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Mercato azionario, Europa e mercati emergenti in vetrina

Nonostante i rialzi consistenti del 2017, il mercato azionario può offrire ancora opportunità. A patto però di affidarsi alla selezione della gestione attiva.

19 Febbraio 2018 14:43
financialounge -  Aviva Investors Edward Kevis Europa mercati azionari mercati emergenti Richard Saldanha Trevor Green Will Ballard

Di solito i tassi di interesse e i rendimenti obbligazionari crescenti costituiscono un ostacolo per il mercato azionario. Tuttavia, è bene ricordare che attualmente tale contesto rappresenta la fisiologica conseguenza del rafforzamento della crescita economica che, a cascata, dovrebbe tradursi in un incremento dei profitti aziendali in grado di sostenere i prezzi delle azioni. È però anche vero che le valutazioni del mercato azionario generalmente non sono economiche e, pertanto, occorre affidarsi alla selezione della gestione attiva, capace di scegliere opportunamente i settori e i titoli nelle diverse aree geografiche. In Europa, per esempio, le prospettive del mercato azionario sembrano particolarmente positive, considerando il rapido miglioramento della performance economica nella regione e un rischio politico ridotto.

Il mercato europeo scambia con un multiplo di prezzo/utili futuri (p/e) pari a circa 15 (fonte: Bloomberg, Morgan Stanley), che risulta tutt’altro che eccessivo, soprattutto considerando che nel 2018 la crescita economica all’interno dell’Eurozona potrebbe superare le aspettative di mercato. In particolare è il settore della tecnologia ad esprimere valore.

“Sebbene i prezzi siano saliti nettamente, c’è spazio per ulteriori plusvalenze grazie all’incessante sviluppo della ‘digital economy’, anche se forse il ritmo sarà più ridotto rispetto a 12 mesi fa” puntualizza Edward Kevis, European Equities Fund Manager di Aviva Investors che, inoltre guarda con favore ai titoli industriali, che sembrano in molti casi destinati a beneficiare della continua tendenza verso l’automazione crescente e il miglioramento delle prospettive economiche. E se l’economia mondiale dovesse subire un’inaspettata battuta d’arresto? Per Edward Kevis non sarebbe comunque consigliabile oggi tutelarsi contro un’eventualità di questo tipo, alla luce del fatto che le azioni delle società più difensive evidenziano un valore relativo scarso, considerando i tassi di crescita relativamente ridotti previsti per la maggior parte di esse.

Anche le azioni dei mercati emergenti risultano interessanti in quanto dovrebbero beneficiare delle prospettive economiche positive e, fattore non secondario, mostrano valutazioni con uno sconto pari a circa il 30 % rispetto a quelle disponibili sui mercati sviluppati. (fonte: Bloomberg; stime: Aviva Investors). A questo proposito, Will Ballard, Emerging Market Fund Manager di Aviva Investors, indica i mercati di Taiwan e Corea de Sud tra i più interessanti. Più eterogeneo, invece, il quadro relativo a Wall Street. È vero che gli utili aziendali sono saliti nettamente e le valutazioni azionarie appaiono elevate rispetto ad altre regioni, ma è altrettanto vero che la prospettiva dei tagli fiscali dovrebbe fornire un supporto alle quotazioni.

Richard Saldanha, Global Equities Fund Manager di Aviva Investors, apprezza i titoli finanziari “considerando che il presidente entrante della Federal Reserve, Jerome Powell, favorisce una regolamentazione del settore meno rigida”. Questo potrebbe consentire ai finanziari di restituire più capitale agli azionisti, tramite dividendi e riacquisti di azioni. Per contro, sempre secondo Saldanha, settori come telecomunicazioni e retail rimangono sotto pressione. Inoltre, se i tassi di interesse dovessero salire più velocemente del previsto, le società fortemente indebitate, in particolare nel segmento delle small cap, potrebbero essere vulnerabili. Infine, Trevor Green, UK Equities Fund Manager di Aviva Investors, sostiene che le prospettive per le azioni britanniche siano offuscate dal clima politico e dall’outlook economico incerti, sebbene rimangano alcune opportunità su base selettiva.
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