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Dopo i FAANG, occhi puntati sui DANG

Nei momenti di forte volatilità sui mercati, come quelli registrati nel 2018, a mostrare la maggiore tenuta sono stati alcuni titoli difensivi. Ecco quali sono nell’analisi di Capital Group

di Chiara Merico 16 Aprile 2019 16:19

Il settore tecnologico ha trainato il mercato sia nei periodi di crescita che in quelli di flessione, registrando nella prima parte dell’anno un recupero significativo: nel 2018, infatti, “nessun titolo si è mostrato sensibile alle oscillazioni del mercato più di quelli delle maggiori aziende tecnologiche, tra cui i cosiddetti FAANG (Facebook, Amazon, Apple, Netflix e la controllante di Google, Alphabet)”, notano Alan Berro e Chris Buchbinder, equity portfolio manager di Capital Group. Secondo gli esperti, gli investitori farebbero comunque bene a mantenere un approccio prudente, “poiché la conclusione del ciclo economico negli Stati Uniti, le tensioni commerciali irrisolte e la crescita degli utili più lenta delle attese lasciano presagire che i mercati conserveranno l'attuale andamento discontinuo”.

I SETTORI DIFENSIVI AD ALTI DIVIDENDI


Nel 2018, anno caratterizzato da numerosi momenti di volatilità che hanno impensierito non poco gli investitori, alcuni dei segmenti più difensivi del mercato, che offrono dividendi significativi, hanno mostrato una buona tenuta. Ad esempio, spiegano Berro e Buchbinder, “il settore dei servizi di pubblica utilità ha sovraperformato il mercato nel suo complesso in ognuno dei tre periodi di volatilità pronunciata osservati e, nonostante un marcato svantaggio nelle fasi di crescita, ha concluso l'anno positivamente a fronte di una volatilità relativamente ridotta. Tuttavia, società appartenenti a un'ampia gamma di settori e industrie stanno creando ricchezza offrendo prodotti e servizi convincenti. Se consideriamo otto importanti fasi di ribasso passate, andando indietro fino al 1987, è evidente come molte delle aree più resistenti abbiano pagato dividendi generosi”.

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BLUE CHIP CONSOLIDATE CON SOSTANZIOSI DIVIDENDI


Proprio come i cosiddetti DANG: l’acronimo indica DowDuPont, AbbVie, Nestlé e General Motors. “Sebbene operino su settori di mercato diversi e rappresentino una gamma eterogenea di prospettive imprenditoriali, potenziali di profitto e sfide, sono tutte società blue chip consolidate che hanno staccato dividendi significativi e che costituiscono un valore potenziale per gli investitori di lungo termine”, sottolineano gli esperti di Capital Group.

DOW DUPONT, 1+1 PUO’ FARE 3?


La prima dell’elenco è il colosso chimico DowDuPont, nato nell'agosto 2017 dalla fusione di Dow Chemical e DuPont. Nel corso del 2019 è stato pianificato il suo scorporo in tre società indipendenti, operanti rispettivamente nel settore agricolo, in quello dei prodotti chimici di base e in quello dei prodotti chimici speciali. Dopo la fusione, spiegano Berro e Buchbinder, “il titolo ha subito le pressioni di svariati fattori esterni, tra cui il rallentamento dell'economia cinese e la diminuzione della domanda di materiali. Riteniamo che quando le nuove società saranno formate il mercato riconoscerà loro un valore superiore alle attuali valutazioni. Nel frattempo, gli investitori possono beneficiare di dividendi corposi, il che significa che sono sostanzialmente pagati per attendere”.

ABBVIE: PUNTARE SULL’HEALTHCARE


La domanda di farmaci non è sensibile alle fluttuazioni economiche, per questo i produttori farmaceutici costituiscono degli investimenti difensivi. Inoltre, alcune case farmaceutiche mostrano un significativo potenziale di crescita, grazie ai progressi nel campo delle biotecnologie che rendono più vicino il traguardo di una cura per il cancro. Una di esse è AbbVie, produttrice del farmaco per l'artrite reumatoide Humira®, che ha effettuato investimenti significativi nello sviluppo di potenziali terapie oncologiche. “Non solo la società sta registrando ottimi risultati, ma crediamo che il suo potenziale di crescita futura sia fortemente sottovalutato dagli investitori”, rimarcano gli esperti di Capital Group. “Oltre a questo, se domani l'economia entrasse in recessione, le prospettive per AbbVie si manterrebbero tendenzialmente immutate”.

NESTLE’, RESILIENTE DA 150 ANNI


A Nestlé, gigante svizzero degli alimenti confezionati, si devono invenzioni come il caffè istantaneo e il dado da cucina: attiva da 150 anni, la multinazionale ha sempre dimostrato di saper recepire con tempismo i cambiamenti nei gusti dei consumatori. “La società non taglia i dividendi da decenni, e ha mostrato un impegno ad accrescerne il valore nel corso del tempo”, osservano Berro e Buchbinder. Inoltre, “il ceo Mark Schneider, il primo esterno a capo del gruppo dal 1922, ha in programma di dare impulso alla crescita sia attraverso l'abbandono di settori meno profittevoli, come quello delle carni lavorate, dello skincare e del cioccolato negli Usa, sia con un aumento del focus su prodotti quali latte artificiale, pet care, caffè e prodotti per la nutrizione clinica. La società intende raggiungere il proprio obiettivo di crescita del 5% circa entro il 2020, indipendentemente dalle condizioni economiche”.

GENERAL MOTORS, INNOVAZIONE NEL SETTORE AUTO


Infine General Motors, un'azienda di stampo tradizionale con una lunga storia alle spalle, che di recente ha puntato sull’automazione con l’acquisizione della start-up Cruise Automation. Alla fine del 2018, la società disponeva di circa 180 automobili a guida autonoma in fase di test, principalmente a San Francisco. “GM sta accumulando dati con grande rapidità, e riteniamo che potrebbe diventare il secondo operatore nel mercato statunitense delle auto a guida autonoma”, fanno sapere gli esperti di Capital Group. “Le valutazioni di mercato non sembrano riflettere, se non marginalmente, il valore di tale area di attività, in parte per via dell'attuale contesto di fine ciclo, in parte a causa delle preoccupazioni relative al commercio globale. GM è in una buona posizione per trarre vantaggio da un trend tecnologico di primaria importanza che potrebbe trasformare l'industria nei prossimi 5-10 anni”.
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