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Transizione energetica, la parte del business che gli investitori ignorano

Per investire nella transizione energetica non basta puntare sulle fonti rinnovabili, secondo Schroders infrastrutture, stoccaggio e reti sono almeno altrettanto importanti

di Antonio Cardarelli 14 Agosto 2019 11:21

La produzione di energia da fonti rinnovabili è solo una parte del processo di transizione energetica che sta interessando il nostro pianeta, e forse è anche quella che interessa meno agli investitori. Il quadro, infatti, è molto più complesso e riguarda l’introduzione di massa delle infrastrutture di trasporto elettrico, lo stoccaggio dell’energia, il miglioramento delle reti di trasmissione e distribuzione e le nuove tecnologie per migliorare l’efficienza energetica.

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A suggerire agli investitori un approccio più ampio e completo al tema della transizione energetica è Mark Lacey, Head of Commodities di Schroders. Secondo Lacey, innanzitutto, questo cambiamento sarà “altamente disruptive” per l’industria energetica nel corso dei prossimi decenni. Al momento l’energia rinnovabile corrisponde solo a una piccola parte del mix energetico globale ma, sottolinea Lacey, per raggiungere gli obiettivi climatici la transizione è obbligata e dovrà essere completata in tempi rapidi.

RIVOLUZIONE IN 30 ANNI


Quanti anni? Per l’esperto di Schroders ne serviranno circa 30. Pochi se confrontanti ai 70 e ai 50 anni impiegati da carbone e idrocarburi per arrivare alla piena adozione. La storia, infatti, insegna che verso la fine dell’800 il carbone superò i biocarburanti tradizionali (come il legname) per poi essere a sua volta soppiantato, intorno al 1950, dall’energia prodotta da petrolio e gas.

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NUOVO MIX ENERGETICO


Complice il cambiamento climatico, il nostro mix energetico dovrà nuovamente cambiare a favore di fonti rinnovabili come eolico, solare o idroelettrico. La strada è segnata, come dimostra per esempio la settimana senza carbone del Regno Unito per produrre energia: non accadeva dal 1882.

FOCUS SULLE INFRASTRUTTURE


“Questo passaggio di allontanamento dai combustibili fossili a favore delle rinnovabili rappresenta solo una parte della transizione energetica – afferma Mark Lacey - Altrettanto cruciale è lo sviluppo delle infrastrutture necessarie perché avvenga tale passaggio. Ad esempio, gli impianti eolici e solari possono generare un’enorme quantità di energia solo quando il clima è ventoso o soleggiato, ma tale energia deve essere conservata per quando ne hanno necessità i consumatori”.

ATTENZIONE A RETI ED EFFICIENZA


“Allo stesso modo – prosegue l’esperto di Schroders - serviranno investimenti ingenti nelle reti di trasmissione e distribuzione per sostenere l’accresciuta domanda di elettricità, piuttosto che altre forme di energia. Inoltre, saranno necessari investimenti notevoli, specialmente tecnologici, per rendere più efficiente l’intero sistema. Una parte importante di questa domanda riguarda la crescente popolarità dei veicoli elettrici e quindi serviranno nuove infrastrutture di ricarica su ampia scala. Tirando le somme, nel parlare di transizione energetica, la produzione tramite le rinnovabili rappresenta solo una parte del quadro”.
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