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Abenomics

Azionario giapponese, i cinque fattori di supporto

In riferimento al mercato azionario, Columbia Threadneedle Investments ha rivisto al rialzo il giudizio sulle azioni giapponesi da favorevole a molto favorevole.

14 Dicembre 2017 09:51
financialounge -  Abenomics Banca Centrale Giappone Columbia Threadneedle Investments giappone Haruhiko Kuroda Maya Bhandari mercati azionari Toby Nangle

L'accelerazione degli utili societari bottom-up, le indicazioni che la riforma delle imprese in atto accresce il rendimento per gli azionisti, le aspettative economiche solide, il calo del rischio politico in seguito alla vittoria di Abe alle elezioni anticipate e l’elevata leva operativa delle imprese giapponesi in relazione al miglioramento generalizzato della congiuntura mondiale.

Sono questi i cinque fattori di supporto al mercato azionario giapponese che hanno convinto Columbia Threadneedle Investments a rivedere al rialzo il giudizio sulle azioni giapponesi da favorevole a molto favorevole, per la prima volta in riferimento a un mercato azionario.

“E’ vero che la performance delle azioni del Giappone da inizio anno sono superiori a quella delle azioni globali in termini di dollari, ma la Borsa di Tokyo continua a quotare a sconto rispetto agli indici azionari globali” fanno sapere Toby Nangle e Maya Bhandari, gestori Multi-asset di Columbia Threadneedle Investments, che poi aggiungono: “La vittoria elettorale e il rinnovato mandato di Abe a continuare con l'Abenomics dovrebbero inoltre implicare una riconferma di Haruhiko Kuroda per un secondo mandato quale governatore della Bank of Japan, il che favorirà ulteriormente gli attivi di rischio giapponesi nei mesi a venire”.

La fiducia espressa dai due manager ricalca le posizioni generali di Columbia Threadneedle Investments incline ad una preferenza per le azioni rispetto al reddito fisso, per le azioni rispetto alla liquidità, nonché la scommessa sulla prosecuzione dello scenario di crescita mondiale e su una futura reflazione.

“Le nostre esposizioni si concentrano sulle aree più sensibili a questi temi: il Giappone, indubbiamente, ma anche l'Europa (Regno Unito escluso) e i mercati asiatici emergenti, dove vi sono scarse prospettive reali di un inasprimento monetario e nessun cambiamento fiscale all'orizzonte. Sono questi i mercati nei confronti dei quali siamo maggiormente ottimisti in vista del 2018” spiegano Toby Nangle e Maya Bhandari.
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