta il rischio di recessione

di Virgilio Chelli 19 Febbraio 2020 21:00

L'impatto sull’economia giapponese dell’aumento dell’Iva introdotto a ottobre dal premier Shinzo Abe era atteso, ma sono stati di una magnitudo che ha preso alla sprovvista gli investitori, con un -1,6% nel quarto trimestre del 2019 e una contrazione annualizzata superiore al 6% del Pil, pari a circa il doppio dell’impatto stimato dagli economisti. Sono grandezze dovute all’ampio calo di consumi e investimenti dopo l’innalzamento dell’Iva dall’8% al 10% che hanno quasi eguagliato l’impatto dell’analoga misura del 2014, nonostante l’apertura da parte del governo di una serie di misure paracadute per attutire gli effetti.

LE STIME DI CRESCITA DEL 2020 DOVRANNO DIMIUIRE TENENDO CONTO DEL CORONAVIRUS


L’Indice azionario giapponese TOPIX ha accusato il colpo, le contromisure adottate non hanno funzionato e a causa dell’effetto di ricaduta che questi dati avranno sulle prospettive di crescita per il 2020, gli economisti focalizzati sul Giappone dovranno diminuire dello 0,5% circa le loro stime per quest’anno. La stima è di Piya Sachdeva, Economist di Schroders, secondo cui la crescita nel 2020 dell’economia nipponica dipenderà da come il Paese riuscirà a riprendersi, considerando anche gli effetti negativi del coronavirus.

ECONOMIA PIÙ ESPOSTA ALL’IMPATTO DEL VIRUS, AUMENTATO IL RISCHIO RECESSIONE


L’esperto della storica casa londinese sottolinea che il Giappone è particolarmente vulnerabile al virus rispetto al resto dei mercati sviluppati, non solo per una questione geografica, ma anche per l’importanza della Cina a livello di turismo, esportazioni e catena di approvvigionamento. In definitiva, afferma Sachdeva, l’ampia contrazione dell’economia a fine 2019 aumenta il rischio di recessione ed evidenzia che nella lotta agli ostacoli posti dal virus alla crescita, il Giappone si trova in un punto di partenza poco favorevole.

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PROBABILMENTE LE AUTORITÀ PREFERIRANNO MONITORARE CHE VARARE NUOVI STIMOLI


Anche prima del dato sul PIL, le autorità erano già preoccupate per le previsioni di crescita di più lungo termine, come dimostrato dall’annuncio del pacchetto di stimoli fiscali a dicembre, pari all’1,8% del Pil nel 2020 e 2021. E’ vero che il governo di Tokyo potrebbe tranquillamente ideare un nuovo pacchetto, ma secondo l’economista di Schroders è probabile che le autorità preferiranno invece monitorare eventuali segnali di ripresa nel primo trimestre 2020, insieme ai rischi di ribasso legati al coronavirus.

BANK OF JAPAN POTREBBE LIMITARSI A COMMENTI DI SUPPORTO EVITANTO DI TAGLIARE I TASSI


Per quanto riguarda invece la Bank of Japan, secondo Sachdeva gli investitori dovrebbero aspettarsi ulteriori commenti da parte del governatore Kuroda, che potrebbe indicare che la banca centrale potrebbe adottare un approccio ancora più accomodante in caso di necessità. I dati negativi sulla crescita aumentano sicuramente le chance di un taglio dei tassi quest’anno, tuttavia, dato che questo avrebbe un impatto limitato e danneggerebbe il settore finanziario, secondo Schroders è più probabile che la Banca Centrale mantenga i tassi invariati.
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