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Effetto coronavirus su petrolio e materie prime: il ribasso sembra eccessivo

Salden (Vontobel Asset Management) segnala la disparità di valutazione del mercato che sta sovrastimando gli effetti della nuova epidemia virale cinese mentre trascura la perdita totale di produzione in Libia

di Leo Campagna 30 Gennaio 2020 13:30
financialounge -  coronavirus materie prime Michel Salden petrolio Vontobel Asset Management

Tra le asset class più colpite dalle preoccupazioni scaturite con la diffusione del coronavirus cinese ci sono le materie prime. D’altra parte è piuttosto intuitivo: le disposizioni restrittive adottate dalle autorità cinesi a Wuhan, una megalopoli da 11 milioni di abitanti, per cercare di circoscrivere l’epidemia, e le limitazioni a catena nei voli aerei intercontinentali e nei trasporti tenderanno a limitare i consumi e la domanda di materie prime.

MATERIE PRIME, PERFORMANCE PEGGIORI DELL’AZIONARIO CINA


Da inizio anno al 28 gennaio, le peggiori performance sono riconducibili al caffè (-19,8% in euro), e al nickel (-11,8%) ma forti correzioni hanno riguardato anche il rame (-8,5%) e il petrolio sia nella versione Brent (-10,4%) che in quella americana WTI (-9,8%). La risultante è che la perdita media dell’indice generale di tutte le commodity internazionali si è attestata al -8,4%, persino peggiore dell’indice azionario FTSE China A50 (-8,1%).

COSA INSEGNA L’ESPERIENZA DELLA SARS


La domanda di petrolio e di metalli industriali è destinata a subire una temporanea contrazione dovuta al crollo dell'attività cinese come conseguenza della drastica riduzione dei viaggi, e dal ritardo nelle costruzione di immobili per la prolungata pausa per il nuovo anno cinese. “Tuttavia, l'esperienza della precedente epidemia virale del 2003(SARS) ha insegnato che la domanda di petrolio tende ad accelerare dal momento in cui il virus viene contenuto, per effetto del vincolo logistico cui è sottoposto durante il periodo di picco dell’epidemia” fa sapere Michel Salden, Portfolio Manager Commodities di Vontobel Asset Management.

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DISPARITÀ DI VALUTAZIONE DEL MERCATO


L’esperto, inoltre, segnala la disparità di valutazione che il mercato sta attribuendo alle conseguenze del coronavirus sul mercato del greggio rispetto ad altri fattori. “È vero che gli effetti della nuova epidemia virale cinese potrebbero comportare una contrazione della domanda di petrolio equivalente a 0,2-0,3 milioni di barili al giorno (mbpd), ma è ancora più vero che il mercato sta trascurando la perdita totale di produzione in Libia (pari a circa -1,5 mbpd)”, specifica Salden.

IL CALO DEL PREZZO DEL PETROLIO SEMBRA ECCESSIVO


Secondo il quale, il calo del prezzo del petrolio di quest'anno (pari a -14% dal picco), può considerarsi eccessivo rispetto alla leggera correzione dei mercati azionari globali, il cui calo è stato limitato finora a circa due punti percentuali.
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