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Trimestrali, sorpresa in Europa: il 41% delle quotate batte le attese

Secondo un’analisi di Morgan Stanley quasi la metà delle società quotate del Vecchio Continente ha superato le previsioni sugli utili per azione. Il pessimismo con cui è iniziato il 2019 era eccessivo?

di Chiara Merico 21 Maggio 2019 11:17

Le società europee sorprendono gli analisti, licenziando conti trimestrali migliori delle attese, che erano invece improntate al pessimismo. Come rivela un’analisi di Morgan Stanley, riportata da MF, dopo le pesanti correzioni dell’ultima parte del 2018 le aspettative erano molto cupe. Invece nel primo trimestre diverse società hanno ottenuto risultati superiori alle stime.

QUASI LA META’ BATTE LE ATTESE SUGLI EPS


Secondo il report della banca di investimento, il 41% delle società quotate europee ha superato di oltre il 5% le previsioni sull’utile per azione. Si tratta della percentuale più alta negli ultimi sei trimestri. Le sorprese maggiori sono arrivate dalle aziende produttrici di beni di consumo non essenziali, come i tessili, l’auto e i prodotti durevoli per la casa, mentre in coda troviamo utility e tlc.

UTILI PER AZIONE IN CALO


Tuttavia non ci sono solo buone notizie. Anche se le valutazioni per il primo trimestre erano state riviste al ribasso di oltre il 5% nei due mesi precedenti l’avvio della stagione delle trimestrali e nonostante l’alto numero di società che hanno battuto le stime, nel trimestre “gli utili per azione hanno segnato una diminuzione del 5% anno su anno”. Si tratta, spiega Morgan Stanley, del primo trimestre negativo dagli ultimi tre mesi del 2016.

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MENO PRUDENZA


In ogni caso gli esperti sembrano meno orientati alla prudenza: il 2019 si sta rivelando migliore del previsto. Le previsioni, secondo Morgan Stanley, sono più positive per i titoli ciclici e difensivi, mentre permane il pessimismo sulle commodity e sul settore finanziario.

I NODI DA SCIOGLIERE


Sullo sfondo però rimangono diversi nodi irrisolti, che potrebbero cambiare le carte in tavola sui mercati. Prima fra tutti la controversia tra Usa e Cina, che ha visto un nuovo peggioramento con la rottura delle relazioni industriali tra le statunitensi Google e Intel e la cinese Huawei. Altre preoccupazioni riguardano la tenuta del dollaro, ai massimi dai due anni contro l’euro.
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