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gestione del rischio

Investimenti, riabituarsi a valutare il giusto rapporto rischio / rendimento

La fine del Qe e l’aumento dei tassi di interesse spinge ad un repricing delle asset class rischiose: un ambiente di maggiore volatilità che premierà le competenze degli investitori

24 Ottobre 2018 10:04

Quello che è successo tra la fine di gennaio e febbraio di quest’anno e ciò che si è visto sui mercati finanziari nella settimana dall’8 al 12 ottobre scorsi, ha suscitato molte riflessioni. Noi vorremmo concentrarci in particolare su un aspetto che potrebbe avere implicazioni importanti per gli investitori nei prossimi anni: l’aumento della volatilità sui mercati e il giusto rapporto rischio / rendimento.

MERCATI ADDORMENTATI DAL QE


Il Qe (quantitative easing) escogitato dalle banche centrali delle principali economie mondiali per debellare gli effetti devastanti della grande crisi 2008 – 2009 ha sortito l’effetto desiderato ma ha anche narcotizzato il mercato. Infatti, l’ingente liquidità che si è riversata sul mercato in combinazione con il drastico calo dei tassi di interesse (spinti addirittura in territorio negativo) hanno incentivato gli investitori a ricercare reddito nelle asset class più rischiose (azioni, obbligazioni societarie, mercati emergenti) gonfiando le quotazioni e le valutazioni di questi titoli. In parallelo, però, è diminuita in modo significativo la volatilità in quanto la liquidità abbondante ha determinato un forte sbilanciamento tra domanda e offerta di titoli finanziari sul mercato.

INDICE VIX MOLTO AL DI SOTTO DELLA MEDIA A 20 ANNI


A questo proposito, basti pensare che l’indice VIX (che misura la volatilità attesa di Wall Street in funzione dei derivati sull’indice S&P500) che ha registrato un valore medio a 20 anni di circa 20, negli ultimi 5 anni ha evidenziato un valore medio di 14. Ma ora, con il Qe giunto nel suo ultimo miglio, i tassi di interesse in aumento graduale ma costante da tre anni negli USA e in procinto di iniziare il percorso rialzista nella zona euro, i rendimenti dei mercati obbligazionari ‘core’ in tensione, con il ciclo economico nella sua fase conclusiva e con la crescita dei profitti stimata in rallentamento, ogni piccolo incidente di percorso sui mercati rischia di tradursi in una turbolenza.

ESSERE CONSAPEVOLI DEI VERI RISCHI IN PORTAFOGLIO


Gli investitori devono pertanto essere consapevoli dell’effettivo rischio dei titoli in portafoglio. Una consapevolezza che tuttavia potrebbe risultare sfuocata per chi non è abituato alla volatilità tipica delle asset class più rischiose da questi anni di Qe. Tradotto in pratica, non soltanto i possessori di azioni ma anche quelli che hanno in portafoglio obbligazioni (soprattutto quelle high yield e del debito emergente) devono sapere che andranno incontro a oscillazioni di prezzo sempre più ampie a mano a mano che il ciclo economico si concluderà e quello dei tassi completerà il percorso al rialzo. L’aumento dei tassi, infatti, comporta oneri maggiori per chi ha debiti e gli emittenti obbligazionari meno solidi (high yield e alcuni paesi in via di sviluppo) potrebbero essere esposti a situazioni critiche per rifinanziarsi.

MAGGIORI OSCILLAZIONI, NON UN REGIME DI ALTA VOLATILITÀ


Detto questo, non è nemmeno il caso di fasciarsi la testa. Infatti una maggiore volatilità non significa necessariamente un nuovo regime di alta volatilità. Quest'anno gli episodi di maggiore volatilità sono stati determinati da più fattori: dalle sorprese dei dati macro economici ai cambiamenti politici, da una crescita più moderata e divergente alle incertezze politiche, dalle tensioni sui dazi commerciali all’aumento dei prezzi del petrolio, dalla contrazione della liquidità globale. Fattori che hanno influito sugli andamenti dei mercati mettendo pressione alle attività di rischio, e forse in modo sproporzionato agli asset finanziari dei mercati emergenti.

GSAM vede terreno fertile per un recupero dei mercati emergenti - News - FinanciaLounge


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OPPORTUNITÀ PER I GESTORI ATTIVI


“La sovrapposizione di questo scenario fondamentale, più variegato rispetto a quello del 2017, con l'avvento di strategie sistematiche di trading che sembrano accentuare la direzione di eventuali movimenti bruschi del mercato, hanno determinato impennate nella volatilità dei mercati” spiegano gli esperti di Goldman Sachs Asset Management (GSAM) che poi aggiungono: “Abbiamo previsto una crescita più moderata e una maggiore volatilità nel nostro Investment Outlook per il 2018. Tuttavia la crescita è ancora espansiva e la volatilità può creare opportunità di investimento, quindi pensiamo che sia prematuro per gli investitori ridurre il rischio”. Come dire che gli investitori attivi in grado di effettuare ricerche di mercato approfondite per valutare correttamente le diverse asset class potranno individuare occasioni anche in un mercato che si preannuncia più instabile .
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