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Wall Street, ecco cosa potrebbe scatenare un altro rialzo del 30 per cento

Come nel 2013 i tassi dei titoli di stato stanno salendo verso il 3%: allora si verificò un aumento di Wall Street del 30%. Ma c’è il rischio di una bolla speculativa.

30 Gennaio 2018 09:56
financialounge -  dollaro mercati azionari S&P 500 USD Wall Street

Il rialzo dei rendimenti del mercato obbligazionario in dollari USD nella giornata di martedì 9 gennaio sembrava aver innescato una certa presa di profitto a Wall Street (indice S&P500: -0,23%) nella giornata successiva, ma un ulteriore rialzo dei tassi dei titoli del Tesoro statunitensi potrebbe finire per fornire un forte impulso alle azioni.

A sostenerlo è stato Bill Miller in un'intervista della CNBC: il fondatore della Miller Value Partners, che per ben 15 anni ha registrato performance di portafoglio superiori a quelle dell’indice S&P 500 di Wall Street, ha infatti sostenuto che una rottura al rialzo del rendimento dei titoli di stato USA a 10 anni sopra il 2,7% potrebbe scatenare un ulteriore forte balzo di Wall Street sulla scia di quanto accaduto nel 2013.

"I rendimenti dei Treasury USA a 10 anni stanno superando il rendimento del 2,7% (hanno chiuso ieri al 2,705%) e si dirigono verso il 3%. Ritengo che potremmo avere il tipo di rialzo che abbiamo sperimentato nel 2013, quando l’S&P500 di Wall Street è cresciuto del 30%", ha affermato Miller.

In effetti, nel 2013, gli investitori hanno iniziato a perdere denaro nelle obbligazioni in dollari (il rendimento dei titoli governativi decennali è praticamente raddoppiato in 13 mesi dall’1,6% al 3,03% mentre le quotazioni hanno lasciato sul terreno oltre 10 punti percentuali), spingendoli a prelevare denaro dai fondi obbligazionari per dirottarlo nei fondi azionari.

APPROFONDIMENTO
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Nell’ultimo mese e mezzo il rendimento del titolo del Tesoro decennale è aumentato di 35 punti base (+0,35%), dal 2,35% al 2,705%, il livello più alto da metà marzo, mentre i principali indici azionari hanno fatto segnare il nuovo record. Bill Miller, sempre alla CNBC ha sottolineato come le azioni americane potrebbero ottenere un ulteriore impulso dal taglio dell'aliquota dell'imposta sulle società dal 35% al 21%, affermando che tale riduzione è probabilmente solo parzialmente scontata nelle attuali quotazioni.

In parallelo, alcuni investitori sembrano molto più prudenti. Tra questi l’investitore ‘value’ (che ricerca titoli americani sottovalutati) Jeremy Grantham che la settimana scorsa ha avvertito che gli investitori dovrebbero essere preparati alla possibilità che un ulteriore balzo dell’indice confermerebbe che Wall Street è di fatto in una ‘bolla speculativa’, aprendo la strada a un violento selloff (vendita sul mercato di titoli azionari senza limitazione né di quantità né di prezzo).
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