Contatti

azioni

Idee di investimento – Azioni – 16 aprile 2018

In questa fase la gestione attiva permette di diversificare il rischio puntando per esempio su mercati emergenti e hi tech e allegerendo area euro e Wall Street.

16 Aprile 2018 08:58
financialounge -  azioni idee di investimento mercati azionari

Quando si parla di investimento, è fondamentale avere un approccio che permetta di compiere le scelte migliori caso per caso.
“In ETHENEA adottiamo una filosofia di investimento forte e ben pensata, che ci guida nelle decisioni che prendiamo quotidianamente” specifica nell’articolo “Gestione attiva, flessibilità e rendimento: i tre pilastri dell’investimento” Thomas Herbert, Head of Portfolio Management. Quando si parla di investimenti, infatti, le opportunità e le opzioni sono molteplici. Il trucco è sapere quali scegliere e come trarne il massimo vantaggio. Non è sempre una cosa facile da fare, quindi è importante avere un piano, un approccio che supporti gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Nel dettaglio, l’approccio di ETHENEA si fonda su tre pilastri principali: gestione attiva, flessibilità e rendimento assoluto.

FINE DEL SOVRAPPESO NELL’AREA EURO


Gestione attiva e flessibilità devono riuscire a stabilire per tempo quando puntare su un’area geografica rispetto ad un’altra. Gli esperti di UBS, per esempio, hanno appena comunicato ai propri clienti che stanno chiudendo il sovrappeso delle azioni dell'Eurozona rispetto al Regno Unito. Le ragioni? L’extra rendimento delle azioni euro rispetto a quelle del Regno Unito del 4% da inizio anno rende ora meno conveniente questo trading anche per il rialzo del petrolio. “Continuiamo a ritenere che il mercato del Regno Unito possa continuare a registrare performance inferiori alle azioni globali nei prossimi sei mesi. Tuttavia, il rischio per questa convinzione è aumentato. Ciò è dovuto all'elevata esposizione del Regno Unito ai titoli energetici, che rappresentano il 16% dell'indice contro il 5% per l'Eurozona e il 6% per l'MSCI All Country World” fanno sapere nell’articolo “Sovrappeso dei titoli dell’Eurozona rispetto al Regno Unito, i motivi dello stop” gli esperti di UBS. Secondo loro, infatti, lo scenario base resta quello nel quale il prezzo del petrolio tenda ad indebolirsi a seguito di un aumento della produzione, Tuttavia, il riemergere delle tensioni politiche in Medio Oriente e il netto calo della produzione venezuelana aumentano il rischio di pressione ascendente a breve termine sul greggio. Non a caso, proprio la scorsa settimana le quotazioni del Brent hanno sfondato i 73 dollari il barile, il massimo da oltre tre anni.

WALL STREET, NIENTE RECORD FINO A OTTOBRE


Per quanto riguarda invece Wall Street, sembra che gl indici abbiano raggiunto vette difficilmente superabili. Ne è convinto Sam Eisenstadt, l’ex direttore di ricerca di Value Line Inc. Per chi non lo conoscesse vale la pena ricordare che Sam Eisenstadt ha sviluppato un sofisticato e segreto modello econometrico (il Value Line stock-ranking system) inventato a metà anni Sessanta e continuamente perfezionato. Un modello che ha dimostrato non solo di essere valido ma anche di produrre risultati molto concreti. L’esperto, tramite il suo modello, esamina 1.700 titoli azionari catalogandoli in cinque gruppi, in funzione delle potenzialità di crescita in Borsa: i migliori appartengono al gruppo 1 mentre i peggiori rientrano nel gruppo 5. Le statistiche stilate in base ai dati Value Line mostrano che, dal 1965 al 2012, i titoli del primo gruppo hanno registrato una performance media annuale del 12,9% contro una perdita media del 9,8% dei titoli del peggior gruppo. Anche se si è ritirato nel 2009 dopo 63 anni di attività in quella società, Sam Eisenstadt continua ad aggiornare e perfezionare il suo modello econometrico complesso che genera previsioni degli indici di Wall Street per i sei mesi successivi. L’ultima proiezione di questo modello, riportata nell’articolo “Wall Street, per il guru azionario nessun nuovo record fino ad ottobre” è che l’indice S&P 500 dovrebbe essere scambiato a 2.775 punti il prossimo 30 settembre: cioè circa sei punti percentuali in più rispetto alle attuali quotazioni) ma oltre tre punti percentuali in meno rispetto ai massimi di gennaio di quest’anno.

I DAZI COMMERCIALI FAVORISCONO GLI EMERGENTI


Intanto, le offensive commerciali tra Stati Uniti e Cina alimentate dai dazi sembrano destinate ad intensificarsi, ma nel lungo periodo potrebbero favorire i mercati emergenti. “Sul lungo periodo le restrizioni commerciali probabilmente serviranno solo ad accelerare la rapida crescita del commercio intraregionale tra mercati emergenti, con l’esclusione degli Stati Uniti. A nostro parere, ciò sposterà ulteriormente il baricentro del commercio mondiale in favore dei mercati emergenti” fa sapere nell’articolo “Dazi commerciali? Un’occasione per entrare nell’azionario dei mercati emergenti” Kim Catechis, Head of global emerging markets di Martin Currie, affiliata del gruppo Legg Mason
“Vediamo opportunità molto interessanti in Cina, indipendentemente dai rapporti con gli USA. In particolare spiccano le aziende favorite dalla crescita della classe media, nelle aree del consumo privato e dei servizi” spiega Kim Catechis, che infatti punta con decisione sulle società legate al mondo internet, che in genere assicurano una crescita elevata e redditizia senza aver bisogno di finanziamenti esterni. Più in generale, secondo il manager, sul lungo periodo il focus dovrebbe essere concentrato sulle compagnie che traggono vantaggio dalle ambizioni del presidente Xi: società rispettose dell’ambiente, che assicurano acqua e aria pulite, e compagnie di servizi che tagliano tempi di attesa e costi.

IL MEGATREND DELL’AUTOMAZIONE


Sempre in tema di idee di investimento azionarie di lungo termine, nell’articolo “Evoluzione dell’automazione, il futuro è iniziato ed è promettente” ne viene indicata una: l’evoluzione dell’automazione.  “Le attuali valutazioni dei mercati azionari si posizionano su livelli superiori alle medie storiche. A fronte di una crescita dell’economia mondiale tra il 3% e il 4% il rapporto prezzo / utili (p/e) corrente viaggia tra 16 e 18. I settori della tecnologia avanzata, invece, evidenziano un p/e tra 20 e 22 e, quindi, sembrerebbero più cari. In realtà, considerando che il loro tasso di crescita stimato è tra il 10% e i 15% l’anno, le valutazioni (aggiustate in base a questa crescita potenziale) risultano meno onerose” spiega Filippo Rima, responsabile azionario globale di Credit Suisse Asset Management .
A questo proposito Filippo Rima suggerisce di usare i piani di accumulo (ovvero i versamenti periodici costanti nel tempo): “una soluzione che permette di incorporare le potenzialità di lungo termine di questo megatrend ma con una riduzione della volatilità e delle implicazioni emotive tipiche del versamento in unica soluzione” conclude Filippo Rima.
Share:
Trending