Nel governo continua il confronto in
tema fiscale. La missione, per nulla facile, è quella di dare una sforbiciata al
cuneo fiscale. Se ne parla ormai da settimane e venerdì si aprirà il confronto tra l’esecutivo e i
sindacati. Nell’ultima legge di bilancio, la cifra accantonata per alleggerire il peso del fisco sui lavoratori italiani ammonta a
3 miliardi di euro.
LA POSIZIONE DEI SINDACATI
Cgil, Cisl e Uil ieri hanno riunito le segreterie unitarie. Lo sforzo dei
sindacati è quello di “portare a casa risultati, cioè l’aumento degli stipendi netti e delle pensioni”, ha commentato
Maurizio Landini (Cgil). “Il Paese è fermo e le risposte del governo sono insufficienti”, ha aggiunto
Carmelo Barbagallo (Uil), mentre per
Annamaria Furlan (Cisl), il negoziato deve essere “serio” e portare a misure concrete.
FISCO PIÙ LEGGERO PER 14 MILIONI DI LAVORATORI
La proposta del ministro dell’Economia,
Roberto Gualteri, che ieri si è incontrato con la viceministra pentastellata,
Laura Castelli, punta ad allentare la pressione fiscale ma solo per alcune fasce di reddito. “Entro questo mese vareremo un decreto che consenta di ridurre le tasse fino a 14 milioni di lavoratori, specie per i redditi medio bassi finora esclusi dagli 80 euro”, ha spiegato
Gualtieri.
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ESCLUSI I REDDITI MOLTO BASSI
L’ipotesi è quella di dare un po’ di ossigeno per
9,5 milioni di lavoratori dipendenti con redditi tra 8mila e 26mila euro, che già godono del
bonus Renzi, che potrebbe aumentare fino a
100 euro. Tra le intenzioni del governo c’è quella di allargare la platea del
bonus degli 80 euro, estendendolo a 4,5 milioni di lavoratori dipendenti in più, ossia quelli che guadagnano fino a
35mila euro all’anno. Da questo schema, infine, resterebbero esclusi i redditi più bassi, quelli sotto gli 8mila euro.