BTP
Tornano i Btp in dollari e l’asta supera le attese
Il Tesoro decide di emettere nuovamente, dopo quasi dieci anni, titoli di Stato in valuta Usa: e l’asta registra richieste per oltre tre volte l’offerta iniziale
10 Ottobre 2019 12:14

Un grande ritorno, salutato da richieste per venti miliardi, ben oltre le attese: è quello dei titoli di Stato italiani denominati in dollari Usa, che hanno debuttato ieri dopo quasi dieci anni di assenza. L’emissione è stata un successo, con richieste che hanno superato di quasi tre volte l'offerta iniziale di 7 miliardi di euro. E in effetti i rendimenti lordi sono davvero interessanti: come ha comunicato il Tesoro, vanno dal 2,4% per i 5 anni, al 2,9% per il taglio a dieci anni, fino al 4,02% per il trentennale, circa il doppio di quanto rendono i Tbond – i buoni del Tesoro Usa – alle stesse scadenze.
Come ha spiegato lo stesso ministero di via XX Settembre, il mercato di riferimento dell’emissione "è composto da controparti qualificate, professionali e al dettaglio (tutti i canali di distribuzione)". Il giorno prima il Tesoro aveva dato mandato a Barclays, HSBC e JP Morgan per il lancio di un Btp multitranche a tasso fisso, con scadenze a 5, 10 e 30 anni, per un importo atteso di 3 miliardi di dollari, superiore dunque ai 2 miliardi dell'ultima emissione in valuta Usa, che risaliva al settembre 2010.
La decisione di tornare alle emissioni in dollari dopo così tanti anni sarebbe stata presa dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri con l’obiettivo di diversificare gli acquirenti, nonostante si tratti, come spiega Milano Finanza, di un'operazione piuttosto costosa in una fase in cui anche la richiesta di titoli in euro è molto forte. In base a un altro ragionamento, si potrebbe poi ipotizzare che il governo voglia scommettere su un prossimo deprezzamento del biglietto verde, in un contesto che vede l'economia Usa rallentare e la Fed continuare ad abbassare i tassi. In questo modo lo stock di debito, al momento della scadenza, sarebbe di importo inferiore, compensando così i maggiori rendimenti.
Il successo dell'operazione potrebbe ora portare il Tesoro a tornare di nuovo sul terreno delle emissioni in valuta estera: secondo quanto si è appreso, il Mef avrebbe in rampa di lancio più emissioni in dollari, su scadenze diverse. E allo studio per il prossimo futuro ci sarebbe anche un’emissione in yen giapponesi.
MANDATO ALLE BANCHE DI INVESTIMENTO
Come ha spiegato lo stesso ministero di via XX Settembre, il mercato di riferimento dell’emissione "è composto da controparti qualificate, professionali e al dettaglio (tutti i canali di distribuzione)". Il giorno prima il Tesoro aveva dato mandato a Barclays, HSBC e JP Morgan per il lancio di un Btp multitranche a tasso fisso, con scadenze a 5, 10 e 30 anni, per un importo atteso di 3 miliardi di dollari, superiore dunque ai 2 miliardi dell'ultima emissione in valuta Usa, che risaliva al settembre 2010.
DIVERSIFICARE GLI ACQUIRENTI
La decisione di tornare alle emissioni in dollari dopo così tanti anni sarebbe stata presa dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri con l’obiettivo di diversificare gli acquirenti, nonostante si tratti, come spiega Milano Finanza, di un'operazione piuttosto costosa in una fase in cui anche la richiesta di titoli in euro è molto forte. In base a un altro ragionamento, si potrebbe poi ipotizzare che il governo voglia scommettere su un prossimo deprezzamento del biglietto verde, in un contesto che vede l'economia Usa rallentare e la Fed continuare ad abbassare i tassi. In questo modo lo stock di debito, al momento della scadenza, sarebbe di importo inferiore, compensando così i maggiori rendimenti.
IN FUTURO EMISSIONI IN YEN?
Il successo dell'operazione potrebbe ora portare il Tesoro a tornare di nuovo sul terreno delle emissioni in valuta estera: secondo quanto si è appreso, il Mef avrebbe in rampa di lancio più emissioni in dollari, su scadenze diverse. E allo studio per il prossimo futuro ci sarebbe anche un’emissione in yen giapponesi.
Trending