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Fiducia degli investitori, quelli nordamericani non si fidano dei mercati non USA

A settembre la propensione al rischio degli investitori istituzionali è scesa leggermente in Asia è salita lievemente in Europa mentre ha proseguito in forte ribasso nel Nord America.

2 Ottobre 2018 09:52

Anche a settembre l’indice di fiducia degli investitori ha proseguito la sua tendenza al ribasso. In base allo State Street Investor Confidence Index (ICI), la fiducia degli investitori istituzionali nel mese di settembre è risultata infatti in calo di 5,7 punti. A trainare al ribasso l’indice globale, sia l’ICI index del Nord America (sceso di 7,5 punti dai 92 di agosto agli attuali 84,5 punti), che l’ICI index dell’Asia, dove l’indice ha riportato un calo di 2,5 punti, (da 102,5 a 100).

EUROPEI IN CONTROTENDENZA


In controtendenza l’ICI index dell’Europa, che registra infatti un aumento di un punto, da 100 a 101 punti. Gli attuali valori degli indici confermano la sostanziale prudenza degli investitori istituzionali in Asia e in Europa e l’inclinazione ad evitare rischi eccessivi nel Nord America. Infatti il valore dell’indice a 100 segnala la linea di confine tra la propensione al rischio (per valori superiori) e l’inclinazione alla prudenza (per valori al di sotto di 100).

VALUTAZIONI ELEVATE E UTILI IN RALLENTAMENTO


Secondo gli analisti che hanno redatto il report, l’elevato scetticismo, in termini di scelte di portafoglio, emerso nell’ambito degli investitori istituzionali Nord America, sarebbe da ricercarsi soprattutto nelle elevate quotazioni azionarie che, in un contesto di tassi di interesse in graduale (ma costante) rialzo e di aspettative di crescita dei profitti aziendali in contrazione, rende meno appetibile Wall Street (e, ancora più in particolare, il settore tecnologico).

IL PESO DEI DAZI COMMERCIALI


Un contesto nel quale le tensioni tra Washington e Pechino sui dazi commerciali hanno finito con il creare un clima di scarsa fiducia per i prossimi mesi tra gli investitori istituzionali Nordamericani. Resta il fatto che l’ICI index del Nord America, che ha toccato a settembre il suo livello più basso dal 2012, è in netto contrasto sia con l’andamento dei mercati azionari statunitensi che continuano a fissare nuovi record storici, e sia con la fiducia delle imprese e dei consumatori che si posizionano in prossimità dei massimi ciclici.

Quel 2,4%, un’occasione servita su un piatto d’argento alla speculazione


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POCHE OPPORTUNITÀ AL DI FUORI DEGLI USA


Forse, però, ci potrebbe essere un’altra spiegazione a questa scarsa fiducia degli investitori nordamericani che, peraltro, permetterebbe di fornire una ragione dell’altrettanto inspiegabile tenuta della fiducia degli investitori europei e asiatici. L’appetito al rischio, soprattutto per gli investitori istituzionali che diversificano in tutti i mercati del mondo, si misura sulla possibilità di individuare opportunità di investimento anche (e soprattutto) al di fuori delle proprie aree geografiche. Mentre gli investitori europei (che in casa soffrono delle tensioni politiche tra Italia e Ue) e quelli asiatici (preoccupati degli impatti dei dazi commerciali USA) possono contare sull’ottima intonazione di Wall Street e del dollaro, gli istituzionali nordamericani non si fidano affatto delle opportunità (che probabilmente non vedono in questo momento) in Europa e in Asia.
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