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Christophe Bernard

Perché fare il tifo per un miglioramento delle prospettive di produttività

È probabile che la diffusione dell'internet of things, della robotica avanzata e dell’intelligenza artificiale contribuisca presto a creare un futuro migliore.

25 Ottobre 2017 09:42
financialounge -  Christophe Bernard demografia infrastrutture Internet of Things invecchiamento produttività robotica titoli di stato Vontobel

“Un miglioramento delle prospettive di produttività permetterebbe alle banche centrali di normalizzare gradualmente la loro politica monetaria. Ciò non sarebbe necessariamente negativo per le azioni, a condizione che gli utili societari salgano in misura corrispondente” spiega Christophe Bernard, Chief Strategist di Vontobel Asset Management, ricordando che, al contrario, un tendenziale rialzo dei tassi reali, non sarebbe di buon auspicio per i titoli di Stato dei paesi “core”, le obbligazioni societarie di alto merito creditizio e l’oro.

L’analisi dello strategist parte dalla constatazione che le radici del problema risiedano nel regime di bassa produttività e demografia. “Vista l’attuale difficoltà a scrollarsi di dosso il fardello della recente crisi finanziaria, è del tutto giustificato parlare di stagnazione secolare. È fuori dubbio che l’attuale ripresa è la più debole dalla Seconda Guerra Mondiale, con tassi di crescita nominali e reali molto al di sotto dei valori storici paragonabili” puntualizza Christophe Bernard, che indica nelle tendenze demografiche avverse, con il continuo invecchiamento della popolazione attiva, uno dei maggiori ostacoli per l’economia.

Il problema, secondo il manager, può essere in parte alleviato prolungando l’orario di lavoro, innalzando l’età pensionabile o favorendo il ritorno delle donne sul mondo del lavoro. Tuttavia, la vera forza trainante dell’espansione economica è l’aumento della produttività. E qui emerge il vero punto critico dell’attuale situazione. Dalla grande crisi finanziaria, scoppiata nel 2008 con il fallimento di Lehman Brothers, la produttività ha registrato un tasso ai minimi storici. Tra il 1999 e il 2006, i guadagni di produttività ammontavano in totale al 2,9 percento all’anno negli Stati Uniti e all’1,9 % nell’Unione Europea: nel 2016 sono scesi rispettivamente a un magro 0,5 % e 0,8 % (secondo i dati dell’Istituto “Conference Board”). Il motivo principale di questo andamento sfavorevole viene attribuito a una carenza di investimenti nelle infrastrutture, nell’istruzione e nella spesa in conto capitale, con un sostanziale invecchiamento del capitale sociale.

Adesso ci si attende un nuovo ciclo di spesa in conto capitale, che dovrebbe gettare le basi per un incremento della produttività. I livelli depressi dei tassi di interesse e la ripresa dell’occupazione stimoleranno le imprese a rinnovare il loro capitale. Ciò dovrebbe portare a guadagni di produttività nell’Occidente dell’ordine dell'1,5 % all’anno: un livello nettamente al di sotto del periodo fino al 2006, ma più elevato di quello degli ultimi 10 anni e molto superiore alle attuali stime di consenso.

“La recente crisi finanziaria ha decisamente minato la fiducia nel sistema capitalista e la capacità delle istituzioni e dei decisori politici di prevenire tali contraccolpi. È comprensibile che alcune persone perdano la speranza in un futuro migliore. Noi siamo invece convinti che la diffusione di ‘internet delle cose’, della robotica avanzata e dell’intelligenza artificiale contribuirà presto a creare un futuro migliore” sottolinea Christophe Bernard. Che conclude ricordando un ultimo aspetto non proprio secondario: “Secondo Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff, co-autori del libro ‘Otto secoli di follia finanziaria’ pubblicato nel 2011, l’economia ha bisogno di 10 anni per riprendersi completamente dai postumi di una grave crisi finanziaria. E questo decennio è ora alle spalle”.
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