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Trimestrali delle banche: numeri buoni ma il mercato non apprezza

La stagione delle trimestrali delle banche in Italia e nel resto dell’Eurozona sta arrivando alla conclusione con una serie di risultati migliori delle attese. Ma i fattori esogeni, come i timori legati alla politica in Italia, giocano contro, e i titoli non ripartono.

3 Agosto 2018 11:50

La stagione delle trimestrali delle banche europee è a buon punto. I numeri sono buoni, in Italia e nel resto d’Europa, ma i prezzi di Borsa fanno fatica a prenderne atto. Sia in Italia che in Europa gli indici di settore languono poco sopra i minimi di maggio, anche se i fattori che pesano sono diversi. La componente che raggruppa le 48 principali banche dello STOXX 600 viaggia poco sopra i 160 punti, ben lontana dai quasi 200 toccati al picco di fine gennaio. Il corrispondente indice di Piazza Affari racconta una storia un po’ diversa con i massimi recenti toccati nella seconda metà di aprile a ridosso di 15.400 punti a seguito del rally post-elettorale innescato dalla tenuta dello spread, poi negata a metà maggio.

I RISULTATI TRIMESTRALI DELLE BANCHE


Le buone trimestrali uscite finora non sono bastate a risollevare i prezzi dei titoli, sui quali più dei fondamentali pesano i timori legati al debito italiano e allo spread che rialza la testa. E l’indice di settore continua a viaggiare sui minimi recenti poco sopra 12.000. Banche italiane e europee sono frenate da fattori esogeni, anche se diversi.

TROPPA DISTANZA CON LE AMERICANE


Cominciamo dalle europee, prendendone una per tutte, Barclays. Nel secondo trimestre l’utile pretasse è quasi triplicato oltre le stime degli analisti a 1,9 mld di sterline da 659 mln perché non più compresso, per la prima volta da molto tempo, da spese legali ingenti, dovute alle varie cause e multe che si sono succedute sul fronte americano e interno negli anni del dopo-crisi. Ma i risultati dell’investment bank, un settore che continua a essere dominato dalle banche degli Stati Uniti, migliorano poco, solo l’un per cento.

PREZZI SCONTATI


In questo business, va detto, Barclays fa un po’ meglio delle altre europee, ma non regge neanche lontanamente il confronto con le americane. Molti analisti convergono sul fatto che prima o poi il sentiment degli investitori sulle banche europee migliorerà, ma per ora non è così, anche se i prezzi sono a forte sconto. Lo stesso vale per UBS, Credit Suisse, Deutsche Bank, SocGen,tutte hanno battuto le attese degli analisti ma il mercato non ha premiato più di tanto. Anzi.

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LO SPREAD ERODE I RATIO PATRIMONIALI


La situazione delle italiane è stata fotografata con nitidezza da Paola Sabbione, gettonata analista di Deutsche Bank, prima che uscissero i conti dei principali gruppi quotati a Milano: i conti saranno in ordine, soprattutto sul fronte dei ricavi, dei costi e della qualità degli impieghi, ma qualcosa potrebbe andare storto, con una reazione scomposta della Borsa. La giornata di giovedì 2 agosto, con le principali trimestrali uscite positive (unica eccezione Unicredit che, da calendario economico, arriva settimana prossima) ma con i titoli venduti sul mercato, ha dato ragione alla previsione.

PESANO I TITOLI DI STATO


Il fatto è che i fattori esogeni, che in Italia non si chiamano multe miliardarie americane ma spread in salita, prevalgono sui fondamentali in ordine. Pesano di più i titoli di Stato che le banche hanno in portafoglio e che, quando lo spread sale, erodono i ratio patrimoniali. Anche in Italia, come nel resto del mondo, l’investitore torna a prezzare il rischio politico più che i fondamentali economici.

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IL NODO DEI TASSI DI INTERESSE


Senza dimenticare, infine, che un problema che accomuna le banche europee e quelle italiane è riconducibile al tasso di interesse, che per banche rappresenta il margine di guadagno. Tasso di interesse che la Banca Centrale Europea, come annunciato e ribadito da Mario Draghi nelle sue ultime uscite, terrà fermo intorno allo zero fino alla prossima estate. Un problema che non ha inciso sulle trimestrali delle banche europee ma, evidentemente, è tenuto in conto dagli investitori.
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