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BlackRock: frammentazione dell’Ue il rischio geopolitico più rilevante

In base all’indicatore proprietario di BlackRock, l’avanzata dei populismi rappresenta un rischio geopolitico per il futuro dell’Ue. Focus anche sui dazi e sulle tensioni in Asia

di Redazione 24 Maggio 2019 15:52
financialounge -  BlackRock italia Unione europea

Il rischio geopolitico costituisce un importante fattore di disturbo per i mercati. Soprattutto quest’anno, alla luce del contesto di rallentamento della crescita e della elevata incertezza sulle prospettive economiche e dei profitti aziendali. A questo proposito, BlackRock ha reso noto il BlackRock Geopolitical Risk Indicator (BGRI) aggiornato, un indicatore di rischio geopolitico che traccia continuamente la frequenza relativa ai rapporti esistenti tra gli analisti, le notizie finanziarie e i tweet associati ai rischi geopolitici.

THOMSON REUTERS BROKER E DOW JONES GLOBAL NEWSWIRE


Un sofisticato metodo proprietario che utilizza il report Thomson Reuters Broker e i database Dow Jones Global Newswire come fonti alle quali, di recente, sono stati aggiunti il milione di tweet più popolari ogni settimana da account verificati da Twitter. Gli esperti di BlackRock calcolano la frequenza delle parole relative al rischio geopolitico e quindi, adattando i sentiment positivi e negativi nel testo di articoli o tweet, assegnano un punteggio. Maggiore è l'attenzione del mercato verso il rischio, minore è il potenziale impatto sul mercato e viceversa.

IL RISCHIO FRAMMENTAZIONE EUROPEA È AL TOP


Ma quali sono oggi i rischi più alti in base al BGRI di BlackRock? “L'attenzione del mercato al rischio di frammentazione europea è tra le più alte della nostra lista” fanno sapere i professionisti di BlackRock. I quali, pur ammettendo la possibilità di una stabilizzazione dell'economia europea nel corso dell'anno, si dicono preoccupati di una reazione dei rischi di natura politica.

BREXIT, ELEZIONI E LEGGE ITALIANA DI BILANCIO 2020


E’ vero che la tregua di sei mesi sulla Brexit ha ridotto il pericolo di una ‘hard Brexit’ che avrebbe provocato forti turbolenze sui mercati a breve termine. Ma le divisioni all'interno del sistema politico del Regno Unito restano evidenti e stanno impedendo di concordare un’intesa in tempi ragionevoli. Inoltre le elezioni del Parlamento europeo di maggio forniranno il termometro del sentiment populista all'interno della regione: anche se, in base alle più recenti previsioni, i nazionalisti sembrano lontani dal guadagnare una maggioranza, potrebbero comunque esercitare il loro voto per ostacolare ogni tentativo di maggiore integrazione e armonizzazione da parte del Parlamento europeo. Il tutto senza dimenticare i negoziati sul bilancio 2020 tra l'Italia e la Ue che dovrebbero riprendere a settembre e che sembrano destinati ad inaugurare un nuovo duro confronto tra le parti.

Europa nuovo fronte della guerra commerciale?


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LA RIVALITÀ TRA USA E CINA


Al centro del dibattito geopolitico resta poi la rivalità tra Stati Uniti e Cina anche per le dimensioni economiche, ideologiche e militari dei due paesi. Gli esperti di BlackRock ritengono che le tensioni tra Washington e Pechino siano strutturali e di lunga durata.
“Pensiamo che alla fine si possa arrivare ad un’intesa che garantisca un accordo commerciale, sebbene difficoltà nella verifica delle implementazioni degli accordi. Inoltre le tensioni tra i due paesi si stanno estendendo dall’economia alle questioni militari e ideologiche. Proprio questo rende la disputa di natura strutturale. La rivalità è focalizzata sulla tecnologia e potrebbe portare alla progressiva divergenza dei settori hi tech degli Stati Uniti e della Cina” spiegano i professionisti di BlackRock.

TENSIONI NELL’ASIA MERIDIONALE E NEL GOLFO


Sempre in tema di rischi geopolitici alla lista tra quelli che stanno creando le maggiori preoccupazioni, si sono aggiunte le tensioni nell’Asia meridionale. Gli attacchi transfrontalieri segnano un'escalation significativa nelle ostilità tra India e Pakistan che i mercati forse stanno sottovalutando. Così come sembrano sottostimate dal mercato le tensioni nel Golfo Persico. La decisione di Washington di passare a un divieto globale di importazione del petrolio iraniano ha aumentato sensibilmente le tensioni nella regione mettendo gli Stati Uniti in contrasto con la Cina e l'India – entrambi grandi importatori del greggio di Teheran - oltre che esercitare una spinta al rialzo delle quotazioni del petrolio.
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