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Volatilità e inflazione: due delle principali incognite del 2018

Un aumento inatteso dell’inflazione o un incremento della volatilità potrebbero turbare il quadro di riferimento dei mercati azionari nel corso del 2018.

8 Gennaio 2018 10:30

financialounge -  GAM inflazione Larry Hatheway Niall Gallagher volatilità
II 2017 è stato archiviato con rendimenti che hanno premiato gli investitori più inclini alle asset class più rischiose (azioni, convertibili, bond subordinati, high yield e mercati emergenti). Un contesto che potrebbe proseguire nel 2018, almeno nel primo semestre, sebbene non manchino le potenziali trappole. Tra le incognite di maggiore rilievo del nuovo anno figurano senza dubbio l’inflazione e la volatilità.

Secondo Larry Hatheway, capo economista di GAM, uno sviluppo chiave cui prestare attenzione nel corso del 2018 è proprio il potenziale aumento del tasso di inflazione. “Si tratta di un aspetto cruciale dal momento che è praticamente inatteso dai mercati, sebbene sembri poco probabile dal punto di vista delle condizioni macroeconomiche” fa sapere Larry Hatheway sottolineando come un’inflazione inattesa possa provocare significative battute d’arresto tanto sui mercati obbligazionari quanto su quelli azionari, con robuste scosse di assestamento in quasi tutte le asset class. Dal punto di vista degli investitori, un incremento inatteso dei prezzi al consumo pregiudicherebbe l’efficacia dei classici portafogli bilanciati ma, potenzialmente, potrebbe sostenere i portafogli multi-asset e multy-strategy che possono posizionarsi short (come ad esempio i target return) sfruttando le dinamiche del mercato a proprio favore.

La seconda incognita del 2018 è rappresentata invece dalla volatilità che, per tutto lo scorso anno, è stazionata ben al di sotto delle medie di lungo periodo. “Nel corso degli ultimi 12 mesi, la volatilità di tutti i mercati azionari è stata estremamente contenuta, con gli investitori impassibili dinanzi a eventi globali che avevano causato precedentemente fasi di volatilità di breve termine oppure movimenti di rotazione sui mercati azionari” riconosce Niall Gallagher, responsabile delle strategie azionarie europee di GAM secondo il quale un effetto di bilanciamento lo ha esercitato la BCE grazie alla continua espansione del suo bilancio. Gli effetti sul mercato, però, hanno prodotto valutazioni tirate in alcune aree del mercato considerate dei “porti sicuri”.

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“Anche gli investitori hanno seguito tale trend, come certificato dai flussi netti positivi in quei veicoli di investimento di tipo low-volatility (cioè basati proprio sulla bassa volatilità di mercato) o short-volatility (che puntano al ribasso della volatilità)” specifica Niall Gallagher che si interroga su cosa potrebbe innescare il ritorno a livelli di volatilità normali: “Di certo l’imminente distensione del bilancio della FED sembrerebbe rappresentare un test reale, soprattutto per quei segmenti azionari definiti bond-proxy (come, per esempio, il settore delle utility)” prova a rispondere il manager.

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