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Azioni, alla ricerca dei mercati dove gli utili cresceranno di più

L’aumento del regime della volatilità espone le azioni al rischio di correzioni ripetute. Le migliori occasioni sono da ricercarsi in Europa, Giappone ed emergenti.

5 Marzo 2018 09:32
financialounge -  azioni GAM giappone Larry Hatheway mercati azionari volatilità

Chi intende puntare ancora sulle azioni deve dimenticarsi lo scenario di bassa volatilità che ha vissuto nel corso del 2017. Questo perché quella volatilità tanto contenuta è stata il frutto di una combinazione particolare di più fattori che sono destinati a sparire o a diluirsi nel tempo. Infatti il clima che si è venuto a creare durante lo scorso anno è stato generato in primis dalle politiche monetarie accomodanti messe in campo dalle principali banche centrali dei paesi sviluppati che hanno cristallizzato, per buona parte dell’anno, i rendimenti obbligazionari su livelli ridotti incentivando ancora di più investimenti negli asset a più alto contenuto di rischio (azioni, obbligazioni societarie, mercati emergenti) mentre l’inflazione restava confinata entro i target del due per cento.

LE VALUTAZIONI DELLE AZIONI SONO CRESCIUTE MOLTO
Un contesto ideale per le azioni che però ha visto salire ancora di più i multipli di Borsa (a cominciare dal rapporto prezzo/utili) rendendo le valutazioni ancora più estreme e vulnerabili a brusche correzioni. Ed è quello che è puntualmente accaduto alla fine di gennaio e nella giornata di venerdì 2 marzo. A fine gennaio, è stato il dato sulle retribuzioni americane cresciute del +2,9% su base annua a riaccendere i timori che un’inflazione più vivace possa spingere la Fed a politiche monetarie meno graduali.

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RISCHIO DI GUERRE COMMERCIALI GLOBALI
Venerdì scorso, invece, a turbare gli investitori e far correggere le azioni è stata la decisione di Trump di introdurre dazi su acciaio e alluminio che ha fatto temere una guerra commerciale su scala globale con potenziali “danni per tutti” come ha fatto sapere l’FMI.
“Riteniamo sia troppo presto per dichiarare la fine del bull market (il mercato rialzista delle azioni, ndr)” taglia corto Larry Hatheway, capo economista di GAM sicuro che due fattori siano in grado di supportare ulteriori guadagni azionari: la solida crescita diffusa a livello globale e l’aumento dei profitti aziendali, soprattutto in Europa, in Giappone e nei mercati emergenti.

INCERTEZZE MACROECONOMICHE
Certo, ammette il manager, questa nuova fase, che è caratterizzata da maggiore volatilità e ulteriori correzioni, è strettamente legata alle incertezze macroeconomiche a cominciare dall’evoluzione dell’inflazione: se aumentassero i segnali di accelerazione negli Stati Uniti e ci fossero delle conferme anche in Europa, la prevedibilità della politica monetaria (tuttora accomodante) vacillerebbe e con essa le quotazioni dei mercati azionari.

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UN MIX DI RENDIMENTO E DIVERSIFICAZIONE
“Nelle nostre strategie-tipo, un mix di azioni e di obbligazioni ha l’obiettivo di offrire rendimento e diversificazione. La situazione attuale è molto meno favorevole per mercati obbligazionari, soprattutto per quanto riguarda i titoli di stato a lunga scadenza” tiene a specificare Larry Hatheway che, inoltre, reputa non particolarmente attraenti le obbligazioni societarie mentre, nell’ambito delle azioni, le scelte devono essere per il manager più selettive privilegiando “quei titoli in grado di superare le attese di utili”.
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