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Titoli di stato, adesso persino il Portogallo rende meno dell’Italia

La settimana si è chiusa con un testa a testa tra i rendimenti dei titoli di stato italiani e del Portogallo: riflettori già puntati sulle prossime elezioni in Italia.

18 Dicembre 2017 10:05
financialounge -  portogallo spread titoli di stato

La notizia che il Capo dello stato potrebbe scogliere le Camere entro fine anno e indire le prossime elezioni politiche in Italia per il 4 marzo ha creato non poche tensioni sui prezzi dei titoli di Stato italiani.

Alla fine della scorsa settimana, infatti, si è allargato lo spread (extra rendimento, ndr) rispetto ai bund tedeschi con il rendimento dei BTP decennali che si è portato all’1,81%. Si tratta dello stesso rendimento offerto dai governativi portoghesi che, al contrario, mostrano adesso un appeal interessante.

Infatti venerdì 15 dicembre l’agenzia Fitch ha alzato il rating a BBB del Portogallo con un outlook (previsione, ndr) positiva grazie al calo del debito del paese sceso al di sotto del 127% del PIL: quest’ultimo, secondo l’agenzia di rating, è previsto in aumento del 2,7% quest’anno e dell’1,9% l’anno prossimo.

In virtù di questa promozione il Portogallo torna tra gli emittenti ‘investment grade’ e, pertanto, potrà tornare ad essere inserito nei portafogli dei grandi investitori istituzionali (quali, in primis, i fondi pensione americani, anglosassoni e asiatici) che hanno il vincolo di investimento nei titoli con rating investment grade.

Con questa accelerazione del merito di credito del Portogallo e del contestuale ribasso dei rendimenti dei titoli del suo debito, l’Italia rischia di diventare la penultima carrozza del treno della zona euro in fatto di rendimenti: soltanto la Grecia, infatti, evidenzia tassi dei propri titoli di stato superiori a Roma.

Un fenomeno che dovrebbe far riflettere tutti i nostri politici in vista della prossima campagna elettorale che rischia di far allargare ancora di più lo spread rispetto ai bund tedeschi con conseguenze nefaste per qualsiasi prossimo governo chiamato a far quadrare i conti pubblici con tassi di interesse maggiori da sostenere.
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