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CBDCs

Grande fuga da Libra, ma le criptovalute hanno un futuro

Dopo l’abbandono del progetto di Facebook da parte delle grandi società di pagamenti, il G7 avvisa: le stablecoins come Libra possono rappresentare una minaccia per il sistema finanziario. E i governi studiano le loro valute virtuali

di Chiara Merico 14 Ottobre 2019 12:08

Uno dopo l’altro: prima PayPal, poi giganti del calibro di Mastercard, Visa, eBay e società di pagamenti come Stripe e Mercado Pago – attiva soprattutto nell’America Latina – hanno annunciato di voler abbandonare il controverso progetto Libra, la criptovaluta targata Facebook. Delle sei società che forniscono servizi di pagamento coinvolte nel progetto ne resta attualmente solo una, l’olandese PayU.

RISCHIO RICICLAGGIO


La decisione, rivelata dal Financial Times, rappresenta un duro colpo per il progetto di Zuckerberg, che è già stato vagliato a più livelli dalle autorità, in particolare negli Usa. Lo stesso fondatore di Facebook dovrà comparire davanti all’House Committee on Financial Services il prossimo 23 ottobre, per discutere proprio del lancio di Libra. Tra i principali dubbi evidenziati dai regolatori c’è il rischio che la moneta virtuale possa essere usata per riciclare denaro sporco.

MANCANZA DI CERTEZZE


Proprio la mancanza di certezze su questo fronte ha spinto i giganti dei pagamenti a tirarsi indietro. E anche se la Libra Association, la società messa in piedi da Facebook per lanciare il progetto, ha assicurato che il “network dei pagamenti di Libra resterà resiliente” nonostante le defezioni, la valuta virtuale di Zuckerberg continua a ricevere stop.

UN RISCHIO PER IL SISTEMA FINANZIARIO?


L’ultimo, come rivela la Bbc, è arrivato da un report del gruppo del G7, secondo cui le criptovalute come Libra rappresentano un rischio per il sistema finanziario globale. Sono nove i pericoli principali messi in evidenza dallo studio, elaborato da un gruppo di lavoro composto, tra gli altri, da esperti delle banche centrali, del Fondo monetario internazionale e del Financial Stability Board.

PROBLEMI PER LE DECISIONI SUI TASSI


Il report, che verrà presentato nel corso del meeting annuale del Fmi questa settimana, non cita soltanto Libra, ma avvisa che le “stablecoins globali” con un potenziale di crescita rapida pongono una serie di problemi potenziali. Le stablecoins come Libra sono diverse da altre criptovalute come il Bitcoin, perché sono agganciate a monete “reali” come il dollaro o l’euro. E questa caratteristica, nonostante abbia l’obiettivo di limitare grosse oscillazioni del valore della valuta, secondo il report può creare difficoltà anche per le decisioni relative ai tassi d’interesse.

MINACCIA ALLA STABILITÀ FINANZIARIA?


Un’altra possibile criticità messa in evidenza dal report riguarda il fatto che il lancio di Libra può soffocare la competizione nel settore e persino minacciare la stabilità finanziaria, in caso gli utenti dovessero perdere fiducia nella valuta digitale.

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IPOTESI PAESI IN IPERINFLAZIONE


I sostenitori di Libra affermano che potrebbe aprire acquisti online a milioni di persone che non hanno accesso ai conti bancari e potrebbe ridurre i costi di invio di denaro oltreconfine. Inoltre un'alternativa come quella formulata dal progetto Libra potrebbe costituire un’opzione attraente per le persone nei Paesi colpiti da iperinflazione, come Venezuela e Zimbabwe.

BANCHE CENTRALI IN PISTA


In ogni caso, le valute virtuali sono al centro dell’agenda dei banchieri centrali e dei ministri delle Finanze a livello globale, con alcune nazioni del G20 pronte a lanciare le proprie monete: le cosiddette CBDCs (Central bank digital currencies) sono in fase avanzata di elaborazione, e nascono proprio con l’intento di rispondere al lancio di prodotti come Libra, elaborati da società private. E d’altra parte nei mesi scorsi si era ventilata l’ipotesi che anche altri giganti del tech come Amazon, Netflix e Google avessero allo studio la loro moneta virtuale. Se Libra è in difficoltà, quindi, non vuol dire che le criptovalute non abbiano un futuro.
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