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Utility, focus sulle azioni che si muovono come le obbligazioni

Quanto accaduto al titolo Boeing in Borsa dopo la tragedia in Etiopia non cambia la tendenza degli investitori azionari a puntare sulle utility, titoli difensivi, con crescita bassa ma costante e buoni dividendi

18 Marzo 2019 10:37

La tragedia dell’aereo precipitato la scorsa settimana in Etiopia ha avuto inevitabili ripercussioni sul titolo Boeing (-15% da lunedi 11 a venerdi 15 marzo) ma non ha scalfito la tendenza degli investitori azionari emersa negli ultimi 12 mesi: la preferenza dei titoli delle società più strettamente legate al mercato obbligazionario, in particolare le utility. Scopriamo insieme perché.

WALL STREET SU, RENDIMENTI DEI TREASURY GIU’


I principali indici del mercato azionario statunitense sono saliti per la decima settimana delle ultime dodici, proiettando l’indice S&P 500 e il Nasdaq Composite al massimo dopo il 9 ottobre 2018. In parallelo, invece, il mercato dei titoli del Tesoro Usa (Treasury) ha continuato a registrare rendimenti in continuo calo con quello del governativo decennale al di sotto del 2,6% (2,591% la chiusura di venerdi scorso), il livello più basso dal gennaio 2018.

UN GUADAGNO DEL 18,6% IN 12 MESI


Sebbene gli investitori azionari abbiano potuto festeggiare, anche loro sanno che un mercato azionario in rialzo è di solito associato a un'economia forte, mentre l’aumento dei prezzi delle obbligazioni (con i rendimenti, che si muovono in direzione opposta ai prezzi, in calo) tende invece a segnalare una crescita economica in fase di rallentamento. In questo controverso contesto, i settori azionari più legati all’andamento delle obbligazioni, come le utility, hanno fatto il meglio negli ultimi 12 mesi. Tra il 15 marzo 2018 e il 15 marzo scorso, mentre l’indice S&P 500 è salito del 4,4% (inclusi i dividendi) e il Nasdaq 100 del 4,3%, il settore delle utility ha messo a segno un guadagno del 18,6%, grazie anche ai dividendi (pari, in media, al 4,5%).

MINORI INTERESSI DA PAGARE SUI DEBITI


Le utility sono compagnie di servizi di pubblica utilità (acqua, gas, energia elettrica, ecc.) che di solito hanno un indebitamento elevato per sostenere gli investimenti a medio lungo termine per la manutenzione e l’ammodernamento delle infrastrutture. Un calo dei rendimenti del mercato obbligazionario si traduce in minori interesse da pagare sui bond emessi per sostenere la loro crescita che è bassa ma costante e con dividendi generosi per i soci. “La forza delle utility riflette l'atteggiamento degli investitori azionari che preferiscono non acquistare sulla scia del rally di Wall Street", afferma Jim Paulsen, responsabile investimenti del gruppo The Leuthold Group, che poi aggiunge: “Nel dubbio, vogliono ancora partecipare al trend rialzista del mercato azionario, ma prediligono il settore più conservativo”.

INGENTI FLUSSI VERSO L’AZIONARIO USA


Tra l’altro la preoccupazione di mancare il trend rialzista di Wall Street trova puntuale conferma nei flussi a favore dei fondi azionari. Secondo il team di strategist della Bank of America Merrill Lynch, nell’ultima settimana le sottoscrizioni degli investitori azionari a favore dei comparti d’investimento equity USA sono ammontati a 14,2 miliardi di dollari, con un picco martedi 12 marzo di 12,1 miliardi, il più alto livello dal 18 settembre 2018.

L’APPEAL DELLE UTILITY


A prescindere dalle contraddizioni che il rally di Wall Street e il calo dei rendimenti dei titoli del Tesoro Usa  evidenziano circa la crescita americana, Jim Paulsen rileva che gli investitori azionari non sono affatto danneggiati da un calo dei rendimenti obbligazionari. Anzi, al contrario, se i tassi di rendimento del reddito fisso federale Usa sono meno generosi finiscono per esercitare meno appeal sugli investitori che si sentono maggiormente spronati a rivolgersi alle asset class rischiose (azioni, obbligazioni societarie, mercati emergenti). Tra l’altro, aggiunge Paulsen, la curva dei rendimenti del Tesoro implica che i tassi a breve termine dovrebbero rimanere bassi: le obbligazioni in scadenza da tre a cinque anni offrono meno del 2,4%, e quelli a 10 anni meno del 2,6%. Allo stesso tempo, le molteplici incertezze nella testa degli investitori, dalle dispute commerciali tra Washington e Pechino alla Brexit, dalle tensioni geopolitiche internazionali alle stime riviste al ribasso sui futuri profitti aziendali, rendono i titoli delle utility ancora più attraenti per la peculiarità di coniugare crescita lenta ma positiva e dividendi sostenuti.
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