Contatti

idee di investimento

Idee di investimento – Obbligazioni – 22 ottobre 2018

Mentre i Treasury USA 1-3 anni costituiscono un solido parcheggio per la liquidità e le valute emergenti tornano ad essere interessanti, scatta l’allarme sui pericoli di declassamento delle obbligazioni BBB

22 Ottobre 2018 09:59

TREASURY 1-3 ANNI COME ALTERNATIVA ALLE AZIONI


E’ nei momento di difficoltà, che possono scattare all’improvviso esattamente come accaduto tra fine gennaio e inizio febbraio, che i mercati appaiono più vulnerabili soprattutto quando il cambio di umore degli investitori è alimentato da timori quali un brusco aumento dei rendimenti sui titoli di stato (Treasury) americani, da una Federal Reserve che appare meno accomodante e da una stagione degli utili che si preannuncia più incerta. In questo contesto, nel reddito fisso, Pascal Blanquè, Group Chief Investment Officer di AMUNDI, e Vincent Mortier, Deputy Group Chief Investment Officer di AMUNDI prediligono la curva dei tassi USA a quella euro. Sono infatti convinti che, già a questi prezzi e con questi rendimenti, i titoli di stato USA a breve scadenza (1-3 anni) incorporino un buon rapporto di rendimento / rischio che invece non vedono nei bund e, più in generale, nei governativi ‘core’ dell’area euro. “Sulle obbligazioni europee periferiche riteniamo idoneo un approccio neutrale, in particolare sull’Italia in questa fase di incertezza legata alla definizione della legge di bilancio, per limitare il rischio complessivo della componente a reddito fisso del portafoglio” spiegano nell’articolo “Per Amundi non siamo all’inizio di un bear market prolungato” i due esperti. Sempre in tema di bond, la regola aurea resta la selezione dei titoli.

ALTO RENDIMENTO, ALTA VOLATILITA’


Sempre in ambito obbligazionario, gli esperti di AMUNDI nell’ultimo Weekly Market Review spiegano perchè la volatilità sul segmento high yield è aumentata ed è probabilmente destinata a restare elevata. “Nel nostro scenario, il rendimento dei titoli di Stato decennali potrebbe oscillare nei prossimi mesi attorno al 3,25%, e la curva dei tassi USA dovrebbe continuare ad appiattirsi a medio termine” riferiscono, nell’articolo “Un contesto che produce volatilità sui mercati azionari e sugli high yield”, i professionisti di AMUNDI. Secondo i quali le attuali quotazioni dei governativi a stelle e strisce incorporano una politica ottimistica della Fed a medio termine. “Tutto questo sembra indicare che nel prossimo decennio i tassi a breve termine dovrebbero oscillare in media attorno ai valori della fascia alta previsti dalla Fed per i tassi di interesse a lungo termine (3,5% sul grafico a punti) mentre a inizio anno ci attendevamo in media dei rendimenti del 3%” puntualizzano gli esperti di AMUNDI. Che, alla luce di tutte queste considerazioni e dell’aumento dei tassi di interesse reali, ritengono fisiologico l’incremento della volatilità sui mercati azionari e su quelli delle obbligazioni societarie high yield.

BOND SOCIETARI, RISCHIO VALANGA DECLASSAMENTO


Non solo. Oggi le emissioni di bond con rating BBB, appena uno scalino sopra il segmento Hig Yield, costituiscono circa la metà dell’intero universo ‘Investment Grade’ a seguito di una crescita poderosa negli ultimi anni: un declassamento potrebbe avere conseguenze traumatiche. L’avvertimento arriva nell’articolo “Attenzione: rischio caduta angeli sul mercato dei bond USA”, in cui Shaniel Ramjee e Supriya Menon, rispettivamente Senior Investment Manager e Senior Multi Asset Strategist di Pictet Asset Management, reputano l’attuale mercato obbligazionario Investment Grade, nel complesso, significativamente più rischioso che nel passato. E questo costituisce un problema, perché in momenti di rallentamento delle economie, o di aumento dei tassi di insolvenza, una notevole porzione dei debitori BBB tende a essere declassata, con il deteriorarsi della situazione finanziaria. E un declassamento farebbe scivolare direttamente i bond con rating BBB nella categoria High Yield. In questo scenario i settori più difensivi e che hanno faticato a tenere il passo con la crescita generale degli utili verrebbero maggiormente penalizzati, mentre i portafogli concentrati soprattutto o esclusivamente sul debito Investment Grade sarebbero costretti a vendere.

POSITIVI SU PESO MESSICANO, RAND E RUBLO


Nel frattempo, alle attuali quotazioni, alcune valute emergenti cominciano ad essere attraenti. “Abbiamo un’opinione positiva sul peso messicano, sul rand sudafricano e sul rublo russo” fa sapere, nell’articolo “Debito emergente, ecco le occasioni per chi ha pazienza e tempo”, Eric Baurmeister, Responsabile del Team Emerging Markets Debt di Morgan Stanley Investment Management. Secondo l’esperto è vero che la divisa di Mosca potrebbe risultare volatile nei prossimi mesi per via delle sanzioni e delle cattive relazioni internazionali del Cremlino, ma è altrettanto vero che il bilancio statale si basa su una previsione del prezzo del petrolio a 40 dollari Usd, mentre attualmente le quotazioni viaggiano su livelli doppi: le entrate in eccesso confluiranno in un fondo di stabilizzazione petrolifera e verso l’accumulo delle riserve a tutto vantaggio del rublo russo. Eric Baurmeister è positivo pure sulla lira egiziana e leggermente più ottimista anche sul ringgit malese.

UN APPROCCIO FLESSIBILE PER I BOND


Si segnala infine, nel corso dell’annual conference di Legg Mason, l’intervento di Prashant Chandran, co-gestore del fondo Legg Mason Western Asset Macro Opportunities Bond Fund , che implementa una strategia obbligazionaria globale. Per quest’ultima parte di anno Chandran si aspetta un rallentamento della crescita, anche se negli USA, grazie agli stimoli fiscali, il ciclo potrebbe protrarsi ancora per un periodo. Il fondo, co-gestito insieme a Ken Leech, opta per una strategia flessibile, con elementi tattici e opportunistici allo stesso tempo, che prevede anche l’uso di derivati. “Abbiamo 127 analisti in 7 uffici del mondo – ha commentato nell’articolo “Azionario europeo, una strategia per guardare oltre la nebbia politica” Chandran – Quest’anno è stato un anno sfidante e i tassi Usa potrebbero non esserci d’aiuto”.
Share:
Trending