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Azioni, perché i rendimenti futuri rischiano di essere più bassi
Wall Street attualmente sembra sopravvalutata: in passato a valutazioni come queste sono seguiti anni di rendimenti molti ridotti. Sarà così anche questa volta?
16 Marzo 2018 10:01
Tutti coloro che in questi nove anni di mercato toro (rialzista) si sono abituati a rendimenti stellari investendo a Wall Street farebbero bene a rivedere le loro attese per i prossimi anni. Infatti alcuni money manager stanno avvertendo i propri clienti che i rendimenti delle azioni statunitensi saranno con ogni probabilità ridotti nei prossimi anni.
Tra questi, figura per esempio Steve Blumenthal di CMG Capital Management Group che nel corso della Strategic Investment Conference 2018 a San Diego, ha sostenuto che la maggior parte dei parametri tradizionali per valutare le azioni, dal rapporto prezzo/utili (p/e) ai rendimenti da dividendo (dividend yield), risultano attualmente estremamente sopravvalutati. Di conseguenza, secondo il manager, è solo una questione di tempo prima che ritornino ai livelli di valore equo, ovvero che Wall Street registri una correzione. Steve Blumenthal ha esaminato le ricerche di lunghissimo termine per andare a ritrovare i rendimenti del passato in periodi con valutazioni paragonabili a quelle di oggi. Ebbene, in base a questa ricerca, il rendimento mediano quinquennale dei periodi con uno rapporto p/e pari o superiore a 25 è stato solo dell'1,23% annualizzato.
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A titolo di esempio, il rendimento medio dell’indice S&P500 di Wall Street degli ultimi 9 anni (ovvero dal minimo post crac Lehman Brothers) è stato del +15,7% annualizzato mentre quello degli ultimi 25 anni si è posizionato al +7,6%. I rendimenti futuri appaiono piuttosto deludenti e, in virtù delle valutazioni elevate, c’è un alto rischio di una forte correzione del mercato azionario. In questo scenario osservare il mercato delle obbligazioni è fondamentale, poiché la maggior parte delle attività di rischio (e le azioni in particolare) viene valutata in rapporto al tasso privo di rischio (quello di solito attribuito ai titoli di stato): e quando i tassi di interesse salgono, i mercati azionari, in genere, tendono a registrare cattive performance.
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Che fare? In questo ambiente, la gestione del rischio è fondamentale. Anche chi resta incline all’atteggiamento rialzista dovrebbe assumere un approccio più cauto ed essere soprattutto pronto a cogliere le opportunità di acquisto quando arriva una correzione.
RAPPORTI P/E E DIVIDEND YIELD
Tra questi, figura per esempio Steve Blumenthal di CMG Capital Management Group che nel corso della Strategic Investment Conference 2018 a San Diego, ha sostenuto che la maggior parte dei parametri tradizionali per valutare le azioni, dal rapporto prezzo/utili (p/e) ai rendimenti da dividendo (dividend yield), risultano attualmente estremamente sopravvalutati. Di conseguenza, secondo il manager, è solo una questione di tempo prima che ritornino ai livelli di valore equo, ovvero che Wall Street registri una correzione. Steve Blumenthal ha esaminato le ricerche di lunghissimo termine per andare a ritrovare i rendimenti del passato in periodi con valutazioni paragonabili a quelle di oggi. Ebbene, in base a questa ricerca, il rendimento mediano quinquennale dei periodi con uno rapporto p/e pari o superiore a 25 è stato solo dell'1,23% annualizzato.
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OSSERVARE IL RENDIMENTO DEI BOND
A titolo di esempio, il rendimento medio dell’indice S&P500 di Wall Street degli ultimi 9 anni (ovvero dal minimo post crac Lehman Brothers) è stato del +15,7% annualizzato mentre quello degli ultimi 25 anni si è posizionato al +7,6%. I rendimenti futuri appaiono piuttosto deludenti e, in virtù delle valutazioni elevate, c’è un alto rischio di una forte correzione del mercato azionario. In questo scenario osservare il mercato delle obbligazioni è fondamentale, poiché la maggior parte delle attività di rischio (e le azioni in particolare) viene valutata in rapporto al tasso privo di rischio (quello di solito attribuito ai titoli di stato): e quando i tassi di interesse salgono, i mercati azionari, in genere, tendono a registrare cattive performance.
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PRUDENZA MA PRONTI A COGLIERE L’ATTIMO FUGGENTE
Che fare? In questo ambiente, la gestione del rischio è fondamentale. Anche chi resta incline all’atteggiamento rialzista dovrebbe assumere un approccio più cauto ed essere soprattutto pronto a cogliere le opportunità di acquisto quando arriva una correzione.
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