Contatti

ETF

Il “ritorno” delle materie prime. Ma attenzione a cosa si sceglie

Se si è tentati di puntare sulle materie prime, è bene approfondire con attenzione in cosa investe effettivamente l’ETF o il fondo scelto.

22 Febbraio 2018 09:44
financialounge -  ETF inflazione materie prime PIMCO

Dopo anni di andamenti in generale piuttosto altalenanti, le materie prime tornano a proporsi come una potenziale fonte di rendimento per l’anno in corso e per i prossimi. Tuttavia, è opportuno fare alcune precisazioni per evitare che l’investimento in commodity si trasformi in una fonte di insoddisfazione.

Cominciamo dal tema dell’inflazione. Il rapporto sull'occupazione americana di inizio febbraio diramato dal Dipartimento del Lavoro ha confermato che le pressioni inflazionistiche stanno aumentando. L'indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti è aumentato nell’ultimo mese di uno 0,5%, una percentuale più robusta del previsto.

Spesso si argomenta che l'inflazione sia positiva per le materie prime. In realtà, per prima cosa, le materie prime non sono una classe di attività omogenea. Anzi spesso hanno poco a che fare l'una con l'altra: dai metalli industriali all’oro, dall’energia alle commodity agricole, dal bestiame ai metalli industriali emergono andamenti molto divergenti nel corso del tempo.

APPROFONDIMENTO
Volatilità dei mercati? È solamente un ritorno alla normalità

In secondo luogo, non tutte le materie prime hanno dimostrato storicamente di essere delle buone coperture all’inflazione. Un recente articolo pubblicato su Marketwatch ha ripreso uno studio apparso sul Financial Analysts Journal alcuni anni fa a cura di Claude Erb, ex manager delle obbligazioni e delle materie prime della società di fondi comuni TCW Group, e Campbell Harvey, professore di finanza presso la Fuqua School of Business della Duke University. La loro ricerca partiva dal 1982, poiché quello era stato il primo anno in cui i futures sul petrolio sono stati scambiati negli Stati Uniti.

Ebbene, Erb e Harvey hanno scoperto che solo tre delle 12 materie prime sulle quali i futures sono stati scambiati continuamente nel periodo di oltre 20 anni erano risultati positivamente correlati all'inflazione (con un livello di confidenza del 95%, la percentuale che gli statistici spesso usano per determinare se un modello matematico è genuino).

I restanti nove future non avevano correlazioni statisticamente significative con l'inflazione sebbene i ricercatori abbiano notato che per quattro commodity emergevano deboli correlazioni negative.

Inoltre, è importante essere consapevoli della composizione degli indici e dei fondi specializzati sulle materie prime in cui si investe.

Basti pensare che più tra i più grandi ETF globali sulle commodity (PowerChares DB Commodity Index Tracking Fund e iShares S & P GSCI GSC Commodity Indexed Trust) sono pesantemente esposti nelle materie prime legate all'energia, il 51% nel caso dell'ETF PowerShares e il 59% dell'ETF iShares. Inoltre, la composizione degli indici sottostanti a questi e ad altri ETF specializzati sulle commodty tende a cambiare radicalmente nel corso degli anni.

APPROFONDIMENTO
Investimenti, quali sono i rischi chiave del 2018 e come affrontarli

Detto questo, per gli esperti di PIMCO, oggi sussistono alcune ragioni per cui le materie prime possano svolgere un ruolo importante nei portafogli degli investitori nel 2018 e oltre.

“In primis, le commodity, si sono dimostrate storicamente generatrici di buone performance nelle fasi avanzate dei cicli economici. A differenza delle azioni, che hanno la tendenza ad anticipare le variazioni in termini di crescita e utili, le materie prime mostrano una maggiore aderenza al presente e hanno infatti l’inclinazione a generare extra rendimenti proprio nel momento in cui le restrizioni economiche si manifestano effettivamente e non nell'attesa che ciò avvenga”, specificano i professionisti di PIMCO che poi, facendo riferimento a una serie di studi, indicano nel ‘roll yield’ sui contratti futures il miglior indicatore predittivo dei rendimenti a lungo termine delle materie prime.

Il mantenimento della posizione su un future attraverso il rollover (ovvero l’interesse pagato per il mantenimento di posizioni overnight), genera sempre un roll yield (rendimento da rollover) che può essere positivo o negativo.

Quando il rollover è negativo, ossia il valore del contratto future in scadenza è inferiore a quello successivo, il mercato si dice in contango, mentre al contrario si definisce in backwardation (ovvero il valore del contratto future in scadenza è superiore a quello successivo).

“I futures sul greggio, ad esempio, evidenziano attualmente una situazione di forte backwardation, che in genere prelude a un roll yield positivo e spesso presagisce rendimenti positivi. Difatti, i rendimenti del greggio tendono ad essere positivi anche nel breve termine quando la curva è in una situazione di backwardation”, puntualizzano gli esperti di PIMCO.
Share:
Trending