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Il Fisco chiede alla Fiat oltre un miliardo di tasse arretrate

L’Agenzia delle Entrate chiede a Fiat 1,3 miliardi di euro di tasse arretrate per la fusione del 2014: avrebbe sottostimato il valore delle attività Usa di Chrysler

di Antonio Cardarelli 5 Dicembre 2019 09:20
financialounge -  FCA fiat

Fiat avrebbe sottostimato il valore delle attività americane di Chrysler nel periodo della fusione e per questo l’Agenzia delle Entrate ha chiesto il pagamento di tasse arretrate per oltre un miliardo di euro. La notizia è stata rilanciata dall’agenzia Reuters che a sua volta cita un report di Bloomberg.

NUOVA GRANA PER FCA


Una nuova grana, quindi, per Fca che secondo il Fisco italiano, nel 2014, avrebbe sottostimato il valore dell’azienda automobilistica americana di ben 5,1 miliardi di euro. Una valutazione effettuata durante le operazioni di fusione tra i due colossi, che poi avrebbe portato alla nascita di Fca, comportando un risparmio per la società di circa 1,3 miliardi di euro di tasse.

DECISIONE FINALE


La decisione finale dell’Agenzia delle Entrate, come rivelato dalla stessa Fca, arriverà a fine dicembre. Per il momento la società si difende sostenendo che, all’epoca della fusione nel 2014, non erano in grado di stimare l’esatto valore di Chrysler negli Usa. La stessa Fca, inoltre, ha annunciato la volontà di difendere la sua posizione “in modo vigoroso”.

NUOVA FUSIONE IN CORSO


La notizia della richiesta di tasse arretrate da parte dell’Agenzia delle Entrate arriva in una fase delicata per Fca. Come riporta la stessa Reuters, l’azienda è nel pieno di una nuova fusione con Psa (Peugeot) che dovrebbe portare alla nascita di un colosso automobilistico da 50 miliardi di euro. Si tratterebbe del quarto produttore mondiale di auto.

LE ACCUSE DA GM


Inoltre, questa volta dagli Usa, i rivali di General Motors nelle scorse settimane avevano mosso pesanti accuse di corruzione a Fca. Secondo GM, i vertici di Fca avrebbero pagato i potenti sindacati metalmeccanici Usa per spuntare accordi migliori rispetto ai concorrenti. Anche in questo caso i vertici di Fca si sono difesi dalle accuse ribattendo che si tratta solo di un tentativo di rallentare l’accordo con Psa.
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