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Andrew Bosomworth

BCE, le sfide (complesse) che attendono il successore di Draghi

I prossimi 12 mesi, per Draghi, dovrebbero essere semplici. Ma poi la BCE dovrà individuare le misure per la normalizzazione dei tassi ufficiali e calibrare gli strumenti per attuare la politica monetaria.

10 Maggio 2018 14:45
financialounge -  Andrew Bosomworth BCE Federal Reserve Mario Draghi PIMCO tassi di interesse

Probabilmente il presidente della BCE Mario Draghi concluderà il proprio mandato nell’autunno del 2019 completando il programma di messa in sicurezza dell’euro e riportando i tassi a zero. Ma il suo successore dovrà affrontare le sfide a lungo termine della BCE.

12 MESI FACILI PER LA BCE


“Le decisioni di politica monetaria della Banca centrale europea dovrebbero essere abbastanza semplici per i prossimi 12 mesi. Tuttavia, dopo il 2020, la BCE dovrà affrontare una serie più complessa di sfide. Nelle previsioni di base di PIMCO, la BCE dovrebbe concludere il suo programma di acquisto di attivi da 30 miliardi di euro al mese azzerandoli entro la fine del 2018. In seguito è probabile un aumento di 15 punti base (+0,15%) del tasso sui depositi che dall’attuale -0,40% salirebbe al -0.25% a metà del 2019” spiega Andrew Bosomworth, Responsabile della gestione del portafoglio di PIMCO in Germania.

LE PREVISIONI DI PIMCO


Quindi, se le previsioni di PIMCO si riveleranno corrette, la crescita economica dell'Eurozona prosegue e la disoccupazione cala ulteriormente, la BCE dovrebbe essere in grado di alzare i tassi di interesse di un quarto di punto percentuale alla fine del 2019, portando il tasso sui depositi a zero e il tasso di rifinanziamento principale allo 0,25%. “Per il presidente della BCE Mario Draghi, che ha effettivamente salvato l'euro nel 2012, riportare i tassi ufficiali a zero sarebbe la giusta conclusione del suo mandato nell'ottobre 2019” specifica Andrew Bosomworth.

LE SFIDE PER IL SUCCESSORE DI DRAGHI


Il successore del presidente Draghi, però, sarà chiamato ad affrontare una serie diversa di sfide. La prima delle quali sarà le misure tramite le quali la BCE potrà normalizzare i tassi ufficiali prima che gli Stati Uniti e le economie dell'Eurozona ricadano in una nuova recessione. Una seconda sfida sarà calibrare gli strumenti attraverso i quali la BCE attua la politica monetaria.

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ALL’INSEGUIMENTO DEI TASSI USA


Un fattore che complica le scelte future della BCE è il posizionamento del Federal Open Market Committee degli Stati Uniti (FOMC, l’organismo della Fed he determina i tassi di interesse americani, ndr) che dovrebbe alzare il tasso dei Fed funds al 3,4% entro il 2020. I mercati dei tassi forward (cioè quelli previsti nei prossimi anni), tuttavia, implicano che il FOMC cesserà di innalzare i tassi nel 2020 con il tasso di riferimento che si posiziona tra il 2,5% e il 2,75%, mentre la BCE continua ad aumentare i tassi fino all'1,75%, alcuni anni dopo che il FOMC avrà finito di rialzare i tassi. Secondo Andrew Bosomworth si tratta di proiezioni che non possono essere tutte contemporaneamente corrette.

IL PIL DELLA ZONA EURO DIPENDE DALL’EXPORT


“Tendiamo a pensare che il mercato sopravvaluti la misura in cui la BCE possa normalizzare i tassi ufficiali” puntualizza il manager che poi aggiunge: “Le esportazioni lorde di beni e servizi rappresentano il 47% del reddito nazionale dell'eurozona nel 2017. La dipendenza dell'Europa dalla domanda esterna limiterà la misura in cui la BCE può aumentare i tassi oltre lo zero una volta che la crescita globale rallenta”. Infatti una politica monetaria troppo aggressiva rafforzerebbe l’euro penalizzando la competitività della zona euro e le proprie esportazioni.

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LE LTRO DIVENTERANNO STRUMENTI STANDARD


“Con una portata limitata nel poter ridurre i tassi ufficiali, la BCE dovrà necessariamente utilizzare il proprio bilancio per contrastare le pressioni deflattive alla prossima recessione. PIMCO prevede che le operazioni di rifinanziamento a lungo termine (LTRO) diventeranno uno strumento standardizzato di politica monetaria una volta che gli attuali LTRO inizieranno a maturare dal settembre 2018 in poi.

POLITICHE MONETARIE NON CONVENZIONALI


Anche le aste a tasso fisso, full-leasing, in base alle quali la BCE presta alle banche tutta la liquidità che esigono dalle garanzie, costituiranno una componente standard dell’arsenale a disposizione della banca centrale, almeno finché la BCE reinveste le obbligazioni in scadenza acquistate nell'ambito del suo programma di acquisto di titoli, cosa che prevediamo continuerà a fare almeno fino al 2020” riferisce Andrew Bosomworth. “A prescindere da come la pensiamo – conclude Bosomworth - le politiche europee non convenzionali e i bassi livelli dei tassi di interesse dovrebbero persistere. Per i mercati a breve termine della zona euro in particolare, gli anni precedenti ai tassi di interesse sopra lo zero potrebbero quindi rappresentare solo una breve parentesi precedente ad una nuova fase di politiche monetarie non convenzionali”.
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