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Cina stella polare degli Emergenti, potenziale intatto anche col coronavirus

Raiffeisen Capital Management vede migliori prospettive per i Mercati emergenti nel 2020. Molto dipenderà dalla velocità con cui la Cina uscirà dall’emergenza virus, ma il potenziale a lungo termine resta intatto

di Virgilio Chelli 12 Febbraio 2020 19:00
financialounge -  cina mercati emergenti Raiffeisen Capital Management

L’azionario dei Mercati emergenti negli ultimi anni è rimasto indietro rispetto a Wall Street e un po’ meno nel confronto con gli altri paesi sviluppati. Ma ormai non si può mettere sotto un unico ombrello l’universo degli Emergenti, più eterogenei dei mercati sviluppati, con situazioni specifiche in ogni paese. Alcuni hanno sottoperformato in maniera massiccia e altri hanno ottenuto risultati buoni, come India, Taiwan e Thailandia. La differenza di passo con gli Usa è dovuta al fatto che gli americani sono usciti più rapidamente dalla crisi globale, trovandosi nella posizione di performare meglio. La maggior degli Emergenti invece ha subito il peso del rallentamento globale degli ultimi 10 anni.

SCONSIGLIABILE FARE PARAGONI CON LA SARS DEL 2003-2004


Partendo da queste considerazioni Mark Monson, gestore azionario CEE & Global Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management, conviene sul fatto che il 2020 offre migliori prospettive per gli Emergenti, ma aggiunge che non è ancora chiaro l'impatto del coronavirus e quanto duramente l'economia cinese ne risentirà, e in che misura la crescita globale sarà influenzata. Mentre molti confrontano il nuovo virus con la di Sars del 2003-2004, l’esperto di Raiffeisen sconsiglia di fare troppi paragoni, poiché il nuovo Coronavirus, benché simile alla Sars, è diverso e si sviluppa in un contesto globale differente.

CI SARÀ UN IMPATTO NEGATIVO SULL’ECONOMIA CINESE MA POI SI RIPRENDERÀ


Monson è d'accordo sul fatto che ci sarà un impatto negativo sull'economia cinese, ma rileva che i suoi fattori trainanti oggi sono molto diversi dagli anni della Sars, mentre sono cambiati anche l'importanza e il contributo della Cina al Pil globale, oggi molto maggiori. Inoltre attualmente l'economia cinese è più orientata ai servizi e ai consumi interni, mentre nel 2003 era dominata dalle esportazioni e subì la fuga degli investimenti diretti esteri. L’esperto di Raiffeisen è fiducioso che il governo cinese e le organizzazioni sanitarie internazionali stiano lavorando duramente per contenere il virus e che alla fine ci riusciranno, quindi la domanda tornerà a crescere e l’economia si riprenderà.

LA VELOCITÀ DELLA RIPARTENZA CINESE CRUCIALE ANCHE PER GLI ALTRI EMERGENTI


E quando la Cina ripartirà, Monson sottolinea che bisognerà tenere a mente le ragioni strutturali e dinamiche della crescita cinese, come la trasformazione che punta all’indipendenza tecnologica, l'attenzione alla qualità della crescita piuttosto che alla velocità, l'aumento dei consumi attraverso la tecnologia e il commercio, l'orientamento degli investimenti privati a livello di Pmi, senza dimenticare il miglioramento delle relazioni commerciali con gli Usa. Tutto questo è molto importante per i Mercati emergenti, perchè il principale fattore di oscillazione è la Cina e la rapidità con può contenere ed eliminare la minaccia del virus e ripartire.

L’ESPERIENZA INSEGNA CHE DALLE DIFFICOLTÀ SI ESCE PIÙ FORTI DI PRIMA


In conclusione, per l’esperto di Raiffeisen CM è prematuro valutare i danni totali del coronavirus, ma il potenziale a lungo termine della crescita economica e della dinamica della Cina resta intatto. Monson sottolinea che gli investimenti in Cina vanno considerati in termini di leadership di mercato con una solida gestione, forza finanziaria e vantaggi completi, non in un’ottica di speculazione. Con un’esperienza di 35 anni nei mercati finanziari asiatici, l’esperto di Raiffeisen è stato testimone di molti disastri, naturali e causati dall'uomo, ma inevitabilmente le difficoltà passano, e i Paesi e le persone ne escono molto più forti di prima, per questo non ha dubbi “che sarà così ancora una volta”.
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